Dalla fiducia alla rabbia Una parabola con Romano

Dalla fiducia alla rabbia Dalla fiducia alla rabbia mxr~-T---7- —- arsaftap jer*r: Una parabola con Romano OROMA RMAI c'è chi lo vede come il leader di un'opposizione anomala, ma non per questo meno vigorosa. Giorgio Fossa, però, nega recisamente - lo ha fatto anche ieri - che il suo scontro con Palazzo Chigi abbia qualche motivazione diversa dagli interessi della categoria che rappresenta e ricorda quel che ha detto dal giorno del suo insediamento: di voler «spoliticizzare» la Confindustria, giudicando il governo solo e soltanto sulla base dei suoi atti. Resta il fatto che, complice una situazione economica che vede pericolosa e non riconosciuta dal governo, Fossa nelle ultime settimane sta diventando la spina più dolorosa nel fianco già discretamente martoriato di Romano Prodi. In una manciata di giorni il presidente di Confindustria avverte l'esecutivo che «è arrivato all'ultimo giro» e «se non cambia sarà spazzato via»; preconizza una manovra aggiuntiva di primavera che all'ingrosso è di 40 mila miliardi; accenna con parole evocative di anni ne- rissimi a «una cappa di piombo che si sta materializzando sull'Italia». E il premier d'altro canto non gli risparmia le repliche piccate, quali si riservano a un avversario: critiche «ingiuste, pretestuose infondate», quelle di Fossa, che porta la sua associazione a «sconfinare» per «giocare una parte attiva in politica»; «scettici» gli industriali in generale; «pessimistiche» le previsioni sulla congiuntura. Epilogo triste per una storia che incomincia sotto ben altri auspici, quando nel suo discorso di insediamento alla guida degli industriali Fossa parla di un programma di governo «condivisibile in molte delle sue parti», pur avvertendo subito che Confindustria adotterà un solo metro: «Non si asterrà dalle critiche per ciò che riterrà sbagliato», e offrirà invece «il contributo per ciò che riterrà giusto». Sta di fatto che da quel giorno - il 23 maggio scorso, non anni fa - di provvedimenti del governo che si sentano di promuovere a pieni voti gli industriali ne vedono davvero pochi. Sì alla manovra per il suo importo complessivo, ma no per la ripartizione tra tagli ed entrate; no, assolutamente no, all'Eurotassa che va a toccare i fondi per il Tfr in mano alle imprese, preziosa fonte di liquidità; ancora no al rientro nello Sme con la lira a quota 990, un livello che pur non imputabile direttamente al governo diventa una sconfitta - probabilmente più d'immagine che non di sostanza per le imprese; no alla pressione fiscale che secondo viale dell'Astronomia aumenta, mentre il governo risponde picche alle richieste di una nuova legge Tremonti; no - e per gli imprenditori è la goccia che fa traboccare il vaso - alla deroga ai minimi salariali per i contratti di lavoro nelle zone più depresse. E poi la riforma delle pensioni, reclamata fino a perdere la voce, mentre la prospettiva di un suo esame si arena tra i veti incrociati della maggioranza. Il cahier de doléances si allunga e anche in Confindustria le facce diventano sempre più lunghe: un po' perché i dati sull'economia che escono dall'ufficio studi sono tut- t'altro che confortanti, un po' perché questo governo piace troppo ai sindacati e con loro - è l'accusa attua la tanto celebrata politica della «concertazione», mentre con gli imprenditori preferisce limitarsi alla «consultazione». Del resto non è che anche dal fronte dell'opposizione arrivino grandi conforti. Giusto un mese fa Fossa si dichiara «profondamente deluso dalla maggioranza e dall'opposizione» dopo che un solerte deputato di An riesce a far passare a Montecitorio l'emendamento - poi fatto proprio con un pizzico di perfidia dal governo - che anticipa la trattenuta fiscale sul Tfr. Ma se la politica sembra riservare solo delusioni a Fossa, c'è chi assicura che questa sua nuova veste di anti-Prodi stia rafforzando la sua leadership in Confindustria: lo applaude da Sud Pasquale Divella, lo appoggia in diretta tv Nicola Tognana, presidente degli industriali di Treviso, cuore dell'operoso e tumultuoso Nordest. In Confindustria, insomma, torna l'ora dei «falchi», [f. man.] Giorgio Fossa presidente della Confindustria

Persone citate: Giorgio Fossa, Nicola Tognana, Romano Prodi, Tremonti

Luoghi citati: Fossa, Italia, Treviso