«Niente congedo per le nozze in chiesa» di Alessandra Pieracci

«Va fruita in concomitanza con il rito civile», ma il Tar dà ragione alla coppia di sposi «Va fruita in concomitanza con il rito civile», ma il Tar dà ragione alla coppia di sposi «Mente congedo per le nozze in chiesa» Genova, il Viminale rifiuta la licenza a due poliziotti BRACCIO DI FERRO SULLA LUNA DI MIELE SGENOVA I sono innamorati col passamontagna e il mitra, incontrandosi in tutta Italia durante le operazioni del Nucleo prevenzione crimine. Agente scelto lei a Milano, agente scelto lui a Genova, si sono sposati prima in Comune e poi, un mese e mezzo dopo, in chiesa. Ma al ritorno dal viaggio di nozze hanno avuto l'amara sorpresa: il ministero dell'Interno ha negato il congedo matrimoniale ai due poliziotti perché, secondo l'interpretazione degli esperti romani, può essere concesso solo dopo il matrimonio civile e non dopo quello religioso. Carmelo, 29 anni, e Maria, 28 anni, ne hanno fatto una questione di principio, oltre che di ferie da recuperare, e si sono rivolti a un avvocato, che ha presentato ricorso al Tar. Il primo round è a loro favore: il Tribunale amministrativo regionale, in attesa della sentenza definitiva, ha sospeso nei giorni scorsi la decisione del ministero dell'Interno. «Sorprendente» viene defini- ta dall'avvocato della coppia, Stefano Betti, l'interpretazione dell'articolo 37 del Dpr 10/1/1957 n. 3, secondo cui il congedo matrimoniale «deve essere fruito esclusivamente in concomitanza con il rito civile e non può essere procrastinato nel tempo». Come ricorda il legale, infatti, la norma recita testualmente: «Il congedo straordinario compete di diritto quando l'impiegato debba contrarre matrimonio o sostenere esami o, qualora trattasi di mutilato o invalido di guerra o per servizio, debba attendere alle cure richieste allo stato di invalidità. Nel caso di matrimonio l'impiegato ha diritto a 15 giorni di congedo straordinario». La data delle nozze non sarebbe determinante, come sostiene l'avvocato nel ricorso, «nell'individuazione della decorrenza del congedo». A far da precedente in questo senso, una sentenza del Tar della Lombardia, il 22 marzo '79, secondo cui il congedo matrimoniale va concesso «secondo le modalità prescelte dall'impiegato». «Dopo che Maria ha ottenuto il trasferimento a Genova - racconta Carmelo - abbiamo deciso di sposarci il più presto possibile. L'idea del rito civile prima di quello religioso è nata per la necessità di ottenere il prestito matrimoniale che l'amministrazione concede però solo a nozze avvenute. A noi quei soldi servivano proprio per pagaie la cerimonia e le prime spese di casa, così abbiamo dovuto far partire in anticipo l'iter burocratico, sposandoci il 23 marzo. Poi, il 5 maggio, c'è stato il matrimonio vero, nel paese di mia moglie». Quando gli sposi sono partiti, tutto sembrava tranquillo. «Non siamo stati i primi a seguire questa prassi. Altri colleghi ci avevano preceduto, senza problemi, in anni prece¬ denti». Carmelo e Maria sono fiduciosi di recuperare quelle ferie sfumate con il viaggio di nozze: «Vogliamo riuscire a stare finalmente un po' insieme, in vacanza, dopo esserci rincorsi da Palermo alla Sardegna durante il fidanzamento». Versione armata e mascherata dei due innamorati di Peynet, gli agenti speciali hanno vissuto una love-story tanto romantica quanto avventurosa e movimentata. Ora gli sposi poliziotti non fanno più parte del reparto speciale e conducono una vita più tranquilla, lavorando in due commissariati della città. «Fino a oggi, comunque - dice Carmelo - la sospensiva del Tar non ha avuto ripercussioni sull'atteggiamento del ministero e stiamo ancora aspettando che ci vengano restituite le nostre ferie». Le ultime che la coppietta felice potrà fare in tranquillità, tra la primavera e l'estate prossima, perché «poi vogliamo avere un bambino». Alessandra Pieracci

Persone citate: Di Miele, Peynet, Stefano Betti

Luoghi citati: Genova, Italia, Lombardia, Milano, Palermo, Sardegna