Venti voci per cantare il Natale

Venti voci per cantare il Natale Il concerto del gruppo «Cantus Firmus» nella Chiesa dei Santi Angeli Venti voci per cantare il Natale Ha diretto i coristi il maestro Massimo Nosetti La vitalità musicale di una società si misura essenzialmente dalle attività amatoriali che, nonostante la diffusione di nastri, dischi, video e, ora, di ed rom, inducono la gente a godere l'impareggiabile piacere del far musica, cantando o producendo il suono attraverso gli strumenti. La proliferazione dei cori avvenuta da qualche tempo in Piemonte è un segno positivo in tal senso. L'altra sera si è ascoltato con molto piacere, nella Chiesa dei Santi Angeli, il Gruppo vocale «Cantus Firmus» diretto da Massimo Nosetti ed invitato dall'attivissima <(Associazione Città Insieme con- tro la violenza», presieduta dallo psichiatra Anselmo Zanalda. Sono una ventina di coristi dotati di un patrimonio di valore: essendo giovani hanno voci fresche, il che rappresenta di per sé un vantaggio impareggiabile. Massimo Nosetti sfrutta abilmente questa dote: punta infatti ad una concertazione trasparente, che metta bene in rilievo le linee polifoniche, organizzandole con grande equilibrio di rapporti sonori. Tutti i settori di questo coro sono omogenei; non ci sono voci che sforino, prevalendo sulle altre; soprani e contralti si sentono bene, tenori e bassi riempiono le armonie con sonorità piene, senza dare mai l'impressione di gridare. Insomma, il «Cantus Firmus» è un complesso che potrebbe veramente inserirsi con una funzione importante nella vita musicale della città. Per esempio, se organizzasse una stagione madrigalistica, offrirebbe la rara occasione di ascoltare un repertorio meraviglioso che i normali programmi concertistici ci offrono con il contagocce. Il concerto dell'altra sera prevedeva due parti: nella prima la polifonia antica di Lasso e Banchieri, Schuetz e Hassler; pagine austere, di grande intensità religiosa, eseguite con severità e concentrazione. La seconda parte comprende otto canti natalizi della tradizione europea, da anonimi tedeschi del secolo XIII ad anonimi spagnoli e catalani del Cinque e Seicento, sino ai moderni Vaugham-Williams, Desderi ed allo stesso Nosetti, autore di un delicato «Quem vidistis pastores». Qui il gruppo vocale «Cantus Firmus» ha alleggerito giustamente l'esecuzione in sonorità meno massicce, ritmi agili, delicatezze e sfumature: ha confermato, insomma, la sua duttilità che è piaciuta molto al pubblico convenuto per sostenere, attraverso la musica, le utilissime iniziative sociali di «Città insieme». Paolo Gallarati Il gruppo vocale «Cantus Firmus» è una delle più interessanti formazioni musicali torinesi

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