Per Tetzlaffe Kitaenko E l'8 i solisti dell'Orchestra di Leonardo Osella
RAI RAI I VIOLINI DI SIBILI US Per Tetzlaffe Kitaenko E l'8 i solisti dell'Orchestra MITRY Kitaenko, classe 1940, uno dei più prestigiosi direttori russi, dal 1990 responsabile dell'Orchestra della Radio di Francoforte (in passato affidata all'oggi «torinese» Eliahu Inbal); Christian Tetzlaff, nato ad Amburgo 30 anni fa, violinista di scena nelle più prestigiose sale del mondo, dotato di uno Stradivari del 1713. Sono loro, con l'Orchestra Nazionale naturalmente, i protagonisti del triplice appuntamento della stagione sinfonica Rai previsto al Lingotto (giovedì 12, ore 20,30; venerdì 13, ore 21) e all'Auditorium di piazza Rossaro (sabato 14, ore 16,30). La prima pagina in programma è il «Concerto in re maggiore op. 47 per violino e orchestra» di Sibelius. E' un capolavoro amatissimo dal pubblico e a ragione, per il perfetto amalgama che il compositore ha saputo creare tra virtuosismo (Sibelius era un eccellente violinista) ed espressività. L'atmosfera oscilla tra intimismo sentimentale (sempre nobile, senza lacrimevolezze) e lirismo paesaggistico, a partire dal dolcissimo «tappeto» armonico degli archi che fa da sfondo al bellissimo tema iniziale. Seguirà un altro capolavoro sempreverde, la «Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64» di Ciaikovskij. Il primo tempo, introdotto dal famoso «tema del destino» enunciato dai due clarinetti in la, con quella «traccia programmatica» che c'è e non c'è (è stata trovata tra gli abbozzi, ma il compositore negò un'influenza di questo tipo conversando con il granduca Konstantin Romanov), sfocia in una serie di sospirose sincopi e poi in un complesso sviluppo e si chiude in un'atmosfera cupa. Il successivo «Andante cantabile, con alcuna licenza» è segnato da due memorabili temi: quello introduttivo, sognante, del corno e quello dell'oboe, che torneranno entrambi opportunamente variati. Segue, a mo' di scherzo, uno dei caratteristici valzer ciaikovskiani, alla cui serenità si aggiunge nel finale la ripresa, in tono maggiore, del «tema del destino». La partitura si accende di crescente drammaticità e sembra condurre a esiti catastrofici; invece, dopo una serie di secchi accordi e una breve pausa, il tema principale ritorna su un euforico ritmo di marcia, che nel suo apparente trionfalismo nasconde una profonda angoscia. Ma oltre ai tre spettacoli sinfonici, è da segnalare anche il secondo degli appuntamenti cameristici della Rai, promossi con il contributo della Fondazione San Paolo di Torino. Domenica 8 alle 10,30, nell'Auditorium di piazza Rossaro, sono di scena cinque solisti dell'Orchestra Nazionale: Cesare Coggi (clarinetto), Paolo Giolo e Marco Lamberti (violini), Alberto Giolo (viola) e Giacomo Berutti (violoncello). Il primo brano in programma è il raro «Quartetto in do minore per archi» di Anton Bruckner, che si collega idealmente al discorso iniziato nel primo appuntamento con alcune opere organistiche. Ad esso seguirà il sublime «Quintetto in la maggiore per clarinetto e archi» di Mozart. Nessuno direbbe che una musica così serena e armoniosa sia nata in uno dei periodi più tragici della vita dello sfortunato compositore. Leonardo Osella
Luoghi citati: Amburgo, Francoforte, Torino
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