I RISCHI DI UNA NUOVA BUROCRAZIA di Sergio Romano

I RISCHI DI UNA NUOVA BUROCRAZIA I RISCHI DI UNA NUOVA BUROCRAZIA H O creduto nella funzione degli istituti di cultura e ho sperato che quelli dell'Italia sarebbero stati in grado di competere con la rete dei «Goethe» e dei centri culturali francesi. Ma sono giunto alla conclusione che gli istituti nazionali presentano almeno due rischi. lutti, anche i più aperti e cosmopoliti, finiscono per generare il prodotto che giustifica la loro esistenza. Il prodotto si chiama «cultura nazionale», mia creazione intellettual-burocratica autosufficiente e autoreferente in cui finiscono alla rinfusa personaggi buoni, mediocri, irrilevanti e insignificanti. Mi spiego meglio. Ogni Paese deve avere il proprio rinascimento, il proprio barocco, il proprio romanticismo, le proprie avanguardie, il proprio teatro, il proprio cinema, la propria musica; ed è costretto a utilizzare, per la completezza del repertorio, i materiali più scadenti della storia nazionale. Chiudete gli istituti e questa operazione pseudoculturale diventerà inutile. C'è una seconda ragione. Gli istituti sono organismi statali e offrono ai governi l'occasione per mettere bocca in questioni in cui i loro interventi sono generalmente causa di danni e disastri. Nella peggiore delle ipotesi il governo cerca di utilizzare gli istituti per valorizzare se stesso e la propria ideologia, come fanno generalmente i regimi autoritari o totalitari. Nella migliore delle ipotesi se ne serve per compensare gli intellettuali fiancheggiatori, i compagni di viaggio e la manovalanza culturale delle campagne elettorali. Questo non significa che gli istituti siano sempre inutili. Quando hanno buone biblioteche e organizzano corsi di lingua formscono un utile servizio. I guai cominciano quando organizzano mostre, concerti, rassegne cinematografiche. Temo che un grande istituto europeo finirebbe per produrre, su scala più grande, gli stessi inconvenienti degli istituti nazionali. Invece della «cultura nazionale» avremmo la «cultura europea», vale a dire una categoria altrettanto artificiosa e burocratica. Invece delle nomenklature culturali nazionali avremmo una grande nomenklatura europea. L'idea piacerà probabilmente a tutti coloro per i quali l'Europa non può essere soltanto economica e deve avere anche una «politica culturale». Sbagliano. Vogliono cultura e alla fine avranno soltanto un'altra burocrazia europea molto meno utile di quella che lavora negli uffici della Commissione a Bruxelles. Sergio Romano

Persone citate: Goethe

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia