FRA LE NUVOLE «Nella società greca di Aristofane piu' intricata e snob della nostra» di Franco Lucentini

FRA LE NUVOLE FRA LE NUVOLE Nella società greca di Aristofane più intricata e snob della nostra SIA chiaro, ci sono molti (la maggioranza) cattivi libri, non ci sono libri cattivi. Un libro che sia programmaticamente «cattivo» darà ben presto al lettore un'impressione di meccanicità, di prevedibilità («Uffa, stai a vedere che ora strozza il bambino e stupra la nonna col Black & Decker che ha comprato a pag. 9»), segno sicuro di un cattivo libro. Esempio classico il marchese di Sade, cattivissimo a priori, noiosissimo in corso di lettura. Il contrario è del resto altrettanto vero, secondo la celebre formula di Gide: è con i buoni sentimenti che si fa cattiva letteratura (ma di sdolcinati sentimenti fece largo uso lo stesso Gide, va ricordato). Cattivo si può senza dubbio definire Thomas Bernhard. Chi apre il suo ultimo romanzo, Estinzione (Adelphi), sa già che deve aspettarsi il peggio. Ma questo «peggio», e qui sta l'arte del grande scrittore, è ancora una volta presentato con tale esagerata virulenza, con una ferocia così martellante, che l'invettiva assume proporzioni cosmiche e insieme irresi stibilmente comiche. Spirale dopo spi rale, tutta la famiglia (di ricchi possidenti austriaci) ci passa, madre orrenda, padre meschinissimo, fratello ottuso, sorelle ancora con trecce e costume tirolese a quarant'anni, e poi via via Vienna, la Mitteleuropa, la lingua tedesca, i diplomi, la fotografia (massima sciagura per l'umanità), in uno sfogo estintorio dai ritmi e dai continui ritorni bachiani che agli ammiratori di Bernhard sembrano l'unica tecnica praticabile per raccontare una storia oggi. Di cattivissimo merita la qualifica Aristofane, perlomeno in queste Nuvole ora uscite presso la Fondazione Valla (Mondadori) con un ricco commento, vero e proprio albero di Natale scintillante di notizie sulla società greca del tempo (circa 2500 anni fa), dilaniata, spaventata, intricata e snob quanto e più della nostra. Vittima della devastante satira è il filosofo Socrate con la sua «scuola» di perdigiorno zazzeruti, mollicci, vaniloquenti (ah, i giovani d'oggi), senza però che l'autore risparmi la «morale» dei vecchi tempi, dileggiata con pari sarcasmo. Nero su tutta la linea dell'orizzonte, come 2500 anni dopo. Ai buoni sia dato Mike Bongiorno, con l'intera Enciclopedia della televisione che gli ruota per così dire intorno. La monumentale opera (Garzanti) è a cura Aldo Cras40 anni dIn seicentil lessicitaliano, Iroscenità e Aldo Crasso racconta 40 anni di televisione In seicento citazioni il lessico erotico italiano, Ira metafore, oscenità e doppisensi o racconta televisione citazioni erotico metafore, doppisensi di Aldo Grasso, noto critico tv che ha il raro dono di trattare la materia mantenendo in sottofondo il senso delle proporzioni, ovvero: il caro Mike conta pur sempre meno di Lutero. Lettura intensamente nostalgica ove la tv sia percepita, consciamente o no, come un caminetto alla cui fiamma perenne amici, parenti, vicini di casa si sono scaldati le mani. Quanti nomi, quanti programmi dimenticati e qui ritrovabili con la lacrima al ciglio! Quasi un album di famiglia. Ma il corredo tecnico è eccellente, molto chiaro, e l'evoluzione del «mezzo» dagli esordi Rai all'attuale duopolio è narrata in modo esauriente. Sarà un pregiudizio, ma tutta questa «roba» così vicina a noi e così spesso fastidiosa, se rivisitata sfogliando le pagine di un libro prende una sua arietta «storica» e già interessante. Un altro volumone buonifica allo stesso modo una materia ritenuta per antonomasia «cattiva». Titolo e sottotitolo dicono tutto: Dizionario storico del lessico erotico italiano. Metafore, eufemismi, oscenità, doppisensi, parole dotte e parole basse in otto secoli di letteratura italiana. Oltre seicento pagine di citazioni raccolte e ordinate da Valter Boggione e Giovanni Casalegno per l'editore Longanesi. E noi che credevamo di saperle tutte, le parolacce. Cario Frutterò Franco Lucentini