NICOLSON: UN ALBUM PER L'ELITE D'EUROPA

NICOLSON: UN ALBUM PER L'ELITE D'EUROPA NICOLSON: UN ALBUM PER L'ELITE D'EUROPA Autoritratto di una classe dirigente tra le due guerre AROLD Nicolson - diplomatico, scrittore, uomo politico e marito di Vita Sackville-West - si schermiva con eleganzia e modestia sostenendo che i suoi diari erano soltanto una sorta di utile rubrica in cui egli riassumeva, per «riferimento», gli avvenimenti della giornata. Mentiva naturalmente, anche se la sua era una di quelle bugie civettuole che gli inglesi preferiscono chiamare «understatement». Il diario è un genere letterario di cui Nicolson conosceva perfettamente le regole e lo stile. E' l'unico «romanzo», con l'autobiografia, in cui l'autore possa spudoratamente mettere in scena se stesso e assegnare agli altri, non importa se ricchi e potenti, una parte di secondo piano. Anche quando racconta le vicende di cui è stato testimone o riferisce parole altrui, l'autore si contempla, si lusinga, si corteggia. Anche quando fa esami di coscienza e mette a nudo i propri difetti, il «diarista» proclama sempre l'incomparabile importanza della sua individua- Harold Nicolson A margine // Mulino pp. 596 L. 60.000 lità. Tutti i diari, anche ì più stringati e documentari, sono esercitazioni narcisistiche. Quelli di Nicolson, pubblicati ora dal Mulino con una bella introduzione di Maurizio Serra, non fanno eccezione. L'autocontemplazione e il narcisismo furono, con altre caratteristiche, le principali «virtù» delle élite inglesi tra la fine del regno di Vittoria e il declino dell'impero. A quelle élite Nicolson apparteneva per diritto di nascita e doti intellettuali. Suo padre, Lord Carnock, era stato ambasciatore in due grandi imperi - prima a Costantinopoh, poi a Pietroburgo - e capo del Foreign Office durante la prima guerra mondiale. Lui stesso, Harold, entrò in diplomazia, fu inviato a Madrid, Costantinopoli, Teheran, Berlino e fece parte della delegazione inglese alla conferenza di Versailles. Ma si accorse subito di non essere soltanto diplomatico. Era anche scrittore, saggista, letterato. Dopo il matrimonio, a cui il figlio Nigel ha dedicato un libro spregiudicato da cui emergono le inclinazioni omosessuali dei genitori, decise di abbandonare la carriera per dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Era il 1930, l'anno in cui, cominciando all'età di 44 anni una vita nuova, Harold Nicolson decise di pubblicare un saggio sulla pace di Versailles [Peacema- king) e di tenere un diario con più ordine e continuità di quanto non avesse fatto in passato. Il diario registrò anzitutto i suoi dubbi e le sue incertezze. Vi sono pagine in cui si compiace della sua scelta e pagine in cui lascia intravedere una forte nostalgia per il vecchio mestiere, pagine in cui si rallegra della libertà conquistata e pagine in cui si arrovella alla ricerca di un ruolo pubblico nella vita politica inglese. La sua personalità era costruita con ingredienti molto simili, per certi aspetti, a quelli di Winston Churchill. Come Churchill aveva una bella penna, era un elegante saggista e aveva uno straordinario talento per i grandi affreschi storico-politici. Come lui era attratto dalla vita pubblica. E come lui, infine, dette prova di una certa ubiquità politica. Mentre Churchill trasmigrò dal partito conservatore al partito liberale e dal partito liberale al partito conservatore, Nicolson fu con Oswald Mosley all'epoca del New Party (il movimento da cui nacque più tardi la British Union of Fascists), con i conservatori, con i laboristi nazionali di Ramsay MacDonald e con i laboristi dì

Luoghi citati: Berlino, Costantinopoli, Europa, Madrid, Pietroburgo, Teheran, Versailles