Pirandello secondo Lavia con Orsini e la Marinoni di Monica Bonetto

IL GIUOCO DELLE PARTI ALFIERI IL GIUOCO DELLE PARTI Pirandello secondo Lavia con Orsini e la Marinoni ON è facile decidere di confrontarsi con ciò che nella memoria collettiva ha assunto col tempo i tratti paralizzanti della perfezione. E' questa una delle ragioni (se non la principale) per cui testi teatrali di ottima fattura, di sicuro impatto, che offrirebbero allettanti e disparate soluzioni sceniche, vengono volutamente ignorati dalle grandi Compagnie. Il raffronto con il ricordo mitizzato di una interpretazione «storica» preoccupa anche i più temerari inducendoli a non azzardare operazioni dall'esito incerto. E' il caso di una commedia scritta da Pirandello nel 1918 e portata in scena alla fine di quel medesimo anno da Ruggero Ruggeri ed Emma Gramatica: «Il giuoco delle parti». Fu una tra le opere pirandelliane meno frequpntate teatralmente, sino a quando non fu «riscoperta» attraverso l'allestimento che ne fece circa trent'anni fa la famosa Compagnia dei Giovani: Romolo Valli, Rossella Falk e Carlo Giuffrè ricoprirono i ruoli principali, Giorgio De Lullo si occupò della regia, Pier Luigi Pizzi disegnò le scene. E fu successo. Tanto che negli anni seguenti, sebbene si cimentassero con il suddetto Orsini e Laura Marinoni in «FIgiuoco delle parli» all'Alfieri Nellafoto sol lo a sinistra un passo da Schiaccianoci al Teatro di Torino Sotto a destra Giancarlo Perempruner con uno dei suoi strumenti dramma registi e attori del calibro di Giancarlo Sbragia ed Egisto Marcucci, Aroldo Tieri e Alberto Lionello, l'impronta data in quella celebre edizione continuò ad aleggiare indelebile. Ora è la volta di Umberto Orsini e Gabriele Lavia. Il primo in veste d'interprete, il secondo in quella di regista, proporranno al Teatro Alfieri dal 17 al 22 dicembre il loro allestimento de «Il giuoco delle parti». «In questi anni - ha scritto Orsini - mi sono avvicinato sempre più al mondo di Pirandello tentando di abbassare il superomismo di alcuni suoi personaggi a larve sofferenti e disperate come neri scarafaggi, che, mossa la pietra sotto cui si tenevano nascosti, si devono per forza dibattere nel deserto privo di ripari che diventa la vita sulla nuda terra». «So che Gabriele Lavia - ha poi concluso - è il regista che può sollevare questa pietra per spaccarne la risaputa vicenda, turbandola cogli echi di tante cose che vi si nascondono». La «risaputa vicenda» è quella del «saggio-filosofo» Leone Gala, marito tollerante e permissivo sino a quando la sua consorte non subisce un'offesa che lo costringe a reagire e a recuperare pubblicamente il ruo¬ lo cui aveva da tempo abdicato nel proprio tranquillo ménage familiare. Sfiderà a duello l'aggressore della moglie, salvo poi, con ineccepibili argomentazioni, costringere a battersi, al proprio posto, l'amante di lei. Accanto a Leone Gala-Orsini recitano, nel ruolo della moglie Silia, Laura Marinoni, nel ruolo di Guido Venanzi (l'amante), Massimo Lodolo. Vi sono poi Gianni De Lellis, Alberto Ricca, Alkis Zanis e Giorgio Contigiani. Le scene e i costumi sono di Paolo Tommasi, le musiche di Giorgio Camini. Monica Bonetto Il giuoco delle porti Teatro Alfièri, piazza Solferino 4, dal 17 al 22 dicembre ore 20,45. Tel. 517.62.46