Amnistia, «altalena» a destra di Antonella Rampino

Amnistia/ «altalena» a destra Amnistia/ «altalena» a destra Il Polo unanime adesso non la vuole più in fondo. Se si persegue Di Pietro, che era un semplice sostituto procuratore, si deve arrivare anche a chi delle sue azioni era l'ultimo responsabile, Francesco Saverio Borrelli». L'amnistia, spiega Maiolo, è un meccanismo utile per superare reati estinti, non più praticati, e fenomeni superati dal tempo, se non ancora dalla Storia, come il terrorismo. Ma la corruzione, il veleno nero del finanziamento ai partiti, è un fenomeno che il pool di Milano ha indagato a metà. «Hanno fatto fuori Tiziana Parenti, le hanno dato un solo finanziere per indagare sui fondi neri del pci-pds. Adesso, adesso è il momento di riaprire quelle indagini, di andare fino in fondo». E poiché in questa materia tutte le strade portano ad Hammamet, è sulla stessa posizione il nuovo partito socialista, come previsto: Margherita Boniver dice che «se Massimo D'Alema ci ricorda tutti i giorni che il suo partito non ha usato la magistratura come stru¬ mento di politica, è il momento per noi di ricordargli che fare serie indagini su tutti, dico tutti i partiti che hanno usinruito di illeciti finanziamenti non è per noi strumento di vendetta, ma di giustizia». Stesso sentimento che nutre il leader del Polo: «Berlusconi, in questo momento, vuole andare fino in fondo. Per questo si è messo a disposizione dei magistrati di Brescia: vuole appurare se contro di lui c'è stato, come crede, un complotto, una persecuzione politica da parte del pool di Mani Pulite» spiega Maiolo. Dunque, la destra che voleva l'amnistia senza chiederla, adesso non la vuole più. Adesso che, «pur essendo molto fluido il dibattito su questo tema, nel pds», come osserva Giulio Maceratini, che come tutta An è da sempre fortemente contrario, ci si rende conto, nella maggioranza, che a una qualche forma di ((tranquillità della politica», come la chiama il magistrato veneziano Carlo Nordio, si dovrà pure arrivare. «Per carità, quale amnistia» si aggiunge al coro Filippo Mancuso. ((A meno che il Parlamento non istituisca una commissione d'inchiesta sul modo di procedere del cosiddetto pool di Mani Pulite, in cui si sono verificate storture che solo adesso si vanno prendendo in considerazione». Si riferisce ai 300 finanzieri mandati a scandagliare negli affari di Di Pietro? «Se facciamo un'inchiesta parlamentare l'esito che ne potrebbe derivare è un'amnistia come rimedio non alla colpevolezza, ma all'illegalità germinata da Mani pulite. E dunque un'amnistia non come colpo di spugna, ma come obliterazione di angherie» ribatte l'ex guardasigilli di Berlusconi. E se qualcuno pensasse che in questo momento al Polo conviene accantonare un'amnistia in altri tempi tanto desiderata, ancorché mai chiesta, basta ascoltare ancora Mancuso: «Questa maggioranza è sorta dall'albero di Mani pulite. E come si sta vedendo, corrotto è l'albero, e corrotto è il frutto». Antonella Rampino Mancuso «Commissione d'inchiesta su Mani pulite» A sinistra in alto Massimo D'Alema Qui accanto Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Brescia, Hammamet, Milano