«Questa Finanziaria ci penalizza» di Enzo Bacarani

GOVERNO E IMPRESE «Per l'industria torinese effetti deleteri: pesa l'anticipo sulle liquidazioni» «Questa Finanziaria ci penalizza» Devalle: no alla miscela di lira forte e tassi alti GOVERNO E IMPRESE GRANDE preoccupazione «per la straordinaria concomitanza di scadenze», crescita zero dei consuini, costi aggiuntivi agli imprenditori per l'anticipo del Tfr (trattamento di fine rapporto, cioè la liquidazione). 11 presidente dell'Unione industriale torinese, Francesco Devalle, è pessimista sul futuro delle imprese in generale e di quelle dell'area torinese in particolare. Gli effetti della Finanziaria, secondo Devalle, potrebbero essere dannosi. Presidente, che cosa la preoccupa in particolare? «La situazione congiunturale è peggiorata. La Finanziaria e il rientro della lira nello Sme impongono sacrifici e vincoli e dobbiamo fare i conti solo con penalizzazioni. Non è stata presa nessuna decisione che eviti il degrado e favorisca lo sviluppo. Sull'area torinese gli effetti della Finanziaria sono ancora più negativi di quanto ci aspettassimo in un primo tempo. Ci sarà una crescita zero dei consumi e il mercato interno da troppo tempo non dà segni di ripresa. Questo pregiudica produzione ed occupazione». Quali sono gli effetti negativi della Finanziaria? «Prendiamo l'anticipo del Tfr. Esso determina un costo aggiuntivo per le imprese di 20 miliardi nel '97 e di 10 miliardi annui nel '98 e nel '99. C'è poi la mancata decontribuzione delle erogazioni previste per i con¬ tratti aziendali, cioè un aggravio del costo del lavoro dello 0,2%. E con il dimezzamento della deducibilità del costo delle auto aziendali ancora da ammortizzare, le imprese avranno una notevole maggiorazione di imposte. La deducibilità così ridotta rappresenterà anche un forte disincentivo all'acquisto di auto da parte delle aziende. Se si pensa che nell'area torine¬ se il parco auto delle aziende è di almeno 54 mila unità in larga parte ancora da ammortizzare, si può comprendere la portata degli effetti negativi di questo provvedimento». Però il panorama economico alcuni aspetti positivi li presenta: il rientro della lira nello Sme, per esempio. «Certo, è un fatto positivo che testimonia i buoni risultati, ad esempio in materia di inflazione, ottenuti dal Paese negli ultimi anni. Non va però nascosto che il tasso di cambio concordato a 990 lire contro il marco non favorisce i nostri esportatori. Un ulteriore rafforzamento della lira rischia di diventare insostenibile». Alcuni sacrifici sono comunque necessari per entrare in Europa. «Temo invece che non saranno sufficienti. La Finanziaria è un misto di entrate certe, di entrate ancora da definire, di tagli alla spesa in gran parte solo sulla carta e poco incisivi. La decisione di non intervenire sui veri centri di spesa, cioè previdenza, sanità e pubblico impiego che assorbono l'80 per cento delle uscite, non lascia spazi di manovra». Che cosa bisognerebbe fare allora? «Agire con coraggio. Solo un dato: il rinvio di un anno delle pensioni che matureranno nel '97 farebbe risparmiare 6 mila miliardi, lo stesso importo che si pensa di poter ricavare dall'Eurotassa. Bisognerebbe poi rinunciare all'aumento della pressione fiscale perché ormai tutti - famiglie e imprese - non sono più in grado di sopportarla». Che cosa chiedono gli imprenditori? «Che il governo crei le precondizioni affinchè le imprese possano muoversi sul mercato nel modo migliore, che tenga conto di rilanciare l'economia nella consapevolezza che cambio forte e alti tassi di interesse sono lussi che non possiamo permetterci». Enzo Bacarani Francesco Devalle presidente dell'Unione Industriale di Torino

Persone citate: Devalle, Francesco Devalle

Luoghi citati: Europa, Torino