«Di Rupo, il caso è chiuso»
II vicepremier (7 voti contro 4) non sarà processato per pedofilia II vicepremier (7 voti contro 4) non sarà processato per pedofilia «Di Rupo, il caso è chiuso» L'opposizione insorge: verdetto politico mera per presentare il progetto di riforma della giustizia, non si sono fatti vedere. Dehane (democristiano fiammingo) ha capito che in gioco c'era la tenuta del governo, e in serata ha convinto i suoi a sostenere Di Rupo. «L'onore di un uomo che era stato coperto di fango sulla base di un dossier montato, è stato ristabilito. Sono molto felice che Di Rupo sia stato assolto», ha detto il ministro delle Finanze Philippe Maystadt (democristiano francofono). Il socialista Jean-Paul Henry gli ha fatto eco dicendo che il vice-premier «oggi ritrova l'onore, è assolto, e come uomo politico mantiene tutta l'autorità per assolvere alle sue funzioni di vice primo ministro». Ma anche se la mag¬ gior parte dell'opinione pubblica lo sostiene, Di Rupo non può non uscire indebolito dal voto controverso della Commissione. In ogni caso l'opposizione ce la sta mettendo tutta. «Nella Commissione la maggioranza, col sostegno del primo ministro, ha deciso politicamente di archiviare il dossier Di Rupo - ha detto il lmerale Didier Reynders - dicono inoltre che potrebbero adottare una legge per l'avvenire, per modificare l'articolo 103 della Costituzione». Si tratta della procedura di indagine nei confronti dei membri del governo. Oggi la magistratura è obbligata a chiedere alla Camera la messa in stato d'accusa anche nel caso di una denuncia anonima: un sistema di fatto perverso, che già più di una volta ha rischiato di far cadere il governo. Democristiani e socialisti chiedono ora che la Cassazione possa procedere a interrogatori, audizioni e confronti, mantenendo la riservatezza, e trasmettendo gli atti alla Camera solo nel caso in cui vi siano seri indizi di colpevolezza. Logico e corretto, non fosse che per il fatto che i magistrati belgi sono ancora oggi nominati direttamente dai partiti. Fabio Squillante BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Elio Di Rupo, il vice primo ministro belga, non dovrà affrontare alcun processo. Così ha stabilito la Commissione speciale istituita dal Parlamento per esaminare le accuse di pedofilia lanciate contro il massimo esponente socialista del governo del Regno. Ma la decisione, presa con sette voti a favore e quattro contrari, ha marcato una netta divisione tra maggioranza e opposizione, ed è stata denunciata dai nazionalisti fiamminghi, dai verdi e dai liberali come «una scelta puramente politica». L'annuncio del «non luogo a procedere» è stato dato da Raymond Langendries, presidente della Camera dei deputati, alle tre della notte tra mercoledì e giovedì: «Allo stato attuale, nei dossier trasmessi alla Camera dei rappresentanti non esistono indizi di colpevolezza nei confronti di Elio Di Rupo, e dunque non ci sono elementi tali da giustificare la messa in stato d'accusa del vice primo ministro davanti alla Coite di Cassazione». Dei tre dossier consegnati alla Camera da Eliane Liekendael, procuratore generale della Cassazione, uno era stato già giudicato ininfluente dalla Cassazione stessa, mentre due erano stati rimandati alla Camera per vizio di procedura. Questi ultimi incartamenti contengono alcune testimonianze anonime, una serie di lettere di insulti vergate a mano, una videocassetta recuperata da una deputatessa di estrema destra, risultata estranea al caso, e le dichiarazioni di alcune persone identificabili, che riferivano di aver saputo da terzi che Di Rupo frequentava gli ambienti pedofili. Il tutto era talmente inconsistente che lo stesso presidente del partito liberale francofono (all'opposizione), Louis Michel, ha detto che «il modo in cui quest'affare è stato lanciato è intollerabile in uno Stato di diritto». E tuttavia l'opposizione ha fatto delle accuse un caso politico, chiedendo che le carte fossero rinviate alia Cassazione per un supplemento d'indagine. Visto l'esito incerto, i socialisti francofoni e fiamminghi hanno inviato un avvertimento ai colleghi democristiani con cui sono al governo: mercoledì mattina, quando il premier Jean-Luc Dehanc si e presentato alla Ca- Il leader liberale ammette: scandalo montato in modo indegno di uno Stato di diritto
Luoghi citati: Bruxelles
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