Il B52 batte il Phantom

Il B52 botte il Phantom Il B52 botte il Phantom Due aziende dal passato glorioso NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Alla caduta del Muro di Berlino c'era un'espressione magica che circolava ne^li Stati Uniti ed era «dividendo della pace». Con la fine della Guerra fredda, si diceva, le grandi spese militari diminuiranno e il governo potrà impiegare le proprie risorse altrove. I calcoli abbondavano e il più famoso fu la «scoperta» che il costo di un F-15 era equivalente a quello di un college. Ma non tutti ridevano. Le industrie belliche, per esempio, erano preoccupatissime delle repentina «riconversione produttiva» cui gli sviluppi politici mondiali le costringevano, e c'era anche chi faceva predizioni per stabilire quale di quelle industrie sarebbe caduta e quale sarebbe riuscita a sopravvivere. La più precaria fu considerata la McDonnell Douglas, per via della sua reputazione che la voleva molto più abile nell'ottenere le commesse del Pentagono che nello sviluppo della sua attività progettuale; mentre la più solida fu considerata la Boeing, che dopo una lunga storia di produzione militare (era stata lei a partorire il B-17 - la famosa «Fortezza volante» della Seconda guerra mondiale - il B-29 e il B-52, in assoluto l'aereo più «longevo» nella storia dell'aviazione militare americana) si era lanciata già negli Anni 70 anche nella produzione civile. Il suo grande colpo fu il Jumbo, cioè il Boeing 747, che oltre tutto, in quell'epoca di frequenti dirottamenti, fu presentato come «l'indirottabile». Non era vero, poco dopo la sua entrata in funzione un Jumbo fu costretto ad atterrare a Cuba, che in quel periodo era la meta preferita dei dirottatori, ma il mercato perdonò alla Boeing quella bugia decretando al suo 747 un successo strepitoso. Oggi quell'aereo e i suoi «fratelli» più giovani, il 737, il 757, il 767 e il 777, portano ogni giorno in volo per il mondo la metà dei viaggiatori. Questo senza trascurare la produzione militare, visto che la serie degli «F» e gli Awacs, gli aerei radar, sono anch'essi della Boeing. Dopo qualche anno, quelle previsioni si sono rivelate esatte. Essendosi presentata all'ap- puntamento della fine della Guerra fredda con una produzione quasi completamente concentrata sui contratti del Pentagono (dai suoi stabilimenti sono usciti i «Phantom», gli «Skyhawk» e vari elicotteri da combattimento) la McDonnell Douglas ha visto regolarmente restringersi le commesse, senza essere in grado di mettere in piedi una produzione «alternativa» che le consentisse di andare avanti. La «sentenza» di due settimane fa, che l'ha vista esclusa dalla gara finale per la costruzione del «Joint Strike Fighter», le ha dato il colpo finale. Continuerà a sopravvivere, ma con un altro nome, quello della Boeing che l'ha «comprata». [f. pan.] II numero uno della McDonnell Douglas, John McDonnell

Persone citate: John Mcdonnell, Joint, Phantom

Luoghi citati: Berlino, Cuba, New York, Stati Uniti