SINDROME TAIWAN di Massimo Gramellini

SINDROME TAIWAN SINDROME TAIWAN DIGERITI a stento gli Stati Uniti, sul mappamondo della sinistra italiana affiora finalmente il nuovo babau: Taiwan. Un'isola, come Cuba, ma al contrario della spensierata bengodi caraibica, abitata da uomini cattivissimi: i capitalisti. L'ultimo a evocarla è stato il partito di Bertinotti, noto taiwanese della tv: lavora come ospite fisso in almeno dieci trasmissioni senza venire pagato. Un classico esempio di quello «sfruttamento della manodopera» che caratterizza la Tigre di Formosa e che, secondo Rifondazione e i cattocomunisti dell'Ulivo, la Confindustria vorrebbe importare da noi insieme agli stereo e ai videoregistratori, trasformando l'Italia - citiamo il bertinottiano Franco Giordano - «in una nicchia asiatica nel cuore dell'Europa». Città alienate. Tv allineate. Giornali che ospitano le previsioni dello smog e il bollettino dei quartieri respirabili, con tanto di ore d'aria. Affaristi grifagni e accumulatori che sembrano uscire da un saggio di Engels. Operai spremuti dall'alba a notte fonda. Famiglie intere costrette a svegliarsi alle quattro del mattino. Bambini in fabbrica come in un romanzo di Dickens. Schiavi e massaie che in un'orgia di consumismo sfrenato divorano i magri guadagni in motorini truccati e bigiotteria Massimo Gramellini CONTINUA A PAG. 10 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Bertinotti, Dickens, Engels, Franco Giordano

Luoghi citati: Cuba, Europa, Formosa, Italia, Stati Uniti, Taiwan