La Bonner Eltsin voleva comprarmi
La moglie di Sacharov: mi offrirono 1 milione di dollari perché lo votassi La moglie di Sacharov: mi offrirono 1 milione di dollari perché lo votassi La Bonner: Eltsin voleva comprarmi Ma la pasionaria democratica votò inveceJavlinskij «Ho voluto mostrare la vera faccia del potere russo» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per un milione di dollari cercarono di comprare Elena Bonner. Più cinquantamila per pubblicare le Memorie di Andrei Sacharov. Purché accettasse di dichiarare pubblicamente che votava per Boris Eltsin. E' stata la stessa vedova del premio Nobel a rivelare questa sbalorditiva circostanza in una intervista pubblicata sull'ultimo numero della Literaturnaja Gazeta. «L'ammimstrazione presidenziale (leggi gli emissari di Anatolij Ciubais, ndr) intavolò delle trattative con me al riguardo e promise di stanziare per la casa editrice Diritti dell'uomo la somma di 50 mila dollari per l'edizione delle Memorie di Andrei Sacharov, sempre che io dicessi che appoggiavo Boris Eltsin». Così, senza giri di parole, Elena Bonner denuncia la prima fase dell'avvicinamento cui fu soggetta nell'immediata vigilia del voto presidenziale, il giugno scorso. Che la campagna elettorale di Eltsin sia stata condotta, a dir poco, spregiudicatamente, non è un mistero per nessuno dopo lo scandalo ormai esploso dei 538 mila dollari trafugati dalla cassaforte di un ministero da parte di due stretti collaboratori di Ciubais. Ma i giornali scrivono molto malvolentieri di cose così spinose, e le televisioni - pubbliche e private - tacciono senza eccezione quando si tratta di cose che possono turbare la quiete del Cremlino. Per cui la signora Bonner si chiede, perplessa, se la Literaturnaja Ga zeta avrà davvero il coraggio di rendere di pubblico dominio quanto sta per dire («non so se pubblicherete oppure no»). Invece il giornale il coraggio l'ha trovato. E così la Bonner può continuare a sparare le sue bordate, anche se le leggeranno soltanto gli ormai pochi let- tori della Literaturnaja e poi cadranno nel più totale silenzio. Cosa sono infatti i 50 mila dollari rispetto al milione tondo tondo (un miliardo e mezzo di lire) che venne sventolato sotto il naso di Elena Bonner purché accettasse le stesse condizioni di cui sopra? In questo caso, precisa la vedova di Sacharov, i giovanotti che fecero le loro avances, usarono «altri canali», cioè non provenenti direttamente dal Cremlino. Ma lei sa bene che il suggeritore era lo stesso e che il denaro era di uno dei potentissimi banchieri che pagarono la campagna elettorale del vincitore. Il milione di dollari sarebbe dovuto servire per il Museo Sacharov, che non ha ancora un edificio ade¬ guato. Vota Eltsin e avrai i soldi per costruire il museo. Si sa com'è andata. Elena Bonner dichiarò che avrebbe votato Javlinskij, suscitando un'ondata d'indignazione nella cosiddetta intelligencija creatrice moscovita. «Io mi rifiutai categoricamente dichiara oggi non meno sdegnata di allora - e i denari, ovviamente, non arrivarono. Ecco la faccia dell'attuale potere in Russia». Insomma Elena Bonner è ormai passata all'opposizione, come Aleksandr Solzenicyn. Chi l'avrebbe mai detto, appena un anno fa? E chi avrebbe mai detto, appena cinque mesi fa, che i comunisti di Ziuganov sarebbero entrati nella maggioranza? Proprio ieri, infatti, i comunisti nella Duma hanno approvato il budget del governo per il prossimo anno, sostenendo quindi Cernomyrdin. E pensare che a giugno l'intera campagna elettorale di Eltsin fu condotta all'insegna del terrore comunista incombente, a colpi di slogan del tipo: o votate per me o non voterete mai più. Ovvero: o votate Eltsin o avrete do¬ mani i campi di concentramento. Improvvisamente tutto diventa chiaro come il sole. Ziuganov strilla ma si mette d'accordo. Come alle eleziom" del 1993 strillava Zhirinovskij, che poi si è messo d'accordo anche lui. Adesso l'unica opposizione nella Duma è quella di Jabloko, il piccolo partito di Javlinskij, l'unico raggruppamento ad avere votato compattamente contro un bilancio dello Stato russo al quale ha creduto, oltre al babau Ziuganov, anche il Fondo Monetario. Il quale alla vigilia del voto, aveva deciso di erogare la rata del prestito di 350 milioni di dollari sospesa a settembre. Giuliette» Chiesa Intervista esplosiva sulla Literaturnaja «I soldi dovevano andare al museo in onore di mio marito» Sopra, Elena Bonner. A sinistra il presidente Boris Eltsin
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