La Costituzione, capro espiatorio; Stato in rotta verso il 2000

polemica. Il duce razzista alla buona? Michele Sarfatti contesta il luogo comune accreditato dallo storico scomparso LETTERE AL GIORNALE La Costituzione, capro espiatorio; Stato in rotta verso il2000 La nostra Carta non è malvagia Tutti i giorni, aprendo i giornali o sintonizzandosi ai canali della televisione e della radio, la nota dominante è senza dubbio il ripetersi della cronaca di circostanze relative a scandali e ruberie. Ci si dà l'impressione che la Magistratura o non funziona o è composta da persone sospette, che la politica sia ormai sinonimo di accozzaglia di arrivismi interessati e impietosi senza rimedio, e sembra perduta persino la speranza di sostituire vecchi parlamentari ladroni con onesti rappresentanti dal volto giovane e nuovo. I governi che si succedono sopravvivono stancamente galleggiando in un mare di contraddizioni, ricatti, tensioni al loro interno, mentre le opposizioni non trovano mai di meglio che di attentarne alla caduta: tutti in dichiarata buona fede onestamente sostenendo le loro buone ragioni, e si vorrebbe far apparire che si è sempre ispirati dal bene comune e mai dagli smodati interessi personali e di parte. La scuola nuota in decine di migliaia di cose che si devono e non si devono, si possono e non si possono fare e dire; non si escludono e non si impongono filosofie educative; montagne di parole prevedono insegnanti e insegnamenti, metodologie che sono tutto e il contrario di tutto. Spese gigantesche per tutte le iniziative e apparati, scuola, forze annate, ferrovie, trasporti, sanità, previdenza, enti locali, enti pubblici e parapubblici. Ma perché le cose poi non funzionano? Ognuno ha risposte proprie da dare o accuse da fare o responsabilità da addossare sempre agli altri. Il capro-espiatorio è presto trovato: la Costituzione non funziona. E parla oggi, parla domani, i politici ne sono convinti, anche i cittadini finisco¬ no per convincersene. Non resta altro che cambiare la Costituzione in tutto o in parte, dare maggiori poteri agli enti locali ed alle Regioni, abdicare ai poteri centrali, rafforzare l'economia di una parte o l'altra del Paese, dare spazio alla concorrenza e al libero mercato, aiutare l'accumulo delle risorse nelle mani di chi ne è già provvisto abbastanza. Sembra che si stia giocando a scaricabarile. Leggendo la nostra Costituzione ci si convince che non è poi cosi malvagia, anzi sembra piuttosto esemplare, anche se pochi italiani la conoscono. La nostra Carta Costituzionale è sconosciuta ai più, non è insegnata laddove si dovrebbe, non si fa nulla di veramente concreto e generalizzato per farla conoscere e rispettare nell'interesse di tutti, anche e soprattutto nell'interesse di quelli che hanno più bisogno. Ci si potrebbe accorgere che la Bicamerale o la Costituente di cui tanto si parla non sono che fumo negli occhi. prof. Carmelo Recupero Acitrezza La proposta dell'«utopia» Qualche idea sulle mansioni di uno Stato in rotta verso il Duemila. Conscio che quanto segue potrebbe provocare dissensi e, a qualcuno, apparire utopistico ecco le mie proposte (art. 21; tutti gli articoli richiamati sono quelli della Costituzione Italiana): - lo Stato non deve mai gestire quelle operazioni nelle quali la libera concorrenza può migliorare il prodotto finale (sia esso un bene tangibile, un servizio o quant'altro) ma deve solo, attraverso le leggi ed il controllo del rispetto delle medesime, garantire la libera concorrenza ed evitare la formazione di cartelli (artt. 41, 42, 46); per l'istruzione basta che siano ap- plicati gli articoli 9, 33, 34; - lo Stato deve, attraverso il prelievo fiscale, garantire a tutti i lavoratori, dipendenti ed autonomi, un livello di pensione minima pari ad assicurare un livello di vita accettabile, dopo un adeguato periodo di lavoro e senza reversibilità alcuna se