Ostaggi della mafia cinese di Ezio Mascarino

Varese: i rapitori pretendevano riscatti tra i 20 e i 25 milioni Varese: i rapitori pretendevano riscatti tra i 20 e i 25 milioni Ostaggi della mafia cinese Nove clandestini liberati con un blitz TORINO. Un lungo viaggio, dalla Cina in Italia, perfinire prigionieri in una stanza come bestie: finestre e porte sbarrate, buglioli come servizi igienici, un po' di pane ed acqua ogni due giorni. Li hanno liberati gli agenti della squadra mobile. E l'indagine ha fatto scoprire una storia di violenze, sfruttamento ed estorsioni. Tre le persone arrestate: un paio di cinesi e un italiano, agenti; di pulizia penitenziaria a Novara. Tenevano prigionieri nove cinesi, 5 uomini e 4 donne compresa una ragazza di 16 anni. E per liberarli avevano chiesto alle loro famiglie, ai loro parenti, venti milioni. «Una vicenda terribile», dice il capo della Mobile Salvatore Mulas. Pochi giorni fa una ragazza cinese ha bussato alla sua porta. E ha raccontato di una cugina, Zhao, 16 anni appena compiuti: «E' arrivata in Italia mi mese fa, adesso e tenuta prigioniera, vogliono del denaro, tanti soldi per liberarla». Un'estorsione. Si è organizzata la trappola. 1 parenti hanno detto: «Si, paghiamo, liberate Zhao». L'appuntamento, l'altra sera, era alla stazione di Vercelli. E li, gli uomini della Mobile hanno arrestato Zhu Baoxiang, 20 anni, e Giuseppe Cu bone, 24 anni, guardia carceraria a Novara. Zhao, in questura, ha raccontato il suo calvario e tinello di un gruppo di connazionali tenuti prigionieri in ima stanzetta di Olgiale Olona, vicino a Varese. Gli agenti hanno localizzato l'alloggio, nei centro del paese, adiacente ad un bar chiuso da tempo. Li, la scorsa notte, il commissario Claudio Cracovia e i suoi uomini li hanno liberati. Dicono gli agenti: «Erano denutriti, lerrorizzati». I cinesi prigionieri erano partiti, tutti, il 16 ottobre da Wencheng. Un lungo viaggio, attraverso Russia ed ex Jugoslavia, durato un mese: in treno, pullman c lunghi tragitti a piedi. Fino a Padova. Tutti dovevano rimborsare all'organizzazione dai 20 ai 25 milioni. Denaro che doveva essere versato dai parenti residenti in Italia. Molti haimo raccontato di aver già pagato buona parte del riscatto. Poi, la notte del 27 novembre scorso, qualcuno ha fatto irruzione nell'alloggio di Padova. Era un gruppo di italiani, tre o quattro persone. Avevano armi: «Siamo poliziotti, dovete seguirci». Hanno preso nove persone, le hanno caricate su tre auto e le hanno trasportate ad Olgiate Olona dove le hanno rinchiuse in quella stanza con le finestre sbarrate, nel retro del bar del centro I nove cinesi, a questo punto, sarebbero stati venduti come animali a una nuova banda che ha preteso altri soldi per il loro riscatto. Sono stati giorni di terrore. Gli uomini della questura di Varese e del conunissariato di Busto Arsizio, che hanno collaborato alle indagini, dicono che qualcuno aveva rilevato il bar chiuso da tempo. Si era anche parlato della prossima apertura di un ristorante cinese. Poi non si è fatto nulla. La piccola Zhao ha parlato di continue percosse. Tutte le dorme sono state violentate. Durante la prigionia non c'erano, ovviamente, possibilità di comunicare con l'esterno. In attesa che i parenti, i familiari, pagassero il riscatto. «Erano terrorizzate, denutrite», dice il questore Giuseppe Grassi: «Prenderemo anche gli altri complici di questa infame organizzazione». Ezio Mascarino

Persone citate: Claudio Cracovia, Giuseppe Cu, Giuseppe Grassi, Salvatore Mulas