Un maresciallo dell'aeronautica entra nel giallo di «Unabomber»

S'indaga su possibili collegamenti con le bombe dell'estate a Lignano e Bibione Trovati nella sua stanza polvere da sparo, un pezzo di tubo e congegni elettrici Un maresciallo dell'aeronautica entra nel giallo di «Unabomber» UDINE. Le indagini sul bombarolo che quest'estate, con i suoi attentati, seminò il panico sulle spiagge di Lignano e Bibione, potrebbero essere giunte a nuovi clamorosi sviluppi. I carabinieri di Portogruaro sono infatti convinti di aver finalmente dato un volto e un nome a IJnabomber e al termine di una complessa indagine hanno denunciato un maresciallo dell'aeronautica in servizio al Centro Radar di Concordia Sagittaria. Su di lui grava il terribile sospetto di essere il fabbricante dei micidiali tubi al tritolo disseminati sotto gli ombrelloni. Non se ne conosce ancora il nome, ma è trapelato che si tratterebbe di un giovane di 24 anni, originario della provincia di Roma. Per ora è indagato per detenzione di munizioni, ma la sua posizione sarà vagliata più approfonditamente dal sostituto procuratore di Venezia, Felice Casson, che quest'estate coordinò gli inquirenti di Veneto e Friuli impegnati a dare la caccia al bombarolo. La svolta si è avuta con una perquisizione compiuta nella casenna di via San Giacomo, a Concordia. Nella stanza del maresciallo i carabinieri hanno rinvenuto un pezzo di tubo tagliato, un piccolo quantitativo di polvere da sparo, alcuni bossoli, micce e congegni elettrici. Un kit più che all'altezza di Unabomber. Il materiale era custodito senza particolari accorgimenti, non occultato, come se il proprietario tutto temesse, meno che di insospettire i colleghi, tanto meno i militari dell'Arma incaricati di vigilare dall'esterno sul prezioso contenuto di sofisticate apparecchiature in dotazione al centro radar. La segnalazione inviata al pubblico ministero della procura veneziana, Rita Ugolini, accompagnata dalla denuncia al militare per detenzione di mu¬ nizioni, è stata subito «girata» al pm Casson, che in queste ore sta raccogliendo gli elementi necessari a stabilire se il sottufficiale dell'Aeronautica sia davvero il «beach-bomber» che terrorizzò i turisti sotto l'ombrellone e ne ferì e mutilò uno con la devastante carica del tubo al tritolo. Si starebbe già provvedendo a confrontare con esami di laboratorio, il materiale esplosivo sequestrato al militare con i reperti raccolti sulla spiaggia di Lignano e soprattutto di Bibione, dove l'ordigno, per un guasto, non esplose. E si starebbe vagliando l'alibi del sottufficiale nei primi giorni di agosto, data degli attentati. Si sta ripetendo, insomma, l'indagine che, tra agosto e settembre, interessò un professore di Udine, dopo che nella sua abitazione furono trovati documenti sul Gruppo 17 Novembre, un'organizzazione palestinese. Il più grave attentato fu com¬ piuto il 4 agosto, quando aprendo un ombrellone sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro, un villeggiante di Domodossola, Roberto Curcio, 33 anni, si ritrovò tra le mani l'ordigno, che esplose ferendolo gravemente e gli amputò due falangi alle dita di una mano. A Bibione, un addetto alle pulizie ne recuperò in spiaggia uno identico, inesploso, presumibilmente per un guasto al congegno elettrico. L'uomo lesse sul giornale dei fatti di Lignano, capì l'importanza di ciò che aveva recuperato intatto, e lo consegnò ai carabinieri. Altri attentati dello stesso stampo erano stati compiuti, nel '94, a più riprese, nella zona di Pordenone, con feriti anche gravi, come nel caso del 30 settembre, quando una donna per la deflagrazione dell'ordigno perse un braccio. Michele Meloni S'indaga su possibili collegamenti con le bombe dell'estate a Lignano e Bibione Controlli sulle spiagge adriatiche dopo "azioni» di Unabcmber che aveva colpito a Ugnano e Bibione

Persone citate: Casson, Felice Casson, Lignano, Michele Meloni, Rita Ugolini, Roberto Curcio