Piace la versione ballata firmata da Hynd, leggera ed elegante Fracci «vedova» alla Scala

Piace la versione ballata firmata da Hynd, leggera ed elegante DANZA & TEATRO PROTAGONISTI DUE GRANDI Piace la versione ballata firmata da Hynd, leggera ed elegante Fracci, «vedova» alla Scala Un grande successo l'operetta di Lehàr Anovant'anni dalla sua creazione «La vedova allegra» è entrata alla Scala. Ma Anna Glavari non ha cantato come nell'operetta originale di Franz Lehàr, ma si è limitata alla danza nella trascrizione per balletto del coreografo Ronald Hynd. In compenso ha avuto come protagonista una delle stelle assolute del teatro milanese nel dopoguerra, Carla Fracci. Ciò che non ha potuto Maria Callas, che intendeva cantarla nel teatro di cui fu a lungo regina, è riuscito alla Fracci salutata come di consueto da accoglienze trionfali. Per la verità su questa «Vedova» coreografica, che conta più di vent'anni, si è depositata un po' di polvere, anche se talvolta è la polvere dorata della nostalgia nei confronti di una «belle epoque» forse mai esistita. Chez Maxim, i balli di una improbabile ambasciata pontevedrina, le danze ungheresi nel giardino sono i topoi di questo genere che Hynd rivisita con una punta di ironia britannica. Bisogna dire che tutto è trattato con mano leggera senza scadere nella farsa e nella volgarità guitta di tan- te rappresentazioni operettistiche correnti. Persino il can-can dell'ultimo atto guadagna, nella stilizzazione del balletto accademico. Il grande valzer di Anna Glavari diventa l'ossatura musicale del balletto e risulta il leit-motiv che commenta il passaggio dal fatuo ingresso alla festa fino al grande passo a due finale che chiude lo spettacolo come è nella buona tradizione coreografica. Per l'occasione si è ricostituita una coppia di successo formata dalla Fracci e da Gheorghe Ian- cu, che hanno volteggiato con lo sfondo di una torre Eiffel illuminata come un albero di Natale. E lo spettacolo sarà proprio la strenna natalizia della Scala e si protrarrà fino a Capodanno. La Fracci ha offerto ad Anna Glavari la sua raffinata classe e la sua consueta espressività, mentre Iancu è stato un fascinoso Danilo dagli acrobatici exploits. Elegante Valencienne Gilda Gelati e forte Camille Michele Villanova. Le scene e i costumi di Roberta Guidi Di Bagno erano adeguatamente sfarzosi, ma sono parsi poveri per chi aveva negli occhi la contemporanea e monumentale «Armide» di Pizzi che si alterna alla «Vedova». L'orchestra non era quella scaligera, ma il complesso sinfonico intitolato a Giuseppe Verdi con la direzione di Paul Connelly. Non è sembrato molto preoccupato di raffinatezza ed ha spesso calcato la mano su ritmi sfacciati. Comunque per tutti successo incontrastato. Luigi Rossi Arriva alla Scala a novant'anni dalla sua creazione Sul palcoscenico anche Gheorghe Iancu Un momento de «La vedova allegra» che ha compiuto 90 anni