RUSSELL Il filosofo innamorato

la politica: in America una grande biografia del filosofo inglese Le donne, la matematica, la politica: in America una grande biografia del filosofo inglese RUSSELL Ilfibsofo innamorato SNEW YORK LL'INIZIO del suo bellissimo libro sui primi cinquant'anni del grande filosofo inglese Bertrand Russell, Ray Monk riecheggia la domanda posta da Virginia Woolf, esasperata dalla difficoltà di completare la biografia dello scrittore Roger Fry: «Come si fa a spiegare la follia e l'amore in una prosa sobria, e in ordine cronologico?» Monk non solo riesce in questo scopo brillantemente, ma fa anche di più: illustra la vita intellettuale di Russell con la stessa lucidità con cui racconta il «Bertie» degli amici e delle amanti. Questo perché lui stesso è un filosofo, e perché Russell gli ha reso il compito facile, lasciando una eredità di circa 3 mila pubblicazioni, tra cui una autobiografia e un patrimonio di 40 mila lettere oltre a diari, manoscritti e altri documenti. «Sarebbe stato l'autore di una produzione così importante e originale nella logica e nella filosofia se non fosse stato così morto al mondo dei sensi?», si chiede Monk, stabilendo piuttosto esplicitamente la sua visione di Russell, senza mai scadere nella biografia psicoanalitica. Per anni, soprattutto nella prima parte della sua esistenza, la vita intellettuale del filosofo fu motivata dal desiderio di rifugiarsi nel mondo più puro, ed «eterno», delle forme matematiche. Solo quando per la prima volta si innamorò profondamente di una donna, dopo il misero fallimento del suo prematuro matrimonio con Alys Pearsall Smith, scoprì che la sua passione per il rigore filosofico sarebbe stata «meno importante» da allora in poi. Con la vivacità della sua intelligenza, la brillantezza e l'eleganza delle sue maniere di donna della società londinese, ma soprattutto l'estasi di un bacio rubato durante un'assenza del marito, Ottoline Morrell aveva aperto i primi dubbi nella sensibilità intellettuale di Russell. Il «Bertie» di Monk è un aristocratico egoista, ed egoista incline al facile innamoramento. Per anni fu ossessionato da Evelyn, la moglie di Whitehead. Più tardi, sedusse Vivien, la mo- glie del poeta T. S. Eliot. Ma con la possibile eccezione di Ottoline, con la quale mantenne una lunga relazione di amicizia attraverso più di 2 mila lettere, usò tutte le donne della sua vita come punti di appoggio emozionale, fisico ed intellettuale, per il suo sviluppo personale. Allevato in un noioso ambiente vittoriano, si ribellò molto presto imparando a nascondere i propri sentimenti e cercando proprio nella perfezione e nella rarefazione della logica matematica il distacco da un mondo da cui si sentiva estraneo, perché ne temeva le forze più misteriose e nascoste. Non a caso le persone che lo affascinarono di più, a parte quelle del sesso femminile, furono Ludwig Wittgenstein, Joseph Conrad e D. H. Lawrence. In tutti loro aveva intuito «una fiamma interna» che a lui mancava. Bertrand Russell nacque nel 1872 in una famiglia nobile e potente, profondamente legata alla tradizione moderatamente liberale e progressista dei Whig. I genitori facevano parte del mondo politico e intellettuale deU'epoca, ed erano abbastanza poco convenzionali da dividere il letto coniugale con il tutore dei figli, in empatia con il suo amore appassionato per la signora della casa. Ma da giovanissimo - non aveva che due anni-la sua vita prese una piega tragica. La madre morì all'improvviso di difterite, dopo essere stata contagiata dal figlio maggiore Frank, che invece riuscì a riprendersi. La sorella Rachel seguì lo stesso destino dopo un paio di giorni, e un anno dopo fu il padre a morire. Passato alla custodia dei nonni, Lord e Lady Russell, all'età di 6 anni perse il nonno. Con la sua famiglia pa¬ terna devastata dalla malattia mentale - il padre epilettico, lo zio confinato in un ospedale psichiatrico, la zia sofferente di allucinazioni -, il giovane Bertie crebbe sentendosi disperatamente solo, e terrorizzato all'idea di diventare pazzo. A tirarlo fuori dal suo guscio difensivo, pur mantenendo il rapporto di amicizia al livello altissimo della discussione filosofica, fu per primo lo studente austriaco Ludwig Wittgenstein al suo arrivo a Cambridge proprio per studiare con Russell. E