Per un voto Major perde la maggioranza ai Comuni di Fabio Galvano

Deputato tory si dissocia dal governo per protesta Deputato tory si dissocia dal governo per protesta Per un volo Major perde la maggioranza ai Comuni LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La defezione di un deputato conservatore ha fatto perdere al primo ministro John Major la sua risicata maggioranza ai Comuni. I Tories sprofondano in una nuova grave crisi, già alimentata da controversie interne sulla moneta unica e sull'integrazione politica europea che hanno fatto parlare l'«Independent» di «guerra civile a Downing Street». Un sondaggio della Gallup, che dà al nuovo Labour di Tony Blair un vantaggiorecord di 37 punti sui conservatori, aveva inflitto in mattinata un colpo forse decisivo alle speranze elettorali conservatrici; ma peggio era in agguato dalle retrovie di un partito sempre più lacerato da dissensi, in cui anche un deputato che protesta per la minacciata chiusura di un reparto ospedaliero può mettere il governo in ginocchio. Il deputato si chiama Sir John Gorst e la sua defezione è dovuta, appunto, al taglio di fondi per la Sanità che potrebbe portare alla chiusura del reparto traumatologico di un ospedale di Londra, l'Edgware General Hospital. Il governo Major, che aveva una maggioranza di un voto (su 651 seggi) ha ora tecnicamente gli stessi voti dell'opposizione. Ciò non accadeva dai disperati anni dell'ultimo governo laborista, quando James Callaghan si trovò nel 1979 in analoghe condizioni e fu poi travolto dal ciclone-Thatcher. E' un brutto momento per i conservatori. Ma potrebbe essere peggio, se è vero che anche un altro deputato - Terry Dicks - minaccia di seguire le orme di Gorst non condividendo la politica europea di Major, non significa necessariamente la caduta del governo. In passato, quando si è trovato alle strette, il premier ha sempre potu¬ to contare sul voto degli unionisti nordirlandesi. Lo sa bene anche il leader laborista Tony Blair, il quale ha fatto sapere che il New Labour non intende presentare una mozione di sfiducia. Non per il momento: «Non siamo sicuri di spuntarla», ha detto un portavoce. Ma Blair ha voluto aggiungere, di persona, una dolorosa frecciata per i Tories: «Il governo si sta disintegrando davanti ai nostri occhi». Forse ha ragione. La grande speranza di una rimonta in vista delle elezioni, che dovranno svolgersi entro cinque mesi, non ha retto lo spazio di una stagione. Lo show d'unità registrato appena due mesi fa, al congresso del partito a Bournemouth, si è perso su una strada lastricata da profonde divisioni in tema europeo. E anche il Budget presentato undici giorni fa dal Cancelliere dello Scacchiere Kenneth Clarke, e che con una riduzione delle imposte doveva dare ai Tories il viatico per le urne, è stato percepito dall'opinione pubblica come un clamoroso tonfo. Dietro i tagli, ha sostenuto Blair con successo, si celano altre tasse. Il dibattito su fisco e ripresa economica, che doveva essere la carta decisiva per Major, ha tradito i conservatori. E il sondaggio Gallup pubblicato ieri dal «Daily Telegraph», quotidiano di insospettabile fede Tory, registra un margine storico fra Labour in fuga e conservatori all'inseguimento: il 59 per cento si schiera con i primi, solo 22 con i secondi, una voragine di 37 punti che sarà forse impossibile colmare. Soltanto quattro Budget negli ultimi 40 anni hanno avuto un'accoglienza peggiore. E già ci si domanda che cosa potranno dire i sondaggi, dopo il dirompente effetto dello scontro - fra le quinte, ma ormai di pubblico dominio - fra Major e Clarke. La destra del partito chiede al primo ministro un risoluto no alla moneta unica. Major è invece costretto, a meno di una clamorosa rottura con gli europeisti (non solo Clarke, ma anche Heseltine), a perseguire la politica dello «stiamo a vedere» prima di una decisione. Se manovra c'è stata contro Clarke, essa è clamorosamente rimbalzata su Major (lo stesso Clarke avrebbe parlato di un «boomerang»). E sulla torta di un partito squassato dagli eterni sospetti inglesi per l'Europa, l'improvvisa minoranza parlamentare è una ciliegina amara. Fabio Galvano Il primo ministro inglese John Major ha perso la maggioranza ai Comuni

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