il coniuge possiede a sua volta la pensione. Questo implica che il cittadino, se lo vorrà, potrà garantirsi una maggior pensione attraverso risparmi e/o investimenti assicurativi. Quanto sopra parte dal presupposto che deve essere nello stipendio e nella buona uscita la differenza tra, per esempio, un dirigente ed un operaio. Inoltre sullo stipendio, o reddito per un autonomo, ci sarà un unico prelievo: quello della tassazione Irpef. Sarà poi la gestione del Tesoro e del Bilancio a ripartire le varie somme (artt. 2, 4, 36, 37, 38, 47, 53); - lo Stato deve gestire direttamente la Sanità e lo smaltimento dei rifiuti perché è im¬ pensabile che qualcuno possa trarre vantaggi sulla salute altrui e per garantire l'uguaglianza dei cittadini (artt. 3, 32, 43, 44). Ai cittadini il controllo che questa gestione sia la migliore (artt. 1, 28). Questo implica il necessario decentramento e le modalità di prelievo per supportare gli obiettivi di cui sopra (artt. 5, 114, 115, 117, 118, 119). Ugo Apostolo Alzate di Momo (Novara) Velocità, rispettare per non pagare Su La Stampa del 2 dicembre in un articolo titolato: «La crociata contro l'Autovelox», si legge che l'Azione Cattolica di Scorrano, centro nei pressi di Lecce, ha costituito un fondo di solidarietà «da utilizzare nei casi più disperati e quando le multe colpiscono famiglie indigenti». Iniziativa apprezzabile, ma bisogna anche considerare il pericolo dei molti incidenti provocati dall'alta velocità a danno di chi, pur osservando le norme del Codice della strada, malauguratamente si trova coinvolto. Di conseguenza se queste persone non hanno il denaro per pagare le multe, perché non rispettano i limiti di velocità? Un'altra norma di sicurezza poco rispettata nel nostro Paese è quella che prevede l'obbligo di indossare le cinture di sicurezza, violazione punibile con una contravvenzione che va da 50 a 200 mila lire, ma secondo alcune stime in Italia, solo il 20% degli automobilisti ne fa uso regolare. Per l'inosservanza delle norme del Codice della strada, ogni anno muoiono migliaia di persone e nel 95% dei casi le cause dipendono dall'insensato comportamento del guidatore. Luigi Quaglia, Torino Le pensioni dei parlamentari A proposito della Finanziaria in un recente discorso trasmesso anche in tv, l'on. Berlusconi giustificava l'abbandono del Parlamento da parte del Polo perché la Finanziaria era stata fatta dalla «maggioranza» e questa doveva votarsela; proseguiva dicendo che gli altri Paesi europei, a differenza del nostro, mirano a ridurre le spese senza imporre nuove tasse. Mi chiedo perché l'oratore si sia limitato alla critica e non abbia proposto anche qualche logica soluzione come: dimezzare il numero dei parlamentari in considerazione che si può legiferare ugualmente; eliminare l'ingiusta pensione che questi percepiscono dopo solo 5 anni di presenza ecc. contribuendo così ad un congruo risparmio al bilancio dello Stato. Un po' di logica mi pare che non guasti mai! Dario Fornatto, Torino Marchi supermarket ci vuole l'authority Prodotti a marchio supermarket, l'authority dov'è? Sono una delle lavoratrici della Balocco e mi chiedo come mai vi sia in molte aziende la preferenza. Controllando e controllando, premetto che sono anche sindacalista, ho notato come la Balocco, la Loacker di Bolzano, aziende di Centro e Sud Italia sono escluse praticamente dai prodotti a marchio supermarket e che, sorpresa, la Galbusera ha quasi il monopolio dei prodotti dolciari e salutistici. Una par condicio ci vuole ma l'authority romana dov'è? Vorrei lanciare la proposta di creare con la concorrenza «piemontese» un supermarket con il marchio PromoCuneo, facendo sì che la mia azienda sia al passo della Galbusera e della Barala di Parma. E' forse chiedere troppo? Anna, Fossano (Cuneo)

Persone citate: Barala, Berlusconi, Carmelo Recupero Acitrezza, Loacker, Luigi Quaglia, Ugo Apostolo