LE MISERIE DELL'ULTIMO MONARCA di Stefano Bartezzaghi
LE MISERIE DELL'ULTIMO MONARCA LE MISERIE DELL'ULTIMO MONARCA HO visto un re» «T'è vist cosse?» La storica canzone di Fo e di Jannacci non si riferiva al re degli scacchi: ma di re non simbolici, nella vita reale (e non regale) non se ne vedono. Sul trono si seggono pochi, e pochi invidiati. Poi ci sono i re delle carte, i magi del presepio e i «Re per una notte»: quelli, sempre in procinto di abdicare, della moda, del calcio, dello spettacolo. E' per questi motivi che un discorso sul re degli scacchi oggi rischia di diventare l'unico discorso monarchicamente attendibile. E duole dirlo (ma dorrebbe di più tacerlo), negli scacchi il re è un impedito. Sempre attorniato da uno stuolo di miserabili pedoni, non si può muovere se con non con patetici passettini da geisha. Può spicciarsi solo in caso di emergenza: allora Sua Maestà - che è evidentemente un fantoccio - viene arroccata in fretta e furia dietro a un torrione, ma anche questa è una situazione provvisoria. Da una o dall'altra parte della scacchiera, infatti, non si aspetta altro che il re muoia, di congiura e malamente, senza prìncipi e dunque senza eredi. L'unica alternativa è pure mesta, ed è lo «stallo»: un faccia a faccia eterno con il nemico, senza che l'uno abbia la forza e lo status per sopraffare l'altro. Negli scacchi vale il proverbio: la vita da re non è certo un gran che. Già il suo cavallo fa esperienze molto più variegate e stimolanti, dalle quali non è escluso il sacrificio o l'eroismo. Non parliamo poi della regina, che taglia la scacchiera in lungo e in largo, e mostra un'intesa imbarazzante con gli obliqui alfieri. Le torri, infine, avanzano: e qui siamo ad allucinazioni da don Chisciotte. Il re degli scacchi vive un solo momento di gloria, ed è quando la regina avversaria, ammantata di colori esotici e spietata, lo guarda negli occhi e mormora: «Matto!». Peccato che lo scacchista che perde si ritiri sempre in anticipo. Per ripicca, nega così al triste monarca l'unico brivido di erotismo che il suo quarto d'ora di legnosa sovranità gli poteva concedere. Stefano Bartezzaghi v. della Misericordia, 3/a (quasi ang. v. Garibaldi) tel. 561.91.99
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