Il Natale del consumismo, la laurea delle beffe

Intervista, nella casa di Trastevere, con la moglie diD'Alema LETTERE AL GIORNALE Il Natale del consumismo, la laurea delle beffe Ma le luminarie non sono per tutti Non e Natale senza il panettone. Non <: Natale senza le luminarie appese nel freddo cielo cittadino. Non è Natalo senza le corse indaffarate tra ipermercati e negozi. Non e Natale se arri si hanno regali da scambiare e auguri da scrivere. Nella frenesia che contagia anche chi si ritiene «fuori dagli schemi» e contrario a inutili sprechi, ci si ripromette di non cadere nelle solite trappole consumistiche, ma il fascino irresistibile di un Natale luccicante e profumato non concede tregua, travolge con ammaliante incalzare e, alla fine, invita a cedere. Del resto le tradizioni vanno rispettate. Ma Natale non si ripete per tutti, ogni anno, con gli stessi canoni. Per qualcuno avrà un volto di solitudine, di malinconia, di noia. Sarà attesa in un aeroporto o in una stazione, un Ietto d'ospedale, un giorno qualunque di lavoro, una strada, una nuova famiglia, una sedia vuota, un telefono che non suona. Per chiunque la speranza di Natale sta nel credere alla possibilità di rinascere, di poter ripartire da zero, di trovare in qualche angolo o in qualche cassetto della nostra vita un appiglio per continuare. Se alziamo gli occhi oltre lo luci artificiali, che deviano lo sguardo e illudono il cuore, ci accorgiamo della bellezza del cielo di Natale, impreziosito da uno scintillio sfolgorante. Tra quello splendore, c'è una stella che veglia su ognuno di noi. Mario Gelli, Verona Droghe leggere ecco i pericoli , Lo studio degli 3ffetti biologici dell'uso/abuso di sostanze stupefacenti mi ha portato verso posizioni proibizioniste. Con questa premessa vorrei commentare alcuni aspetti delle tesi antiproibizioniste per la legaliz- zazione o liberalizzazione delle droghe leggere. Primo argomento: sono sostanze di cui non è stata provata la capacità di causare danni rilevanti. Numerosi lavori scientifici descrivono le alterazioni indotte da marijuana é hashish sul sistema cardiovascolare, immunitario, endocrino e nervoso. Vorrei solo ricordare che in biologia la reale portata di un effetto farmacologico si valuta in termini di dosaggio, frequenza d'uso e reazione individuale al farmaco. E' sbagliato quindi generalizzare: in alcuni soggetti la sensibilità ai principi attivi di marijuana e hashish può essere cosi amplificata da risultare pericolosa. Secondo aspetto: non favoriscono il passaggio alle droghe pesanti. E' vero che non tutti degli attuali sette milioni di fumatori italiani di erba passeranno automaticamente a eroina o cocaina, ma ò anche vero che tutti i tossicodipendenti ricordano un inizio di fumo. Le droghe leggere non predispongono necessariamente al passaggio, ma rendono particolarmente vulnerabili i soggetti sensibili. Terzo punto: sono meno dannose di nicotina e alcol. Qualsiasi fenomeno biologico è più o meno significativo se paragonato ad altri fenomeni. Il virus che causa l'Aids è meno infettivo dei virus dell'epatite, ma non per questo meno pericoloso. Limitiamoci a ragionare sugli effetti delle singole sostante in quanto tali, Ultimo aspetto: non è stato mai descritto un esito fatale da consumo di droghe leggere. Esistono gli effetti indiretti. Sconsiglierei anche un antiproibizionista di guidare un'auto o un motorino con il senso della realtà alterato dall'azione psicotropa di marijuana ed hashish, o peggio da un mix di droghe leggere, alcol, sigarette e qualche pastiglia di ecstasy. Il dibattito su questi temi si è finora consumato in una sterile contrapposizione ideologica. Con il risultato di messaggi con- traddittori che generano confusione ed accrescono il fascino già intrigante di queste sostanze. Sarebbe il caso di restituire il dibattito agli esperti, i quali, seppure di opposte tendenze, tentino un confronto senza partigianerie per arrivare finalmente a un messaggio chiaro, univoco, e finalizzato soprattut¬ to a una prevenzione del danno. Capire i