A Ginevra la chiave delle indagini

A Ginevra la chiave delle indagini A Ginevra la chiave delle indagini Nel mirino cellulari e conti in Svizzera LA SPEZIA DAL NÒSTRO INVIATO E' duro ammetterlo, ma se non proprio tutto, molto del futuro prossimo e remoto dell'inchiesta chiamata «Tangentopoli 2» dipende dal buon cuore e dalla buona volontà degli svizzeri. Perche loro li conoscono i misteri che si nascondono nei forzieri di Ginevra, gli intrecci, i legami, i nodi, i vincoli. Ma non sembrano poi cosi disponibili a raccontarli: in l'ondo ne va del buon nome di questo Stato-forziere e se i «clienti» si convincono che il segreto non tiene più, c'è il rischio di un esodo. Verso l'Austria, pur esempio, che garantisce totale riserbo. Forse ci sarà collaborazione, ma, a quanto pare, non prima della fine dell'anno prossimo. Così c'è aria di attesa un po' spenta nella procura di La Spezia, dov'è rimasto il filone sul traffico di anni; in quella di Brescia che ha uno spicchio di inchiesta, forse il più indigesto, visto che si chiama «Di Pietro»; in quella di Perugia, che si deve occupare di magistrati presunti corrotti e di cooperazione. Attesa per le risposte alla richiesta di rogatoria inoltrata dai pm Alberto Cardino e Silvio Franz il 15 settembre, giorno degli arresti di Pierfrancesco Pacini Battaglia, della sua segretaria Eliana Pensieroso, di Emo Danesi e dei giudici Roberto Napolitano e Orazio Savia. Si domandano lumi su 40 telefoni cellulari Gsm. difficili, se non impossìbili, da intercettare, die quel briccone di «Chicchi» aveva distribuito tra i suoi intimi, naturalmente in affari e malaffari. Ed e singolare come siano stati proprio i Gsm a portare sulla pista giusta gli uomini del Gico di Firenze, il Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza. Seguendo il filo di un traffico assai presunto di armi, veniva controllato anche il telefono di Pierfrancesco Guarguaglini, amministratore delegato dell'Oto Melara, cannoni e carri annali. Fu così intercettato tm bizzan'o interlocutore, uno che ogni volta raccomandava: «Accendi il mio e butta giù». Niente da fare, con quel dannato Gsm, e neppure davano esito le intercettazioni ambientali, quelle fatte con lt; famose «cimici». Fino al giorno in cui Guarguaglini fece un passo falso: fu lui a telefonare, con l'apparecchio normale, e avverti: «Adesso accendo il tuo». Ecco, dall'altro capo del filo c'era «Chicchi» e da quel momento, dice qualcuno, «si apri il mondo». Perché l'ex gnomo di Ginevra è sul serio un ragno di continuo impegnato a tessere la tela. Così, nella rogatoria viene chiesto il tabulato del cellulare in uso all'avvocato Giuseppe Lu- cibello, quello rimasto a difendere Pacini fino a quando ha potuto. Altri utenti: il colonnello dei carabinieri Francesco D'Agostino; il Danesi, grande amico di «Chicchi» già titolare di tessera P2; Luigi Bisignani; Calimero Marchetti, che si occupa della sicurezza nell'ambito della Montedison»; tali Cesare e Mauro; il centralino di un albergo di Ginevra. Insomma, di tutto un po'. Ma le risposte più attese sono quelle stii conti alla banca Karfinco, la creatura di «Chicchi» oggi Banque de Patrimoines Privés. Da dove è passata gran parte del psi trafficone e dove c'è il sospetto che abbiano avuto conto Lorenzo Necci & famiglia; manager dell'Oto Melara; eppoi Marcello Gavio, socio di maggioranza dell'impresa Itinera, già finito nei guai per tangenti a Milano e in Piemonte; Antonio Intiglietta, già vicesindaco di Milano; Nicola Di Daniele e Nicola Melodia. Una cascata di diamanti, come sognava lan Fleming, ma pure di austeri e solidi franchi svizzeri: ecco che cosa c'era alla Karfinco. Il tutto coperto da conti intestati a Mary, Alessandra, Fiori, Popiar, Venion, Narrative, Orchidea grause, Rendali, Colomba, Malibu, Zurich dan Lele; oppure da altri, contrassegnati da una cifra e da un'annotazione: P66 (Glauco), 079 (Cocilovo), 039 (Marzilli), 