Caso Cerciello,si al processo di R. I.

i, sì al processo Caso i, sì al processo La Cassazione ha annullato V «archiviazione» per l'ex pm ROMA. Potrebbe riaprirsi il processo per abuso d'ufficio a carico di Antonio Di Pietro in merito alle accuse mosse dal gen. Giuseppe Cerciello. La procura generale presso la Cassazione ha infatti chiesto l'annullamento senza rinvio del decreto di archiviazione pronunciato il 5 dicembre '95 dal gip di Brescia, Andrea Battistacci, in seguito alla denuncia del generale Cerciello, in relazione ai presunti abusi di.cui si sarebbe, reso responsabile l'ex magistrato nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione tra le fiamme gialle.-. : La vicenda prese il via dalle dichiarazioni rilasciate in aula dal generale della Guardia di Finanza il 3 aprile '94, nel corso del processo a suo carico. Cerciello affermò che Di Pietro aveva esercitato pressioni su alcuni imputati, appartenenti al corpo della Finanza e detenuti nel carcere di Peschiera del Garda, affinché coinvolgessero lui e Silvio Berlusconi nell'inchiesta. Il pm Fabio Salamoile aveva avviato indagini iscrivendo nel registro degli indagati Di Pietro per abuso d'ufficio e Cerciello per calunnia. Battistacci aveva archiviato la posizione di Di Pietro, ma non quella di Cerciello per l'opposizione dello stesso ex pm. Successivamente l'accusa a Cerciello era stata derubricata dalla calunnia alla diffamazione. «La riapertura del processo di Brescia contro Antonio Di Pietro è praticamente automatica» sostiene l'avvocato Carlo Taormina, difensore di Cerciello. Fu lui a presentare gli esposti in seguito ai quali partirono le prime inchieste bresciane contro l'ex pm di Mani pulite. «Il mio ricorso, contro la decisione del gip di Brescia che aveva archiviato le indagini, è stato accolto dal procuratore generale presso la corte di Cassazione - spiega Taormina - adesso la corte dovrà decidere, ma si tratta di una decisione "de plano" che conferma le richieste della procura generale. Dunque conclude Taormina - è più che fondato pensare che il processo di Brescia dovrà riaprirsi». «Di Pietro - ha detto ancora Taormina - è garantito al massimo. Con la rimozione di Salamoile gli è stata data la possibilità di essere giudicato dai magistrati più imparziali, come il capo della procura di Brescia, Giancarlo Tarquini. Su Di Pietro - ha detto ancora l'avvocato - sia in positivo, come avvenne durante la sua permanenza alla procura di Milano, che in negativo, come sta avvenendo un questi mesi, si caricano tutte le contraddizioni della magistratura italiana». E Taormina indica anche la causa delle distorsioni del nostro sistema processuale penale: «Quando un pm - spiega - grazie a un codice che glielo permette finisce per sostituirsi alla polizia giudiziaria e ne utilizza i metodi, ci troviamo di fronte alle situzioni alle quali stiamo assistendo in questi anni. E questi sistemi - conclude l'avvocato non sono stati usati certo solo da Di Pietro». [r. i.]