La Mussolini ci ripensa: torno in An di Raffaella Silipo

E' Tatarella l'artefice della «pace» tra lei e il leader dopo la «rottura» di 15 giorni fa E' Tatarella l'artefice della «pace» tra lei e il leader dopo la «rottura» di 15 giorni fa La Mussolini ci ripensa: torno in An «Fini affronterà presto le questioni che ho posto» «SCISSIONE» MANCATA SI', sono tornata». Se ne era andata sbattendo la porta, l'impetuosa Alessandra Mussolini, in aperta polemica con il padre padrone Gianfranco Fini. E adesso, ecco la figliola prodiga riaccolta nella casa comune di Alleanza nazionale. L'annuncio lo dà, in diretta radiofonica al Grl, lo stesso Fini, che non • .siste allo «scoopino». E lei subito conferma: «A volte le separazioni sono necessarie, per riflettere, per vederci più chiaro. Una volta fuori da An ho parlato con Fini da "esterna", e questo è servito a entrambi per riesaminare la questione con più serenità, per capire tante cose: per capire, soprattutto, che lui non voleva perdere me e io non volevo perdere lui». Eppure solo 15 giorni fa lei diceva «No, tornare indietro proprio no». Forse quella decisione era stata un po' avventata? «Assolutamente no. Per me le dimissioni, in quella condizioni, erano inevitabili, definitive, sincere anche se sofferte: il dado, insomma, era stato tratto. Ma ho avuto un chiarimento oggi, molto importante, con Fini. Le condizioni sono cambiate, dunque è potuta cambiare anche la mia decisione». Che le ha detto. Fini, di così importante? Quel Fini che solo un mese fa, secondo lei, «aveva preso un colpo di sole»? «Vede, non è tanto e solo quello che mi ha detto oggi: il fatto è che in questo periodo Fini ha affrontato con i vertici del partito anche le questioni che io avevo posto: come l'importanza di una destra non solo conservatrice, ma popolare, e la necessità di maggior trasparenza all'interno del partito. Questa mi è parsa una prova di buona volontà, un gesto che va nella direzione di riaffermare una certa linea politica, quel grande progetto di An e del Polo che io non ho mai rinnegato e che continueremo insieme». Dica la verità, onorevole Mussolini: chi ha fatto il primo passo? «Pinuccio Tatarella. E' stato lui l'artefice di questo incontro, all'ora di pranzo, in terreno neutro. Comunque è chiaro che c'era una volontà da entrambe le parti di ritrovarsi». E che avete deciso, lei e Fini, oggi? «Abbiamo parlato di tutto: con chiarezza, sincerità e trasparenza. Un colloquio franco, come piace a me. Finalmente ho avuto le risposte che non mi erano state date quando mi ero dimessa prima da capogruppo, poi dall'esecutivo di An. Sono molto soddisfatta. A dimostrazione che quando si vuole, si può chiarire tutto». Che cosa cambia in An? Lei rientrerà nell'esecutivo? «Per il momento rientro e basta. Prima ci sono problemi ben più urgenti, come la Finanziaria. Ma con Fini abbiamo chiarito a fondo la questione del mio ruolo e della mia presenza nel partito: volevo avere da lui la certezza di poter dare il mio contributo alla vita di An, e finalmente l'ho avuta». E il povero Rauti? Sedotto e abbandonato? Oggi dichiara tristemente che «per sposarsi bisogna essere in due...» «Non credo che sia rimasto deluso, io per lo meno non l'ho illuso. Certo, sono andata a Chianciano al suo congresso, e successivamente ci siamo parlati in diverse occasioni. Ma non ho mai aderito alla Fiamma tricolore, lo dimostra il fatto che mi ero iscritta al gruppo misto. Non ho mai dimenticato che sono stata eletta con i voti del Polo e per me, per prima cosa, vengono gli elettori». Quando abbandonò An, lei disse che con Fini non c'è mai stato «feeling». Anche questa «condizione» è cambiata? «Guardi, in politica non conta la simpatia umana, altrimenti non la farebbe quasi nessuno...». Raffaella Silipo Alessandra Mussolini e il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini prima della «rottura» appena ricomposta

Persone citate: Alessandra Mussolini, Gianfranco Fini, Mussolini, Rauti, Tatarella