E Lucibello piange «lo, perseguitato»

E lucibello piange «lo, perseguitato» dell'ex magistrato in cerca di carte e documenti: sequestrato anche il computer E lucibello piange «lo, perseguitato» MILANO. «L'ho già detto, l'ho ripetuto mille volte... Ma io sono un avvocato, una persona pulita... Basta, davvero, basta!». Giuseppe Lucibello alza la voce, poi scoppia in lacrime. E' da poco passata l'una e mezzo del pomeriggio. I suoi singhiozzi rimbombano sul pianerottolo al terzo piano del palazzo di via San Barnaba 39. Trapassano la porta blindata del suo studio dove, dalle 6 e mezzo del mattino, è in corso una perquisizione dei Gico, i corpi speciali della Finanza, ordinata dalla Procura di Brescia. E' un momento di grande tensione nell'ufficio del legale amico di Antonio Di Pietro, invaso da una decina di finanzieri agli ordini del tenente colonnello Massimo Prisco, comandante dei Gico di Genova. Al pianto di Lucibello si sovrappone la voce un po' imbarazzata del pm bresciano Antonio Chiappani, arrivato nello studio intorno alle 9,30 per sovrintendere alla perquisizione: «Avvocato,.la prego, avvocato... avvocato...». Ma Lucibello non smette. Passerà qualche minuto prima che il legale di origine salernitana si calmi e si asciughi le lacrime. Lacrime amare, di umiliazione: «Sì, mi sono sentito umiliato, so di essere una persona per bene. Guardavo dalla finestra e vedevo fuori tutte quelle televisioni, i fotografi, nemmeno fossi Totò Riina», dirà più tardi al telefono. La tensione rimarrà visibile sul volto di Lucibello anche quando, alle sette e mezzo di sera, dopo 12 ore di perquisizione, si affaccerà, pallido e stravolto, alla porta del suo studio per affrontare l'assedio dei giornalisti e per dichiararsi «indagato politico». «Ho dichiarato nei verbale di perquisizione che non intendevo far seguire le operazioni da alcun avvocato di fiducia perché mi considero ormai un indagato politico. Sì, questa è un'operazione politica. E ora scusatemi». La perquisizione era iniziata ancor prima dell'alba nell'abitazione del legale, un monolocale il piano sopra lo studio. Alle sette le agenzie hanno battuto la notizia. Alle 8 e 15 i primi giornalisti stazionavano già davanti all'ingresso del palazzo, a due passi da palazzo di giustizia. Poco più tardi arrivava l'avvocato Renato D'Auria, mandato d'ufficio dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati che usa questa procedura per ogni iscritto all'albo sottoposto a indagini. Dopo 12 ore, tanto è durata la perquisizione, sia il pm Chiappani che i finanzieri sono usciti dallo studio dell'avvocato senza rilasciare alcuna dichiarazione. In mano, solo una pie- cola scatola di documenti relativi a «collegamenti societari» con la Promosud, società con sede a Salerno, fondata un anno fa da Lucibello e altri tre soci, e finita a) centro del mirino degli inquirenti per una delle voci statutarie: interventi di promozione per l'Alta Velocità. «L'unica cosa sequestrata spiega Lucibello - sono tre faldoni in relaziono al discorso Promosud, una società dove sono circolate zero lire, ci sono 4 soci e non è mai stato fatto nulla. Al pm ho dichiarato a verbale di aver appreso dai giornali che il sottoscritto e la Promosud sarebbero esperti di ferrovie dello Stato, per gli interventi di completamento, potenziamento, raddoppio, eccetera. Risulterebbe da un documento ufficiale della Promosud. Faccio presente che il documento ufficiale non è altro che uno schema contenente la seguente intestazione: "interventi finanziabili". Si tratta - ha proseguito Lucibello - di materie specifiche riportate dai giornali che, ad arte, non hanno riportato anche altri punti dello statuto, altrimenti anche un cieco avrebbe capito che non è un programma della Promosud ma è un programma dell'Eurosportello informazione Ile per le imprese. Perché la Promosud fa solo esclusivamente informazione. E' un'associazione senza fini di lucro». Lucibello si altera di nuovo: «Pensate che stamattina ad una mia amica, una ragazza di 23 anni che dovrà laurearsi in architettura il prossimo 19 dicembre, per il semplice fatto di essere un'associata di Promosud, sono stati sequestrati dei floppy disk che contenevano la sua tesi di laurea». Le motivazioni della perquisizione e dei sequestri, ha spiegato quindi il legale, sono da mettersi «in relazione all'indagine sui rapporti Pacini Battaglia-D'Adamo», inchiesta nella quale Lucibelio, come Di Pietro, è indagato per concorso in concussione in base a un finanziamento di 15 miliardi fatto dal banchiere italo-svizzero Pacini Battaglia al costruttore milanese .Antonio D'Adamo tra il '93 e il '94. «E credo che da questa perquisizione - dice ancora Lucibello - sia stata fatta luce». Perche secondo lei è stato perquisito anche lo studio di Maurizio Prada (ex presidente Atm. inquisito in Tangentopoli come elemosiniere della de milanese, ndr)? «Forse perché Prada era difeso da me. Io sono indagato per concorso in concussione. Prada credo sia stato perquisito come semplice testimone». Infine Lucibello ha definito il pm Chiappani una persona «squisita e per bene». Ma a lei, hanno chiesto qualcosa sui rapporti Pacini-DAdamo? «Qui non è stato trovato nulla, perché io faccio l'avvocato». Paolo Colonnello «Mi considero ormai un indagato politico Il pm Chiappani? Persona squisita» «Basta. Mi sento umiliato, sono una persona per bene. Manco fossi Riina» L'ACCUSA: abuso dufficio TEMA: il suo ruolo nella nomina di Eleuterio Rea a comandante dei vigili di Milano Inchiesta archiviata nel marÉ 2 zo scorso. L'inchiesta è aperta da una decina di finanzieri agli ordini del tenente colonnello Massimo Prisco, comandante dei Gico di Genova. Al pianto di Lucibello si sovrappone la voce un po' imbarazzata del pm bresciano Antonio Chiappani, arrivato nello studio intorno alle 9,30 per sovrintendere alla perquisizione: «Avvocato,.la prego, avvocato... avvocato...». Ma Lucibello non smette. Passerà qualche minuto prima che il legale di origine salernitana si calmi e si asciughi le lacrime. Lacrime amare, di umiliazione: «Sì, mi sono sentito umiliato, so di essere una persona per bene. Guardavo dalla finestra e vedevo fuori tutte quelle televisioni, i fotografi, nemmeno fossi Totò Riina», dirà più tardi al telefono. La tensione rimarrà visibile sul volto di Lucibello anche quando, alle sette e mezzo di sera, dopo 12 ore di perquisizione, si affaccerà, pallido e stravolto, alla porta del suo studio per affrontare l'assedio

Luoghi citati: Brescia, Genova, Milano, Salerno