In trappola il «re della spazzatura» di Vincenzo Tessandori

E' stato bloccato dopo che la figlia aveva prelevato il denaro a lei intestato E' stato bloccato dopo che la figlia aveva prelevato il denaro a lei intestato In trappola il «re della spazzatura» La Spezia, arresti domiciliari per l'imprenditore Duvia Avrebbe preparato tre miliardi e mezzo in vista della fuga LA SPEZIA. Preso. Forse al momento di scappare, se i sospetti della procura sono giusti. Perché la situazione potrebbe anche precipitare nei prossimi giorni quando arriveranno i risultati delle analisi sui rifiuti della collina di Pitelli, quella alle spalle dell'Oto Melara e che sembra nascondere il peggio del peggio, diossina di Seveso compresa. E quella discarica è un po' la miniera d'oro di Orazio Duvia. Ecco, nell'attesa che le analisi vengano consegnate al magistrato, lui, il re della spazzatura, come lo chiamano, avrebbe cercato di mettere insieme un gruzzolo per garantirsi un esilio confortevole: tre miliardi e mezzo, ufficialmente di proprietà della figlia Stefania che venerdì, appena prima dell'ora di chiusura, si era presentata in banca per il ritiro. Per Duvia le ultime settimane si sono rivelate pesanti, con quei magistrati che gli hanno fatto sentire il fiato sul collo. Per primi son stati Sebastiano Sorbello, procuratore della Repubblica di Asti, e il sostituto Luciano Tarditi. Hanno dato vita a un'inchiesta incisiva che ha toccato in profondità il traffico dei rifiuti e ha pure sfiorato quello delle armi, fino ad avvicinarsi al segreto dell'assassinio di Ilaria Alpi. Le indagini misero in luce una solida trama che da La Spezia si allungava nell'Astigiano. E in mezzo alla rete, lui, Orazio Duvia, l'uomo forte della «Sistemi ambientali» e della «Contenitori trasporti». Uno molto conosciuto in città, anche per il suo ostentato interesse ai problemi dell'ecologia. Finì in carcere il 28 ottobre con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale. Fu un'operazione in grande, dieci gli ordini di arresto, dozzine le perquisizioni e la conferma che come sostiene pure Piero Luigi Vigna, procuratore nazionale antimafia, con quello delle armi il business dei rifiuti è il più lucroso. E proprio in una di quelle perquisizioni, fatta a Pistoia in casa e nell'ufficio di Romano Tronci, co-starring in Mani pulite, saltò fuori un'agenda nella quale spiccava il nome di Pacini Battaglia. Dopo la prigione, Duvia ottenne gli arresti domiciliari e fu liberato giovedì 26 novembre. Ma nel frattempo la situazione si era aggravata: dopo 18 mesi di apparente disinteresse, le indagini avevano preso un passo deciso. Fatto sta che appena la figlia di Duvia aveva ritirato il gruzzolo, 3 miliardi e 550 milioni, da un libretto al portatore del San Paolo, sono intervenuti la Finanza e gli uomini del Corpo forestale dello Stato. Erano le 14 passate da pochi minuti e il pm aveva ordinato: fermate Duvia. Perché, sottolineava più tardi la Gdf, esisteva un concreto «pericolo di fuga». Si cercava il denaro. Banconote per 3 miliardi e 100 milioni saltavano fuori nel corso delle perquisizioni, oltre ad altri 300 milioni in certificati di de- posito e in assegni. Ma secondo i conti dei finanzieri in quei pochi minuti avrebbero preso il volo 450 milioni. In realtà erano andati «smarriti»: nel pomeriggio di ieri la figlia li ha portati in tribunale. Denaro, in ogni modo, di proprietà di Stefania e non di Orazio Duvia, hanno protestato i difensori Gian Franco e Andrea Corradino che hanno chiesto il dissequestro della somma. Domani il gip Diana Brusacà deciderà sul futuro immediato di Duvia, il re che aspetta il suo destino fra le mura di casa: li chiamano arresti domiciliari. Vincenzo Tessandori Nei prossimi giorni arriveranno le analisi sui rifiuti interrati L'imprenditore Orazio Duvia coinvolto nell'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti

Luoghi citati: Asti, La Spezia, San Paolo, Seveso