il maestro lo amò per la sua passione intellettuale, oltre che per il rigore del suo pensiero. Ma tra i due fu sempre presente un profondo conflitto, all'inizio sfumato da fraintendimenti e ambiguità, che esplose dopo la guerra in modo irrimediabile. Insistendo che la filosofia è solo un impulso, con lo stesso valore di ogni altro, Wittgenstein rifiutò la concezione che Russell aveva di questo soggetto: l'idea che la filosofia offrisse una finestra sul mondo eterno, al di là degli impulsi e delle passioni della vita quotidiana. Il mondo reale non appassionava Russell. Da vero aristocratico, aborriva la piccolezza delle preoccupazioni della gente comune, e la gente stessa. Liberale, pacifista, e infine socialista, le sue passioni politiche furono raramente toccate da un interesse genuino per il popolo. I personaggi letterari cui si sentiva vicino erano il Rogojin de L'Idiota di Dostoevskij, consumato dall'odio e dalla gelosia; il Marlowe e il Kurtz di Conrad, che in Cuore di Tenebra, quando riescono a guardarsi dentro, non trovano altro che follia. Russell sarà per sempre ricordato per i suoi tre volumi di Pìincipia Mathematica, scritti con Alfred Whitehead nei quali i due autori cercano di stabilire una teoria dei fondamenti della conoscenza che sia valida per la matematica come per il senso comune. Lo scopo è dimostrare che la conoscenza di entrambe è valida e accettabile solo se può essere riportata dai filosofi ai loro fondamenti, nella esperienza diretta. Ma Wittgenstein, progredendo nei suoi studi e nelle sue originali riflessioni, distrusse le certezze che Russell aveva così faticosamente conquistato, stabilendo che né la matematica né la conoscenza empirica hanno alcun fondamento, e comunque non ne hanno bisogno. Fu proprio la realizzazione delle profonde differenze in campo scientifico tra i due, nonostante Russell acconsentisse a scrivere l'introduzione al Trattato Logi co-Filosofìco per facilitarne la pubblicazione, che spinse Wittgenstein più tardi a rompere qualsiasi rapporto con il suo vecchio maestro e a rifiutare il suo aiuto: «Tradotta in tedesco, a tua introduzione perde l'eleganza dello stile e non ne rimane che la superficialità e i fraintendimenti». Russell non si riprese mai più dall'irruzione di Wittgenstein nella sua vita. Lentamente ridiresse il suo impegno «alle questioni pratiche (la politica), come i cattivi filosofi, solo senza essere uno di questi». Divenne un appassionato difensore della pace allo scoppio della Prima guerra mondiale, e per questo fu condannato a qualche mese di carcere. Cambiò la sua nozione della natura umana, sotto l'influenza del giovane scrittore D. H. Lawrence che per qualche tempo divenne suo protetto, sostenendo che gli uomini sono sposso motivati all'azione da impulsi inconsci. E inquadro lo stato e la proprietà come le «grandi personificazioni degli impulsi possessivi». Durante la guerra, Russell lasciò il liberalismo ottimista dei Whigs per avvicinarsi al socialismo. Ma lo spontaneo innamoramento per la Russia bolscevica non sopravvisse al viaggio con una delegazione di sindacalisti nel 1920, quando riconobbe che i bolscevichi erano solo un altro sintomo della malattia dell'Occidente: «Il loro obiettivo è rendere la Russia industriale, e i russi il più possibile uguali agli Yankees». L'invito a passare un anno all'università di Pechino arrivò al momento giusto, quando si sentiva più deluso dalla società occidentale. L'anno dopo la sua giovane compagna Dora Black dette alla luce il suo primo figlio, John Conrad come lo scrittore, soddisfacendo il desiderio di paternità che lo aveva ossessionato da tempo. Aveva 49 anni e la sua nuova carriera di polemista e intellettuale pubblico era solo agli inizi. Anna Di Lellio Aristocratico ed egoista, sedusse le mogli di Whitehead eT.S. Eliot: l'eros come terapia contro il terrore di diventare pazzo ne, la matematica, co ed dusse head Eliot: rapia rrore azzo ell in una d Levine OF BOOKS.. A STAMPA.) ORK ellis cinde firand ia la ginia diffirafia ome more dine solo ante illuRusn cui mici e é lui rché o fai cira cui imo diameni una la politica: in AmeRUIlfib Bertrand Russell in una caricatura di David Levine [COPYRIGHT .THE NEW YORK REVIEW OF BOOKS.. ILPA E PER L'ITALIA .LA STAMPA.)

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