Sarajevo, Natale sugli sci

Sarajevo/ Natale sugli sci Sarajevo/ Natale sugli sci In pista dopo 4 inverni di guerra ZAGABRIA NÒSTRO SERVIZIO Il più bel regalo di Natale per gli abitanti di Sarajevo quest'anno sarà la riapertura degli impianti sportivi sui monti che sovrastano la città. Dopo quattro anni di guerra, alla vigilia delie feste verranno infatti riaperti le piste da sci e gli impianti di risalita costruiti sulle montagne intorno a Sarajevo in occasione dei Giochi Olimpici invernali del 1984. Per gli appassionati della neve, che in città sono tantissimi, il prossimo ritorno sui campi da sci sembra ancora un sogno. Durante il sanguinoso conflitto che ha straziato la capitale bosniaca non c'era posto per simili pensieri anche perché dalle montagne piovevano soltanto i proiettili della morte. La pace, per quanto fragile, ha riportato la speranza di una vita normale. «Ho perso quattro inverni. Non vedo l'ora di rimettermi gli sci e di ritornare sulle piste. Durante la guerra, di notte, sognavo spesso di sciare», racconta l'ex sciatore professionista Edin Fetaliovic. Non è il solo. Prima della guerra la gran parte degli abitanti di Sarajevo trascorreva i weekend in montagna. A poche decine di minuti dal centro le bellissime piste bianche del monte Bjelasnica accoglievano gli amanti dello slalom gigante. Co- struiti a quota 2000 metri, allo scoppio del conflitto gli impianti di Bjelasnica si sono trasformati in una postazione di prima linea passata per ben tre volte dalle mani dei miliziani serbi a quelle dell'esercito bosniaco. Qualche centinaio di metri più in basso il monte Igman, diventato famoso per l'unica pista di terra battuta che collegava per via terrestre Sarajevo con il resto del mondo. Il monte Igman, tempio del salto del trampolino, era in buona parte controllato dalle milizie di Karadzic che bombardavano senza tregua i convogli che attraverso la pista, di notte, cercavano di entrare e uscire da Sarajevo. I disperati viaggi al buio, tra proiettili e mine, con nebbia e fango dappertutto hanno salvato la vita a molte persone. Ma altre hanno trovato la mor¬ te. SuHìgman è morto anche l'inviato speciale americano Robert Fraisure in missione di pace. Durante la guerra gli impianti sciistici intorno alla città hanno subito danni per 50 milioni di dollari. Ricominciata in giugno, una parte della ricostruzione verrà terminata nei prossimi giorni. Tra i meglio conservati sono rimasti gli impianti di Jahorina, la montagna più mondana di Sarajevo che sovrasta la roccaforte serbo-bosniaca di Pale. All'inizio di quest'almo tra i suoi frequentatori più assidui c'erano Karadzic e Mladic, i due leader serbi accusati di crimini di guerra dal tribunale internazionale dell'Aia. «I nostri migliori combattenti sono tutti sciatori eccellenti», raccontava ai giornalisti l'orgoglioso gestore della seggiovia più nota di Jahorina, controllata dai serbi durante tutta la guerra. Ma con gli accordi di pace di Dayton di un anno fa sono cambiate anche le mappe bianche. Considerata l'importanza del patrimonio sportivo invernale per la popolazione di Sarajevo gli impianti sono stati divisi tra serbi da una parte e musulmani e croati dall'altra. Spartizioni che in certi casi hanno lasciato l'inizio delle piste ai serbi, mentre la discesa termina sui territorio della Federazione bosniaco-croata. ingrid Badurina Riaprono gli impianti delle Olimpiadi '84 ma la pace ha diviso tra croato-bosniaci e serbi anche la mappa delle nevi i-i* Gli impianti sportivi di Sarajevo olimpica (nella cartina) durante la guerra hanno subito danni per 50 milioni di dollari

Persone citate: Edin Fetaliovic, Karadzic, Mladic, Robert Fraisure

Luoghi citati: Sarajevo, Zagabria