Pippo, la stessa fine di Carosello

Pippo, la stessa fine di Carosello Giusti spiega la mostra sulla vecchia tv che si è aperta a Milano Pippo, la stessa fine di Carosello «Troppo potere ha dato sempre fastidio in Rai» IL PADRE DI BLOB AMILANO VRESTE mai pensato che tra Pippo Baudo e il famoso «Carosello» ci potesse essere qualcosa in comune? Secondo Marco Giusti, curatore della omonima mostra da ieri alla Triennale di Milano, sì. Giusti, Carosello come Baudo: cosa c'entra? «Così come "Carosello" fu cancellato dalla programmazione Rai perché rappresentava il momento più seguito della televisione di Stato, anche Pippo Baudo è stato allontanato dalla Rai per il suo strapotere all'interno dell'azienda. In quegli anni il partito socialista era in grande ascesa e il Tg2 ne rappresentava il tazebao telematico. "Carosello" andava in onda sulla Rete Uno e i telespettatori che per anni erano stati abituati a seguirlo, con i milioni di bambini che andavano a letto solo dopo la sigla finale, il Tg2 si sentiva penalizzato». Ufficialmente la decisione di sopprimere il programma arrivò dalla Commissione di Vigilanza Rai che tendeva a ridurre la pubblicità nelle ore di maggiore ascolto. «Il programma era considerato una sorta di teatrino e non piaceva più ai pubblicitari che volevano piazzare i loro spot per fasce d'età e non secondo un rituale inventato dalla tv italiana. Veramente la verità sulla morte di un pezzo di storia della tv non si saprà mai, anche se credo che quanto ho detto sia molto vicino al nocciolo della questione». Questa mostra però è stata voluta dalla Rai. «Certo, non c'è stato regista (a parte Michelangelo Antonioni) e non esiste attore che non abbia messo la sua firma sotto uno spot di Carosello. Molti personaggi hanno addirittura esordito proprio in quelle scenette. Arbore e Teocoli ma anche un giovane Silvio Berlusconi ripescato nel "codino" di un "Carosello" inedito e mai andato in onda firmato niente meno che da Orson Welles. Berlusconi nega perché dice di aver lavorato solo in uno filmato per un'importante casa di cosmetici, ma noi abbiamo le prove che mandammo in "Blob" qualche tempo fa. Abbiamo tante curiosità. Come per la sigla. La rivendicano almeno in dieci e tutti a ragione. Poi c'è il grande flop di Paolo Panelli che girò lui stesso un film con Ercolino, prodotto dalla Rizzoli e mai andato in video perché troppo brutto. Carosello in vent'anni di programmazione subì solo un'interruzione della durata di 3 giorni nel '69, dopo la strage di Piazza Fontana». [1. d.] Marco Giusti e uno dei simboli del vecchio «Carosello» Calimero

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