Perquisito il «Corriere» di Paolo Mieli

Perquisito il «Corriere» Perquisito il «Corriere» Come ha avuto quei verbali? La procura manda la polizia MILANO. Agenti della Digos hanno perquisito ieri sera la sede centrale del Corriere della Sera, in via Solferino a Milano, e la redazione di Roma. Gli agenti sono intervenuti su ordine della procura di Brescia che ha aperto un'indagine sulla pubblicazione del dossier del Gico di Firenze che sarebbe alla base dell'ipotesi di concussione contestata a Di Pietro. La perquisizione è stata ordinata per rivelazione di atti coperti da segreto. Gli agenti della Diogos giunti alla sede romana in via Tomacelli, avrebbero impedito al portiere di avvisare i giornalisti presenti dell'imminente arrivo degli investigatori. Il decreto di perquisizione è stato finnato dal procuratore di Brescia Tarquini e dai sostituti Chiappani e Bonfigli. Il reato ipotizzato è «rivelazione di segreti d'ufficio». La perquisizione a Roma è cominciata poco dopo le 21. E' proseguita anche nell'abitazione della giornalista Maria Antonietta Calabro. A Roma, per consentire l'acquisizione degli eventuali elementi di prova, gli agenti della Digos sono stati invitati a perquisire anche l'automobile della Calabro (che era presente in redazione) e «i luoghi di pertinenza». Al termine in cronaca (dove lavorano sei redattori e dove sono stati controllati i cassetti e gli armadi di tutti i giornalisti) gli agenti si sono recati nell'abitazione della giornalista. La perquisizione della redazione di Roma, iniziata contemporaneamente a quella di Milano, è durata due ore e mezza, un'ora più di quella nella sede Paolo Mieli, diret ore del Corsera centrale. La Caiabrò ha consegnato spontaneamente il rapporto del Gico pubblicato dal Coniere. La digos ha secruostrato anche altra documentazione relativa all'inchiesta della Spezia. Ma si tratta, e stato l'atto notare, di atti già depositati. Al termine è stato chiesto alla giornalista di accompagnare gli agenti a casa per il prosieguo della perquisizione, che si è conclusa con la firma del verbale di seque\ stro. La direzio¬ ne del Corriere della Sera non ha fatto alcun commento sull'iniziativa della procura. Raffaele Fiengo, del Cdr, ha parlato di «iniziativa spettacolare e preoccupante». «Spettacolare ha spiegato perché quando la magistratura "perde le calte" le va a cercare dai giornalisti. Preoccupante perchè là dove si parla di ricerca '«anche di altra documentazioni' connessa alla vicenda di cui trattasi", si può intendere che ci si avvicina a interventi preventivi sulla libertà di stampa». Immediata la reazione della Fnsi. Il segretario Paolo Serventi Longhi ha diffuso una dichiarazione: «Le perquisizioni ordinate dalla procura di Brescia nelle redazioni del Coniere della Sera a Milano e a Roma e nell'abitazione della collega Caiabrò, effettuate con insolito dispiegamento di mezzi, rappresentano una ennesima testimonianza del difficile rapporto esistente tra magistratura e mondo dell'informazione. Il Coniere della Sera ha pubblicato notizie non smentite sull'inchiesta bresciana relativa a Di Pietro, esercitando il diritto-dovere di informare. |Ansa] \ Paolo Mieli, direttore del Corsera

Persone citate: Bonfigli, Calabro, Chiappani, Di Pietro, Maria Antonietta Calabro, Paolo Mieli, Paolo Serventi Longhi, Raffaele Fiengo, Tarquini