056 (Simone), RI66 (Luana). Di tutto questo i magistrati italiani chiedono ima radiografia, vogliono, per esempio, conferma se quel dato movimento di 1 milione 115 mila franchi bonificati dalla Privat Kredit Bank di Lugano alla Karfinco, il 22 febbraio 1991, sia, come sospettano fortemente, un versamento all'avvocato Necci. Un mese dopo la richiesta di rogatoria partita da La Spezia, pure Francesco Greco ne inoltrava un'altra a integrazione di alcune precedenti, numero di protocollo 9791/95/21, rogatoria estera 34/96. Ancora una volta i protagonisti sono «Chicchi» e i suoi malaffari. Il fatto è che, in Svizzera, a tutto sembrano interessati tranne che a smuovere l'acqua nel gran lago delle banche. Per carità, fanno sapere, niente di personale: ma ora ci sono le opposizioni dei legali dei clienti della Karfinco e, per superarle, bisogna attendere il parere del tribunale federale che ha sede a Losanna. Se ne riparlerà a fine '97. Vincenzo Tessandori Una perquisizione sarebbe stata fatta alla «Recchi», grande società di costruzioni, ma in veste di sede di un consorzio di società del settore. Da indiscrezioni è emerso che i finanzieri hanno perquisito anche l'abitazione del giornalista Beppe Fossati che in passato ha svolto lavori di consulenza per Pacini Battaglia e l'abitazione di un personaggio politico piemontese sulla cui identità e stato tenuto il massimo riserbo. Ieri sono state perquisite la casa e lo studio di Di Pietro. CURNO (BG) MILANO TORINO TORTONA .{AL) Sede del Pool ed epicentro di tutte le inchieste classificate sotto il termine di «Mani pulite». Ieri sono state perquisite la casa e le società dell'imprenditore milanese Antonio D'Adamo - che fa capo al Gruppo omonimo l'abitazione dell'avvocato Lucibello (casa più studio) e quella di Maurizio Prada LA MAPPA DELL1 INCHIESTA Ammontano a ó8 le perquisizioni disposte dalla procura di Brescia messe in atto fin dalle prime ore di ieri da uomini del Gico, coordinati dallo Scico della Guardia di Finanza (230 i finanzieri impegnati): 15 a Roma, 37 a Milano, 9 a Torino, 2 a Reggio Emilia (non confermate), 2 a Salerno, 1 a Bari oltre a guelfe nella abitazioni di Di Pietro. BRESCIA REGGIO EMILIA • XA SPEZIA Proprio da questa procura è partito l'«input» alle perquisizioni di ieri. Qui sono state trasferite per competenza tutte le inchieste su Di Pietro Ieri sono state perquisite le abitazioni di Marcellino Gavio e Bruno Binasco. azionista di maggioranza il primo e presidente ed amministratore delegato l'altro, della «Itinera», nota società di costruzioni soprattutto in campo autostradale, in passato già al centro di alcune inchieste della magistratura. FIRENZE E' la sede del «Gico» (Gruppo investigativo per la criminalità organizzala), oggetto di mille polemiche sul metodo delle intercettazioni e sulle successive dichiarazioni. Ne è derivata la rimozione del colonnello Autuori. PERUGIA E' la culla di «Tangentopoli 2», che si sviluppa a partire dalla metà dello scorso settembre. Da parte di questa piccola procura vengono condotti i primi «arresti eccellenti»: Necci, Pacini Battaglia. Danesi, Savia, Napolitano. Oggi il filone sulle armi è l'unico rimasto a La Spezia MONTENERO DI BISACCIA (CB) In questa procura sono stati dirottati i filoni delle inchieste spezzine riguardanti l'Alta Velocità (Tav) e le «toghe sporche» ma anche la cooperazione. Sempre a Perugia si è prolungata la carcerazione di Pacini Battaglia. Ieri è stata perquisita la «masseria» di Di Pietro, nella quale l'ex pm torna spesso a soggiornare. La procura della capitale segue l'inchiesta sulla cooperazione (che interessa anche Perugia). Ieri sono stale perquisite la casa di Di Pietro, gli uffici romani della società di D'Adamo, gli uffici della società di costruzioni «Astaldi», gli uffici della società di ingegneria «Tpl», lo studio di un altro imprenditore edile, Marcellino Gavio, leader dell'omonimo Gruppo