L'ultima sconfitta di Allen

L'ultima sconfitta di Alien New York, il giudice dà ancora una volta ragione all'ex moglie Mia Farrow L'ultima sconfitta di Alien «Non potrà mai più vedere la figlia» DIVORZIO A MANHATTAN NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Invecchiato, rugoso, i pantaloni che gli ballano vuoti al posto del sedere che non c'è più, Woody Alien è attivissimo e inebetito. Inebetito perché perde tutte le battaglie della sua guerra con Mia Farrow che dura dal 1992, dal giorno di gennaio in cui la moglie scoprì per caso nei casset '1 della casa privata del marito su„a Fifth Avenue le foto di Soon Yi nuda. Soon Yi era una dei tanti figli e figlie della coppia, alcuni dei quali adottati anche da Woody Alien. E proprio di questi figli adottivi comuni adesso si tratta. Alien da quattro anni combatte una guerra penosa per vedersi riconosciuto il diritto a vedere non soltanto il maschio Satchel, ma anche la bambina Dylan. Satchel ha adesso 11 anni e Dylan 9. E ieri il giudice Elliott Wilk ha definitivamente detto di no al regista per quanto riguarda Dylan: ha stabilito cioè che Woody Alien non potrà vederla mai più, chiudendo la questione con sentenza definitiva. Il giudice è palesemente aggressivo nei confronti di Alien al quale non nasconde la sua totale disistima. E dimostra anche di credere alle accuse di Mia Farrow per quanto riguarda la storia delle molestie sessuali. Il regista fu infatti accusato nel 1992 dalla moglie, inviperita per il tradimento di Woody con Soon Yi (da allora Woody Alien e Soon Yi formano una coppia fissa), di aver molestato sessualmente la piccola Dylan che non aveva ancora cinque anni. Le accuse non furono mai dimostrate e anzi Mia Farrow fu accusata a sua volta di aver esercitato una crudele pressione sulla bambina per costringerla a confessare davanti a un registratore parole di contenuto vago e torbido con cui incastrare il marito distruggendone anche la reputazione. La questione è rimasta insoluta: Alien ha negato disperatamente di aver infastidito la bambina e si è difeso chiamando a testimone la propria immagine pubblica di persona dai sentimenti delicati e rispettosi. Ma la Farrow ha sostenuto che Alien è un uomo diabolico, dalla doppia e tripla personalità, capace di sedurre, ingannare, apparire candido e angelico mentre invece nasconde una natura da satiro e mentitore. La Suprema corte di giustizia ha dato e seguita a dare ragione alla Farrow per quanto riguarda la bambina. D'altra parte è oggi molto difficile e molto scomodo per un giudice non dare ascolto alle accuse, anche se non dimostrate, di abuso sessuale perché su questo tema in America si è radicato un costume piuttosto fondamentalista e colpevolista. Schiere di esperti, sessuologi e femministe sono pronti a sostenere in ogni caso la tesi dell'abuso anche quando il caso è dubbio. Secondo la Farrow, l'ex marito sa- rebbe colpevole di aver spogliato e l'atto 0 bagno a Dylan con mani e animo non del tutto innocenti. Alien ha replicato di aver semplicemente l'atto il bagno alla bambina e di averle insaponato diligentemente tutto il corpo senza riflettere sulle fantasie che sua moglie avrebbe potuto costruirci sopra in caso di divorzio. Ma Alien ha perso e seguiterà probabilmente a perdere. Da ieri la prospettiva di rivedere Dylan è finita: per lei non ci saranno altri bagni patemi e neanche uno sguardo, una parola. Quanto a Satchel (che per un lungo periodo Alien non ha potuto vedere) resta inteso che il padre potrà seguitare a incontrarlo alla presenza di un plotone di assistenti sociali, psichiatri, psicologi, avvocati. E sarà questo comitato di terapeuti, che ha sede nel Connecticut, a stabilire le date e la frequenza delle visite. Il bambino d'altra parte sta ma- le quando deve vedere il padre: secondo quanto ha appurato il giudice teme gli incontri paterni come incubi e si fa giustamente venire il mal di pancia quando si avvicina il momento dell'incontro: per lui il padre è associato all'idea della tortura di un comitato psichiatrico che esclude ogni sentimento e diventa soltanto un rito cannibalico. Il regista aveva tentato disperatamente di ottenere che il bambino potesse incontrarlo all'interno del suo contesto familiare, vale a dire in compagnia della sua donna, Soon Yi, che aveva con Satchel un rapporto da sorella maggiore. Ma la sua proposta ha mandato in bestia il giudice, il qxiale ha dichiarato che «il signor Alien seguita a mostrarsi incapace di capire quanta sofferenza sia capace di infliggere ai suoi bambini con le sue pretese». Il giudice Wilk ha dunque concesso che il regista veda il figlio, ma non la bambina perché «la sua condizione terapeutica è ancora troppo fragile n indefinita». Come se non bastasse, Alien non si è potuto opporre alla più aggressiva manomissione che la Farrow ha operato sui figli comuni ottenendo di cambiarne i nomi, così da cancellare per sempre le tracce del periodo trascorso assieme a loro e a Woody Alien. Dal momento della rottura, infatti, Mia Farrow ha cambiato il nome di Satchel in Sean e quello di Dylan in Eliza. In questo modo è riuscita a rendere ancor più penosi, imbarazzanti e tragici gli incontri fra Alien e Satchel. Dicevamo tuttavia che il regista è attivissimo, benché frustrato. E infatti ha appena annunciato che il suo prossimo film riguarderà proprio la sua storia, quella dei figli contesi e negati da un sistema giudiziario che tiene nel massimo conto psichiatri, psicoanalisti, assistenti sociali e guru del «politically correct», ma poco le persone nella loro complessità e interezza. Ha detto che il nuovo film si chiamerà «An Error in Judgment», un errore giudiziario: «Legalmente sono impotente, non mi è consentita via d'uscita, sono paralizzato. Per questo ho pensato che la mia condizione in questa tenibile vicenda deve essere comune a chissà quanta altra gente e così ho pensato di fame un film didattico, triste, originale e divertente nell'amarezza. Non ho in mente una storia, ma una sorta di documentario sulla condizione umana vista dai tribunali, dalle perizie e dalle aule d' giustizia i, A chi gli chiedeva se non pensa di aver commesso gravi errori nella vicenda che lo riguarda, Woody Alien ha riposto: «Gli errori gravi ci sono e ci sono stati. Ma sono stati errori commessi in sede giudiziaria e non da un ente astratto come la giustizia, ma personalmente da un giudice». Paolo Guzzanti E il figlio maschio rifiuta di incontrare il regista alla presenza degli psicologi Lui si difende dalle accuse di avere molestato la bambina «Le ho fatto il bagno senza pensare di doverne poi rispondere in un tribunale» In alto, Woody Alien e Soon-Yi a passeggio per le vie di New York. L'attore e regista americano ha perso un'altra battaglia giudiziaria con l'ex moglie Mia Farrow per l'affidamento dei tre figli

Luoghi citati: America, Connecticut, New York, Satchel