Psicologia dei divertimenti estremi

Psicologia dei divertimenti estremi Psicologia dei divertimenti estremi I TITANI DEL TERRORE \T\ \ M 1 \T (A(DEFIN' SACRE USA; A WPASSEGDELL'AS i-LJL "PROGETTO 2000" (ALLO STUgf») (DEFINITO DA JÉllNI IL ' SACRO GRAAL'} EUROPA E USA; 60 METRI DI CADUTA A W CHE DARÀ'Al PASSEGGERI L'IMPRESSONE DELL'ASSENZA Di GRAVITA'. O L\ i l l I M i-LJL\ i l l I M LO chiamano il «Sacro Graal» dei maniaci dell'ottovolante: una caduta perfettamente verticale in cui gli amanti del brivido potranno sperimentare l'assenza di gravità mentre precipitano verso il basso. Il nuovo ottovolante sta per essere realizzato in segreto dalla Bollinger e Mabilìard, un'azienda svizzera specializzata nella realizzazione di macchinari del brivido ad alta velocità. Poiché i grandi parchi di divertimento sparsi per il mondo cercano di superarsi l'un l'altro con progetti sempre più eccitanti, molti temono che la realizzazione di un simile «mostro» dell'ingegneria (che realizzerebbe la caduta libera perfetta) possa declassare in un sol colpo tutti gli altri ottovolanti dove legioni di spericolati vanno alla ricerca di emozioni violente. Nei grandi lunapark esistono già degli ascensori in cui la gente può cadere verticalmente a velocità mozzafiato, ma incorporare una caduta a 90° nella struttura irregolare di un vero ottovolante non è ancora stato fatto. Il pezzo forte sarebbe un volo verticale di circa 60 metri all'uscita di una curva gigantesca alla folle velocità di 170 all'ora; un effetto non facile da ottenere in quanto pone problemi di ingegneria estremamente complessi. Attualmente la caduta più rapida, inserita nel circuito di un ottovolante, è quella del Desperado, nei pressi di Las Vegas, che ha un'inclinazione del 67 per cento. Tuttavia, sono in molti a sperare nella prossima realizzazione del «Sacro Graal». Anche se le variabili da considerare sono molte (velocità dei giri, temperatura e frizione delle ruote dentate, resistenza degli snodi delle strutture portanti...), il computer consente oggi di fare in un attimo lunghissimi calcoli e di simulare il «comportamento» di un ottovolante che si muova a velocità differenti, nei diversi tratti di percorso., con carichi variati. 1 La richiesta di giostre sempre più eccitanti va di pari passo con una vera e propria ma¬ nia dell'ottovolante che si è diffusa negli ultimi cinque anni in Europa come negli Stati Uniti, tanto che 1'«Associazione internazionale dei lunapark» ha dichiarato il 1996 l'anno dell'ottovolante. Anche le cifre danno l'idea di come il fenomeno sia in forte espansione: negli ultimi anni, nel mondo, sono stati costruiti più di 100 nuovi ottovolanti e altri 70 sono in via di costruzione. Ma che cosa induce a lanciarsi su un percorso tortuoso e scosceso a folle velocità e a volere ripetere molte volte la stessa esperienza? Una possibile risposta è di natura neurochimica. Molti di coloro che amano le giostre che salgono o scendono a grande velocità e che sviluppano quasi una forma di dipendenza nei confronti di questo divertimento, hanno un livello piuttosto basso di monoaminossidasi (MAO) nel cervello. Questi enzimi, che regolano il metabolismo delle amine cerebrali, agiscono sull'umore e sull'attivazione, e si ritiene che coloro che hanno una scarsa attività enzimica cerchino di compensare questa mancanza innalzando il loro livello di attivazione artificialmente, attraverso delle modifiche dell'ambiente interno, cioè del loro cervello. Un'altra possibile ragione è legata alla percezione del pericolo. Lo stato di emergenza comporta un innalzamento di un'altra componente chimica del cervello, le endorfine, che si producono quando proviamo stress o dolore per ridurre gli effetti di queste condizioni. Al termine della corsa, il passeggero ha un maggior livello di queste sostanze chimiche nel cervello e si sente bene: è il senso di sollievo per essere ancora vivo! Anche l'anoressia nervosa, le maratone e il masochismo sono legati a dinamiche simili. E naturalmente c'è l'aspetto del brivido a cui contribuiscono svariati fattori. Oltre alla percezione del rischio e della mancanza di controllo (si è completamente in balia del meccanismo), attirano anche l'imprevedibilità del percorso e il senso di incertezza che ne deriva. Infine, anche i fattori personali sono importanti: la sicurezza di sé riduce ovviamente la paura; la noia porta a cercare l'evasione; coloro che amano il rischio nelle sue varie forme desiderano sempre mettersi alla prova. Qualunque sia il motivo, vi sono oggi molti appassionati di queste forme di divertimento che hanno ormai un bagaglio di conoscenze in materia e delle preferenze sofisticate. C'è, per esempio, chi preferisce gli ottovolanti in legno a quelli in acciaio, tanto che per venire incontro alle richieste di questi «intenditori» a Warrington, in Inghilterra, ne è stato costruito uno, tutto in legno lavorato a mano, quando ormai erano decenni che non si usava più questo materiale per gli ottovolanti. Gli appassionati del legno sostengono che gli ottovolanti metallici hanno un movimento uniforme e regolare «prevedibile» per i più snob mentre gli altri sono dotati di una loro «personalità». Una corsa sulla cremagliera in legno non è mai del tutto uguale alle precedenti perché il legno può dilatarsi e restringersi di qualche grado con la temperatura, il peso dei carrelli, la velocità e l'umidità; per non parlare poi del rumore e degli scricchiolii sinistri che annunciano false catastrofi e portano alla liberazione finale, alla catarsi. Anna Oliviero Ferraris Università di Roma

Persone citate: Anna Oliviero Ferraris, Bollinger

Luoghi citati: Europa, Inghilterra, Las Vegas, Roma, Stati Uniti, Usa