Netanyahu telefona ad Arafat

Netanyahu telefona ad Arafat Il colloquio dopo una giornata di reciproche accuse sui coloni Netanyahu telefona ad Arafat «Gli ho inviato un messaggio di pace» GERUSALEMME. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato ieri al telefono" con il presidente dell'Anp (Autorità nazionale palestinese) Yasser Arafat, apparentemente con l'intenzione di allentare la tensione tra le due comunità. All'agenzia di stampa israeliana «Itim», che chiedeva di sapere cosa il premier avesse detto ad Arafat, Netanyahu ha risposto: «Un messaggio di pace». La conversazione telefonica è avvenuta dopo che Netanyahu ha deciso di inviare un suo consigliere, Yitzhak Molcho, a Gaza per dei colloqui ad alto livello - i primi da settimane - con Yasser Arafat. Per ora non è stato diffuso alcun dettaglio sull'incontro, cominciato a tarda serata. La notizie del «messaggio di pace» è arrivata ieri dopo che nella stessa giornata il primo ministro israeliano, in un'intervista alla radio, aveva sostenuto che «alti dirigenti palestinesi pianificano da settimane un'ondata di violenza» a Gaza ed ih Cisgiordania «perché non vogliono portare avanti il processo di pace». A questa accusa Arafat aveva replicato definendola «una sciocchezza». Nella stessa intervista radiofonica Netanyahu aveva ripetuto che avrebbe continuato ad appoggiare i coloni e a favorire l'estensione degli insediamenti, spiegando: «Il mondo è contro gli insediamenti nella terra di Israe¬ le, ma noi riteniamo che sia un diritto degli ebrei stabilirsi nella loro patria». Netanyahu aveva lasciato intendere di non avere in programma l'autorizzazione alla costruzione di nuove colonie, ma solo l'allargamento di quelle esistenti, specificando che a nuovi insediamenti si potrà cominciare a pensare allorché sarà concluso l'accordo definitivo con i palestinesi. Dal canto suo Arafat aveva avvertito che la decisione assunta venerdì dal governo israeliano riguardo gli sgravi fiscali ai coloni «è una bomba molto pericolosa». «Invece di compiere i passi necessari per l'accordo, puntano ad allargare gli insediamenti. E' orribile pensare al conflitto che questa scelta potrebbe provocare», aveva dichiarato Arafat al quotidiano Yediot Ahronot. In un discorso pronunciato successivamente a Gaza, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese ancora aveva affermato che il governo Netanyahu «non vuole la pace» e che sta cercando il modo per stracciare gli accordi conclusi dal precedente esecutivo laborista. Ad acuire la tensione sempre ieri, prima della telefonata intercorsa tra i due leader, ha poi contribuito l'annuncio dato dal colonnello Jibril Rajoub, capo della sicurezza in Cisgiordania: l'Anp non consegnerà alle autorità israeliane i presunti responsabili dell'agguato in cui mercoledì scorso furono uccisi a Beit El una donna ebrea di 42 anni e il figlio di 12. «Non consegneremo mai nessuno agli israeliani. Abbiamo le nostre corti e faremo i nostri processi», ha detto Rajoub. In questi giorni le forze dell'ordine palestinesi hanno arrestato decine di attivisti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, la fazione dell'Olp che si oppone agli accordi di pace e ha rivendicato la responsabilità dell'agguato. Frattanto l'aviazione israeliana ha bombardato ieri a tre riprese un feudo del filoiraniano hezbollah nel Sud della valle della Bekaa sotto controllo siriano. Non sono stati resi noti bilanci su eventuali vittime. [Agi-Ansal li premier Benjamin Netanyahu

Luoghi citati: Beit El, Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme, Palestina