L'azienda in Franciacorta che ha sfidato i francesi di Sergio Miravalle

UN SUCCESSO IN BOTTIGLIA I/azienda in Franciacorta che ha sfidato i francesi IN Franciacorta, quel triangolo di colline in provincia di Brescia, a ridosso del Lago d'Iseo, Berlucchi è un cognome diffuso. Ma a farlo conoscere nel mondo ci ha pensato un enologo: Francesco Ziliani, nato nel 1931 da quelle parti, a Travagliato. E' lui pur non avendone il cognome, il «signor Berlucchi», l'uomo che per primo ha intuito le potenzialità vinicole della zona e che nel 1961, a trent'anni, dopo il diploma ottenuto alla scuola enologica di Alba, convince i proprietari del castello di Borgonato, tra i quali Guido Berlucchi, a sfruttare le storiche cantine, mettendosi a produrre lo «Champagne» italiano. Allora i francesi dominavano incontrastati il mercato mondiale delle bollicine di qualità. In Italia il metodo champenoise era utilizzato da poche storiche aziende piemontesi e trentine. Tra queste, anche la Giulio Ferrari di Trento, acquisita dai fratelli Lunelli, che diventano i concorrenti più agguerriti. Una sfida a colpi di brindisi coronata da grandi successi. Con la crescita della spumantistica italiana aumentano gli adepti dei due partiti: Berlucchi o Ferrari? Nella «Milano da bere» degli Anni Ottanta era la domanda puntuale di ogni aperitivo. Lo spumante italiano di qualità in quegli anni attacca i francesi e conquista quote di mercato. La Berlucchi è tra i protagonisti della guerra delle bollicine. I transalpini non demordono e ottengono dalla corte europea l'esclusiva del termine «méthode champenoise». Gli italiani, ma anche gli spagnoli e i tedeschi, devono inventarsi un nome per indicare la fermentazione in bottiglia, più delicata e di pregio di quella ottenuta in autoclave con il metodo Charmat. Le aziende consorziate nell'Istituto spumante classico puntano su «Classimo», un neologismo che non piace. Francesco Ziliani crede invece sull'affermazione del marchio aziendale. Nei settanta ettari di vigneti di proprietà fa coltivare Pinot bianco e Chardonnay. Ma acquista uve anche nell'Oltrepò pavese e in Trentino Alto Adige. Realizza cuvée, cioè assemblaggi, che piacciono e lanciano i suoi spumanti. La Cuvée Imperiale Max Rosé conquista i palati degli americani. Nasce la Berlucchi America per curare al meglio le esportazioni. La produzione cresce e supera per la sola «Guido Berlucchi spa», di cui Ziliani è consigliere delegato, quota cinque milioni di bottiglie l'anno, pari al 30 per cento del mercato nazionale. Le esportazioni toccano la Ger¬ mania, l'Inghilterra, il Giappone e l'Australia. In Svizzera l'azienda bresciana costituisce un'affiliata che produce 80 mila bottiglie l'anno. L'uomo di Borgonato con il piglio del pioniere diversifica le attività. Crede nel turismo di qualità e, a pochi chilometri dalla sede della Berlucchi, acquista un palazzo signorile del 1700. Nasce L'Antica cantina Fratta, controllata al 51 per cento, che diventa una lussuosa foresteria di casa Berlucchi e produce anche vinni. Su un'altra collina, Ziliani acquista una cascina e la trasforma nel ristorante «La Colombara», abbinato alla catena del Buon Ricordo. Spazia anche fuori dalla Franciacorta. Nei primi Anni Novanta, con un investimento di 14 miliardi la Berlucchi acquista la tenuta la Bollina. in Piemonte, a Serravalle Scrivia, nella pregiata zona del Gavi. Il progetto, ancora in fase di attuazione, oltre ai vigneti, prevede la nascita di un hotel con centro congressi con campo da golf e la possibilità di ospitare feste di matrimonio esclusive, non dimenticando il restauro anche di una storica chiesetta. Una crescita costante che si scontra ora con l'inchiesta della procura di Trento. Ziliani aveva già avuto a che fare con la giustizia negli anni scorsi, ma ne era uscito bene: assolto per non aver commesso il fatto. Fu nel 1992, quando, a Chiavari, si celebrò il processo per la morte di due skipper Giuseppe Panada e Roberto Kramar inabissatisi nel 1986 nell'Atlantico durante una regata. Veleggiavano su una barca di 18 metri, sponsorizzata dalla Berlucchi. Disperso per un mese tra i flutti, il relitto fu ritrovato senza più i suoi occupanti. Per l'immagine della Berlucchi un brutto flop, ormai dimenticato. Ora il problema è l'inchiesta delle Fiamme gialle. Sergio Miravalle lla «Berlucchi» estese anche ad altre aziende re dello spumante fiati efalso in bilancio UN SUCCESSO IN BOTTIGLIA