CUORI DURI «I cattivi d'Inghilterra, isola di spietati con poche speranze» di Masolino D'amico

CUORI DURI CUORI DURI I cattivi d'Inghilterra, isola di spietati con poche speranze TUTTI i bambini a un certo punto dicono parolacce per scandalizzare la vecchia zia, e il fenomeno corrispondente in letteratura nei Paesi di lingua inglese si è esaurito da tempo, la sua ultima commercializzazione essendo stata i romanzi efferati di E. Bretton Ellis; parlare di scrittori cattivi (non di cattivi scrittori) contrapposti a quelli buoni (in senso veltroniano) non è dunque colà attuale come adesso sembra lo sia da noi. Certo, se per cattivi si intendono quegli scrittori che contemplano senza batter ciglio gli aspetti più crudeli del mondo contemporaneo, gli esempi non mancano, ma direi che la tradizione si mantiene più viva in Inghilterra dov'è nata che negli Stati Uniti, dove le mode passano in fretta. Due americani «cattivi» recenti possono essere tuttavia Sleepers di Lorenzo Carcaterra (Rizzoli), le cui torture e sodomie inflitte agli ospiti di un riformatorio, presentate come vita vissuta, pare peraltro fossero fasulle, e Via da Las Vegas di John O'Brien (Feltrinelli), la cui cronaca di un cupio dissolvi alcolico nell'assurda capitale del gioco ha l'accento della verità - non per nulla l'autore è poi morto suicida. Ma ripeto, la roba autentica in questa vena va cercata oltremanica, che il Paese di Jeeves e dei tè sul prato con tovaglie inamidate è stato il primo nella descrizione del proprio degrado, e rimane il più spietato. Nei Racconti con cui Ian McEwan esordì alla fine degli Anni Settanta, ora riproposti da Einaudi, parla uno dei fondatori, e in questi pezzi, che sono anche esercitazioni letterarie in più stili, figurano incesti nel sottoproletariato, travestiti straccioni, delinquenza minorile e altre amenità, inaugurando un lungo filone percorrendo il quale si arriva oggi allo scozzese Irvine Welsh, il cui Trainspotting, bravamente tradotto da Giuliana Zeuli per Guanda, dà dei punti anche al pur tutt'altro che edulcorato film che ne è stato tratto da Danny Boyle senza evitare episodi disgustosi come le incontinenze e addirittura i tuffi a faccia avanti nelle feci cui talvolta sono costretti i personaggi, emarginati, la cui unica realtà è rappresentata dalla droga. Esorcizzare una simile visione di male, ancora più inquietante perché consegnata con umorismo e non con toni apocalittici, appare arduo, e non sembra facile segnalare libri corrispondentemente edificanti sul fronte opposto. Un po' di ottimismo si può trovare nelle storie dublinesi di Paddy Doyle; e forse una piccola vittoria della luce è contenuta nel poemetto V (abbreviazione di «Versus», ossia «contro»), tradotto da Massimo Bacigalupo con altri di Tony Harrison (Einaudi). Qui l'autore si indigna con gli hooligans, proletari come lui, che hanno lordato le tombe dove riposano i suoi cari, e tenta di spiegare a costoro la stupidità del gesto e contemporaneamente, ma questo an¬ e O'Be Welsmist che a se stesso, il motivo e il significato della propria dedizione alla poesia. Siffatta ricerca di valori positivi in mezzo alla birra, al vomito e all'immondizia contiene forse un messaggio più attendibile di quello dell'appena arrivata Lettera d'amore di Cathleen Schine (Adelphi), dove la letteratura è ordine e piacevolezza, anche grazie alla saggia distribuzione che ne fa una bella libraia che nel frattempo si regala una rinfrescante awenturetta erotico-sentimentale in un immacolato villaggetto del New England dove nessuno ha problemi gravi. Se cercavate una fiaba natalizia, l'avete trovata. Masolino d'Amico Gli americani Carcaterra e O'Brien battuti da Me Ewan e Welsh. Il caso della «Lettera» misteriosa di Cathleen Selline

Luoghi citati: Inghilterra, Stati Uniti