reali pericoli di una sostanza di abuso, legale, illegale o in via di legalizzazione, è uno dei modi per batterla. Specialmente nella fantasia dei giovani potenziali consumatori. Paolo Di Francesco Università di Roma Tor Vergata Una situazione paradossale Terminati gli studi mi sto inoltrando come migliaia di altri laureati nella giungla inestricabile che è diventata la ricerca di un posto di lavoro. Fra le poche opportunità a mia disposizione c'è la partecipazione ai concorsi pubblici per impiegati di varie qualifiche presso i Comuni. Un telegramma ricevuto da poco, e che praticamente mi estromette già a priori dal primo concorso al quale mi ero iscritto, mi ha fatto subito capire che la legge non è fatta a misura dei volenterosi e dei fiduciosi. Laureatomi in Lingue straniere a pieni voti, ho ritenuto che la mia laurea fosse considerata equipollente a quella in Lettere e Filosofia richieste fra le altre dal bando di concorso. Essendo Lingue un corso di laurea della Facoltà di Lettere e Filosofia al pari, per esempio, di Storia, non mi sono nemmeno posto il dubbio di non essere in regola con il titolo di studio e invece per l'assenza di una legge specifica che attesti questo tipo di equipollenza che chiunque darebbe per scontata mi trovo mio malgrado escluso. Contattati telefonicamente l'Ufficio Personale del Comune e successivamente l'Ufficio Concorsi della Facoltà di Lettere e Filosofia, sono stato gentilmente informato che la laurea in Lingue è un caso del tutto particolare, poiché la giurisprudenza è molto scarsa in materia di equipollenze: considera infatti equipollente la laurea in Storia mentre non fa alcun cenno, neppure negandola, a quella in Lingue. In sostanza mi trovo nella paradossale situazione di essere escluso non in ragione di una legge che mi esclude, ma per una legge che non c'è, che non è mai stata fatta! E non è tutto! Dietro mia specifica richiesta in previsione di concorsi futuri vengo altresì informato che la legge trascura completamente la mia laurea, non considerandola equipollente a nessun'altra e non solo a quelle della stessa Facoltà a cui appartiene. A questo punto mi viene spontaneo pensare che se quelle centinaia di persone che periodicamente mandiamo a governarci e a legiferare per noi si occupassero di turare le falle anziché perder tempo con i loro litigi di fa¬ zione e le loro scenate da Processo dal lunedì, forse qualche persona sarebbe meno scontenta del loro operato. Marco Celeghin, Torino Legge-barzelletta sull'immigrazione Credo che una parte delle barzellette nascano anche dalle leggi italiane, una ad esempio è quella sulla immigrazione degli extracomunitari: se vengono scoperti clandestini appena sbarcati, vengono rifocillati, in certi casi anche vestiti, e fin qui niente da dire. Dove nasce la barzelletta è nel momento in cui vengono lasciati liberi, con la promessa di lasciare l'Italia, entro 15 giorni. A questo punto mi viene in mente la storiella del ladro accompagnato in questura dal poliziotto, che passando sotto casa dice all'agende di lasciarlo andare a prendere l'ombrello nell'alloggio, l'agente risponde sono mica fesso, con questa scusa tu ti rendi uccel di bosco e non ti vedo più, caso mai sei tu che devi aspettarmi, e salgo io a prenderti l'ombrello. La legge sull'immigrazione e questa barzelletta sono due gocce d'acqua. G. M., Milano Mutua per animali a Torino c'è già In merito all'articolo «Nasce la mutua per cani e gatti» pubblicato il 6 dicembre volevamo precisare che a Torino la mutua per gli animali (tra l'altro vera mutua che vale per tutti gli animali, anche anziani) esiste già da un anno (28 ottobre 1995) e che nonostante i boicottaggi (vedi fax inviati 10 giorni orsono al sig. Conti) continua a operare in via Doberdò 8, Torino, contando già circa 1000 associati. Quella di Roma è un'assicurazione e non una mutua. Leone Lucisano, Torino

Persone citate: Ietto, Leone Lucisano, Marco Celeghin, Mario Gelli, Paolo Di Francesco Università

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma, Torino, Verona