L'Italia in India a caccia di affari

Stet punta ai cellulari di 20 Stati, la Pirelli costruirà una fabbrica di cavi Stet punta ai cellulari di 20 Stati, la Pirelli costruirà una fabbrica di cavi L'Italia in India a caccia di affari Con la visita del ministro Fantozzin arrivo intese per 1500 miliardi NEW DELHI DAL NOSTRO INVIATO Un complimento inatteso. «Voi non siete come i tedeschi che vogliono comandare e imporre le loro condizioni» dice Murasoli Maran, ministro indiano dell'Industria. Lo ascolta soddisfatto il ministro del Commercio estero Augusto Fantozzi, in visita a New Delhi, accompagnato dai rappresentanti di cinquanta aziende. E Maran prosegue: «Gli italiani ci piacciono perché sono disposti a lavorare davvero insieme a noi e sono interessati alla collaborazione». Collaborazione che in quarantott'ore di incontri diventa concreta: sono conclusi o delineati affari per 1500 miliardi che interessano Fiat e Pirelli, Stet e Ansaldo e altre società. «Magari tosse sempre cosi» osserva Fantozzi, riflettendo sulle parole di Maran: «Evidentemente siamo considerati meno ingombranti e meno invadenti di altri Paesi». Dopo anni di protezionismo e di illusione dell'autosufficienza, predicata sin dai tempi del Mahatma Gandhi, l'India a poco a poco si apre al mondo esterno. E si muove con elasticità, non sembra accettare né il modello americano né quello giapponese. «Attenzione: questo Paese sta proprio cambiando» osserva Biagio Agnes, presidente della Stet. Agnes racconta di aver appreso che nelle società di gestio- ne delle telecomunicazioni la partecipazione degli operatori locali può scendere sotto il 51%: «Questa per noi è stata una sorpresa, siamo di fronte a una vera liberalizzazione». Cadono i vincoli, quindi. Finora alcuni settori, come le telecomunicazioni, erano riservati alla proprietà pubblica e in altri la presenza straniera non era desiderata. La Stet dispone già del 12% della società, controllata dal gruppo indiano Bharti, che gestisce i telefonini di New Delhi; ora parteciperà alle venti gare per i cellulari delle altre zone del Paese, sperando di vincerne molte. Ad avvantaggiarsi dell'aria nuova che c'è in India è la Pirelli. «Abbiamo ottenuto l'autorizzazione per costituire una società con capitale interamente straniero, quindi 100% Pirelli, che realizzerà uno stabilimento di cavi in rame e fibre ottiche» annuncia Giorgio Gasparini, direttore per lo sviluppo della Pirelli Cavi. Saranno investiti cinquanta miliardi in una fabbrica concepita per soddisfare il mercato locale e accrescere le esportazioni in Asia. Bruno Musso, presidente dell'Ansaldo, è invece in trattative con il gruppo Kirloskar per dar vita a una joint venture per la costruzione di motori elettrici, la trasmissione di energia e la produzione di turbine. «E' l'ottava volta che vengo in India e vedo che si stanno compiendo passi da gigante» dice Fantozzi. Quante difficoltà e quante contraddizioni però in un Paese ebe dispone di industrie importanti, ma ha il 47% di cittadini analfabeti. Un Paese dove la fame è il dramma quotidiano di 300 milioni di persone su 900 e altrettante fanno una vita stentata. Ma dove per strada, accanto ai poveri piagati dalle malattie, si sentono squillare i telefonini. E negli uffici ministeriali contemporaneamente si respira la polvere e si sente il ticchettio di sofisticati computer. Il ministro delle Finanze Palaniappan Chidambaram, uno dei protagonisti del nuovo governo di centrosinistra, sembra riassumere i contrasti dell'India di oggi. Da un lato deve garantire le entrate derivanti dai pesanti dazi sulle importazioni che arrivano al 65% dopo aver toccato il 200%. Dall'altro deve ridurre le tariffe doganali per aprire il suo Paese all'economia internazionale: chi è interessato a vendere in India se il suo prodotto è gravato da tasse astronomiche? «Ho parlato più volte con Chidambaram che è consapevole dell'importanza dell'abbassamento dei dazi per avere relazioni economiche normali» racconta Fantozzi. Durante i colloqui, il ministro indiano delle Finanze si è impegnato a ridurre entro il 2000 le tariffe doganali per renderle omogenee a quelle degli altri Paesi asiatici. Per il 2004 i dazi dovrebbero essere adeguati a quelli mondiali. La questione dazi sarà affrontata da oggi a Singapore alla prima assemblea della Wto, l'Organizzazione mondiale del commmercio. Il ministro vede comunque molta attenzione per l'Italia: «Il presidente del Consiglio Romano Prodi è stato invitato per aprile». Roberto Ippolito Si stringono i rapporti sul fronte commerciale tra Roma e New Delhi Prevista per aprile una visita di Prodi Biagio Agnes presidente Stet A sinistra uno stabilimento indiano