Londra, così trasloca un mito di Fabio Galvano

Londra, così trasloca un mito il caso. Con l'addio aBloomsbury mette in crisi ilMuseum che gli affittavailocali Londra, così trasloca un mito La British Library cambia sede, fra le proteste LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' il più grande trasloco di libri nella storia. Oltre 12 milioni di volumi, fra i quali alcuni gioielli come la Magna Charta e la prima Bibbia di Gutenberg, si spostano dalla vecchia sede del British Museum, a Bloomsbury, a una avveniristica costruzione accanto alla stazione di St. Pancras, che è costata anni di polemiche, colossali ritardi e una pioggia di miliardi. Per risistemare quei dodici milioni di volumi della British Library, la biblioteca nazionale, è stata organizzata e avviata nei giorni scorsi una ciclopica operazione: occorreranno 5600 viaggi degli speciali anonimi furgoni antirapina. Tre anni, se tutto andrà bene, con 40 addetti a tempo pieno. E molti si chiedono perché, anche perché il trasloco della Library avrà sgradevoli ripercussioni a catena. Della necessità di un nuovo edificio si parlava già nel 1952. Ma fra proteste, polemiche, commissioni d'inchiesta, solo nel 1974 viene fissata l'ubicazione definitiva. Altri cinque anni trascorrono prima che prenda forma un progetto di edificio: lungimirante ma faraonico, purtroppo legato a schemi architettonici dell'epoca che susciteranno in seguito altre polemiche ("troppo cemento», «come uno scatolone», «orrendo»). Di ritardo in ritardo, dalla stima originaria di 164 milioni di sterline si è passati agli attuali 511 (quasi 1300 miliardi dj lire). La prima cannonata di libri è stata celebrata come un momento storico nella vita della British Library. Decine di flash hanno illuminato quel piccolo tratto dei 300 chilometri di scaffali, sistemati in quattro piani sotterranei, quando il primo libro ha trovato la sua collocazione m quello che sarà forse un brutto edificio, ma è sicuramente quanto di meglio ci sia per conservare quel bene così deperibile che è la carta stampata. Un sistema centralizzato di computer mantiene la temperatura a 16 gradi e l'umidità al 60 pei cento, i livelli indicati come ottimali per conservare libri di ogni età. Ma soltanto nel novembre 1997 una prima sezione sarà aperta al pubblico. Per le altre si dovrà continuare a frequentare la vecchia se- de. E fare la spola, se necessario. «E' un processo molto complesso, non è come riempire gli scaffali di un supermercato», si è difeso il direttore Brian Lang mentre quel primo volume, un'antologia di poesia intitolata Oxford Book of Engìish Traditional Verse, toccava i nuovi scaffali. Ma è stata l'unica volta per i fotografi: il trasloco, per motivi di sicurezza, sarà top secret. Magna Charta a parte, non si vogliono suscitare interessi poco appropriati per il famoso «First Folio» delle opere di Shakespeare, o per il celebre atlante di Klencke che misura quasi due metri, e neppure per il libro più piccolo, un Nuovo Testamento grande come un pollice. Insomma, per tutti i tesori che saranno rinchiusi in un'apposita galleria, aperta al pubblico - come un museo soltanto a partire dal 1998. Ma la nuova sede della biblioteca avrà ripercussioni dolorose. Anzitutto, con l'abbandono del British Museum, sarà la condanna per la splendida sala di lettura circolare, situata sotto una maestosa cupola alta 42 metri. E' la Beading Room allestita nel 1857: la più famosa del mondo, con i tavoli di lettura sistemati come i raggi di una bicicletta, dove Karl Mare in esilio a Londra scrisse II capitale e dove lavorarono a lungo generazioni di poeti e romanzieri, da Charles Dickens a W. B. Yeats, da Virginia Woolf a William Thackeray. C'è stata una sollevazione mondiale per l'abbandono della Reading Room, destinata a essere trasformata, con pareti di plexiglas e divisori d'acciaio, schermi di proiezione e una batteria di video per l'Internet, in un «centro d'informazione multimediale». «Una barbarie», l'ha definita la commissione parlamen¬ tare per la Cultura. «Non trasformate la Reading Room in un centro commerciale», ha implorato dall'America l'Università di Harvard. Ma è una battaglia già persa. Né è la sola ripercussione dolorosa. Con il trasloco della Library si crea un'improvvisa voragine nei bilanci del British Museum che l'ospitava e che per l'affitto dei locali si faceva pagare circa 8 miliardi l'anno. A quel minor introito si affianca un aumento dei costi che ha fatto suonare un campanello d'allarme. Di fronte alla prospettiva di toccare entro 0 2000 un deficit di 25 milioni di sterline, circa 62 miliardi di lire, c'è chi ha suggerito di far pagare un biglietto d'ingresso ai 6 milioni di visitatori annuali. C'è stata una levata di scudi. Per ora quel rischio è stato scongiurato, ma non perché si siano trovati fondi nuovi. E allora si parla di possibili licenziamenti fra i 1200 dipendenti. Il futuro è incerto. Una situazione né chiara né gradevole, attorno alla Library che trasloca. Ma dopo due secoli e mezzo fu fondata nel 1753, come parte del British Museum da cui fu formalmente separata nel 1973 - aveva davvero bisogno di nuovi spazi e di una protezione dal crescente inquinamento dell'aria che si respira a Londra. Cresciuta attorno a un «nocciolo duro» di 60 mila volumi appartenuti a Giorgio HI, il «re pazzo», era da mezzo secolo a corto di scaffali. Nel dopoguerra alcune sezioni erano state trasferite in una dozzina di altri edifici, sparsi per Londra. Ora vivrà tutta riunita sotto un unico tetto: davvero indipendente, anche se a costo di miliardi che fanno mugugnare gli inglesi e di un trasloco mai visto. Fabio Galvano E la celebre Reading Room cambia volto: ospiterà i computer "§T "ftT' tf iti L'ingresso del British Museum, a Londra, che fino a qualche giorno fa ospitava la British Library: per traslocare i 12 milioni di volumi occorreranno almeno tre anni

Persone citate: Brian Lang, Charles Dickens, Folio, Giorgio Hi, Gutenberg, Karl Mare, Shakespeare, Virginia Woolf, William Thackeray, Yeats

Luoghi citati: America, Londra, Oxford