IL CONFLITTO DEI DUE MONDI di Massimo Giannini

IL CONFLITTO DEI DUE MONDI IL CONFLITTO DEI DUE MONDI CROMA HE Romiti e Prodi non si amino è storia nota, fin dai tempi dell'affare Alfa Romeo. Ma misurare il «grande freddo» nelle relazioni tra industria e governo col semplice termometro dei rapporti personali sarebbe un errore. E limitarsi a prendere atto della risposta a Prodi del presidente della Fiat, interpretandola come una retromarcia, sarebbe rischioso. Perché dietro la schermaglia verbale - che pure è stata ed è pesante, al punto da configurare una reciproca e forse sproporzionata drammatizzazione nei toni - si cela un malessere profondo che sarebbe sbagliato e pericoloso sottovalutare. Fino a qualche giorno fa si poteva persino ragionevolmente ipotizzare che Romiti, esponente del più grande gruppo industriale del Paese, avvertisse in qualche modo il dovere «morale» di sostenere le preoccupazioni sulla «cappa di piombo» espresse da Giorgio Fossa, di cui è stato uno dei «grandi elettori» al vertice della Confindustria. E si poteva quindi immaginare che lo stesso Fossa avesse a sua volta avvertito il dovere «morale» di sparare ad alzo zero contro il governo, per dar voce al vasto e scoraggiato milieu dei piccoli Brambilla lombardi e dei «padroncini» del Nord-Est orfani della lira debole e corsara, di cui lui stesso è rappresentante. Ma da ieri queste spiegazioni «minimaliste» dello scontro non reggono più. A spazzarle via sono giunti i giudizi di Tronchetti Provera, Pininfarina, Rambaudi, Guidi, D'Amato, e tanti altri. Imprenditori singoli, grandi e piccoli, della ricca Padania e del profondo Sud, altrettanto Massimo Giannini CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA DUBLINO. I Capi di Stato e di governo dell'Unione europea hanno trovato a Dublino l'accordo sul Patto di stabilità, che sancisce i rigorosi criteri di bilancio a cui dovranno attenersi i Paesi aderenti all'Unione economica e monetaria. Per i Paesi il cui deficit superi il 3% del Pil sono previste multe, salvo casi eccezionali o per una grave recessione. E da Dublino il presidente del Consiglio Romano Prodi ha replicato all'intervento alla Bocconi di Cesare Romiti, sulla classe dirigente italiana. «Devo dire che non si è mai visto in nessun Paese ad elevato livello di sviluppo che un industriale privato interferisca così pesantemente nella vita politica». Ma in una dichiarazione il presidente Fiat si è detto «stupito e interdetto» per la reazione. «Ho parlato di deficit della classe dirigente, non ho parlato di governo». Per la Finanziaria, ultimo atto al Senato. Il governo ha deciso di porre la fiducia. Il Polo resterà fuori. Lepri, Martini, Squillante e Zatterin ALLE PAG. 2,3 E 5 OGGI CONIASTAMP^ Specchio e JimCarrey nuovo re della risata Appuntamento oggi in edicola con «La Stampa» e con «Specchio», che nel servizio di copertina racconta la storia di Jim Carrey, l'erede di Jerry Lewis, considerate da critici e da pubblico il nuovo re della risata. C'è poi un reportage sui cent'anni dello sci con un itinerario ideale attraverso le più belle piste delle Alpi, a partire da Sestriere. E, poi, Hong-Kong, la città-Stato, che ritorna alla Cina. ;atoJ pHonche ri ptato, ;^atoJ Spagna, tifoso «acceca» dalle tribune il portiere della squadra rivale

Luoghi citati: Cina, Dublino, Sestriere, Spagna