«I miei figli nati in cattività »

«I miei figli nati in cattività «I miei figli nati in cattività » La Mazzoleni: tra V87 e il '91, in piena indagine to l'insulto. Questa volta, da testimone, attraversa il gruppo senza un cenno. Davanti all'aula, quando vede il giornalista che ha pubblicato sue dichiarazioni non autorizzate, e proprio in quella primavera '94, sussurra all'avvocato: «Quello, se si avvicina, gli pesto un piede...». Tailleur nero, foulard di seta a macchie, cappottone cammello, spigliata e decisa, aspetta l'udienza in corridoio e parla dei figli con il maresciallo dei carabi- Antonio Di Pietro con la moglie Susanna e con i figli nati dal secondo matrimonio meri, un vecchio amico. In piedi, fuma due sigarette in un quarto d'ora e concede appena due battute: «Non dico niente perché già troppa gente dice stupidaggini. Magari -scherza potrei scrivere un libro». Autobiografia. Ha in mente il titolo, «Graticola». In aula, più che difendere l'immagine del marito, difende se stessa e i figli. «Sono nati nell'87 e nel '91, in piena indagine, come si suol dire in catti¬ vità». Dice proprio così, in cattività. Per i figli ha lasciato In studio legale del padre, il vecchio Arbace, 82 anni, che dovrebbe esser qui a testimoniare e invece è a casa malato. Sa che la sua testimonianza potrebbe essere importante. Sa che, da lei, il Tribunale si aspetta il racconto di chi è più vicina a Di Pietro e alle sue intenzioni. Quando ha cominciato a meditare l'abbandono della magistratura? «lo l'ho vissuta, io c'ero», risponde al presidente. Ma le sue sono sensazioni, impression:'. «Anche per una nostra scelta di sopravvivenza in casa ne abbiamo sempre parlate poco, molto poco. Se cominciavamo :i parler e del suo lavoro non finivamo più. Credo di essere una dei pochi italiani che non hanno seguito i processi di Antonio in tv». Antonio. Gli amici, o i * amici, lo chiamavano Nini. I giornali lo chiamano Tonino. Susanna Mazzoleni è l'unica a chiamarlo Antonio. ((Antonio che nella primavera del '94 - eccola - vedeva la mia stanchezza e quella della mia famiglia. E a un certo punto mi ha detto "fammi finire Enimont"». Il processo Enimont, quello con Sergio Cusani, per Di Pietro finisce con la requisitoria del 6 dicembre: la data delle sue dimissioni. Ma non finisce la «graticola». Perché in quel periodo arrestano a Parigi il finanziere Ferdinando Mach di Palmstein con un dossier su Di Pietro: ((Antonio aveva scoperto che stavano indagando su di lui e sulla famiglia. Tornato da Parigi era assolutamente fuori di testa. Molto depresso, umiliato...». Nulla sa, né sapeva, di ricatti, soldi dati e poi restituiti, amicizie, pressioni per far dimettere il marito. «Non abbiamo parlato dei motivi della sua scelta...». Eppure, proprio in quella primavera '94, a maggio, Susanna Mazzoleni poteva scommettere: «Mio marito è un magistrato, vuole continuare a fare il magistrato». Allora neppure immaginava sarebbe diventato ministro: «Lui vuole continuare a fare il magistrato». Per Antonio e i due figli, lei ha lasciato il lavoro. Per Susanna, dopo i mazzi di fiori con una rosa bianca in mezzo, dopo la scelta di abitare a Curno, dopo anni di pettegolezzi nel piccolo palazzo di giustizia, lui ha lasciato Bergamo per Milano. «Ma vai a fare il pretore a Cassano d'Adda!», consigliava il vecchio Arbace. Niente. Milano. Mani Pulite. Spara, spara, la faccia, il simbolo, la fama, il ministero, adesso la graticola, le perquisizioni di venerdì scorso, i figli svegliati, Antonio che c'è e non c'è, e magari se ne fosse davvero andato in pretura a Cassano d'Adda... Tanto, a Curno, un grappino alla salvia e un risotto da girare ci sono sempre. Giovanni Cerniti

Persone citate: Antonio Di Pietro, Di Pietro, Mazzoleni, Sergio Cusani, Susanna Mazzoleni

Luoghi citati: Bergamo, Curno, Milano, Parigi