«Diossina nella discarica»

«Diossina nella discarica» «Diossina nella discarica» LA SPEZIA. Nella discarica di Pitelli è stata sepolta anche la diossina. A conclusione del sopralluogo con il collega Silvio Franz, il pubblico ministero Luciano Tarditi di Asti ha confermato la presenza di diossina nella discarica «in quantità ancora da appurare, ma significativa». Il micidiale veleno è stato rinvenuto fra detriti provenienti da un terreno «investito» dalla diossina. Terreno di Seveso?, gli è stato chiesto. «Allo stato non ci sono elementi per mettere in relazione questo ritrovamento con Seveso», ha risposto il pm. Ci sono pericoli per la popolazione? «Sembra che vi sia un rischio non superiore a quello che si correva con l'interramento di questi materiali» ha detto ancora il magistrato. Id. b.] sti nel 1943. Il militare è stato riconosciuto dal supertestimone sulla base della registrazione di una puntata di «Format» dedicata all'oro di Fortezza, nel corso della quale Ponte era stato intervistato. Gli inquirenti hanno fatto scattare una serie di operazioni. E' stata perquisita la caserma dell'esercito di Stilves (nei pressi di Vipiteno) e sono state sentite altre persone: un altro maresciallo dell'esercito, Cosimo Vitolo e Fortunato Mazzelin, ex spedizioniere e amico di Ponte. Da qui si è arrivati fino al confronto fra Aquila e Ponte, avvenuto nel carcere di Bolzano. Ma né la «verità» costituita dalle rivelazioni del supertestimone né la presenza del maresciallo hanno scalfito la rassegnazione di Aquila, che ha confermato per l'ennesima volta la sua versione dei fatti, quella di un omicidio giunto al termine di uno scontro verbale con il titolare della falegnameria. Eppure Aquila e Ponte si conoscevano: solo poche settimane fa avrebbero effettuato un viaggio a Caserta per conto di Lamprecht. E qui le «due verità» cominciano a fondersi. Non per i magistrati, che restano un «muro di gomma» di fronte alle domande dei cronisti. Come quella di «Chi l'ha visto»: in occasione della puntata di martedì sera Giovanna Milella ha azzardato l'esistenza di un commercio d'esplosivi che avrebbe visto coinvolto Ponte, responsabile della polveriera di Fortezza, e Lamprecht, che avrebbe coperto il traffico illecito con le sue attività di export di artigianato artistico. A suffragare questa ipotesi alcuni elementi: il ritro¬ vamento nell'ex base Nato di NazSciaves eh un certo quantitativo eh' miccia occultato con cura, il fatto che Lamprecht e Aquila andassero a sparare nella base dismessa, la scoperta in una grotta nei pressi di Gais di un gran quantitativo di materiale bellico di origine sconosciuta e, se vogliamo, il fatto che la zia di Lamprecht sia Karola Unterkircher, la vivandiera degli Schuetzen condaimata con Karl Ausserer per l'ondala di attentati in Alto Adige negli anni Ottanta. Eppoi tutti quei soldi, milioni e milioni, che Lamprecht conservava un po' ovunque, anche nella sedia a rotelle del fratello: conti esteri e contanti per miliardi, secondo alcune ipotesi. La fidanzata di Lamprecht. Rita Fili, ha appena consegnato agli inquirenti 30 milioni, avuti a suo tempo in consegna da Karl >■ Probabile frutto di evasione fiscale», dicono i magistrati. E per ora le verità resi ano due. Maurizio Di Giangiacomo o 0 * <s <S » Riservato ai piccoli 0 vuoi andare a trovare 0 babbo natale? $crMigli una letterina*