Iran Rivolta sunnita Scontri con morti

Rivolta sunnita Scontri con morti Iran Rivolta sunnita Scontri con morti TEHERAN. Dimostrazioni, scontri, numerosi morti tra cui un colonnello della polizia, arresti in massa. Questo lo scenario che da due giorni caratterizza la regione di Kermanshah, la parte dell'Iran dove più numerosa è la comunità sunnita. Fonti ufficiali tendono a minimizzare, ma non smentiscono e denunciano l'esistenza di un «complotto». Si tratta probabilmente - rilevano fonti diplomatiche - dei più gravi incidenti a sfondo religioso, con al centro la difficile convivenza tra sciiti e sunniti, mai verificatisi in Iran da quando nel 1979 è stata fondata la repubblica islamica, controllata come è noto dagli sciiti. All'origine degli incidenti è stata la morte del mullah Mohanimad Rabii, il più autorevole tra i religiosi sunniti di Kermanshah. Secondo fonti dell'opposizione il mullah è stato assassinato. Secondo le autorità è morto per attacco cardiaco. Quando si sono svolti i funerali di Rabii, il corteo si è trasformato in una manifestazione di protesta e poi in una serie di atti di violenza. Il consiglio nazionale della resistenza iraniana (Cnri), ovvero il cartello delle opposizioni di esilio con sedi in varie città occidentali e basi militari in Iraq, ha affermato che i guardiani della rivoluzione hanno sparato sui manifestanti uccidendone molti. Nel corso della giornata di ieri, sempre secondo l'opposizione, le manifestazioni e le proteste si sono | allargate a macchia d'olio praticamente a tutta la regione di Kermanshalia, in particolare alle città di Paveh, Javanrud e Ravansar. Anche qui si parla di scontri cruenti e di morti. Il leader del Cnri, Massoud Rajavi, ha elogiato il coraggio del popolo di Kermanshah e ha sollecitato lutti gli iraniani ad appoggiarne la lotta. L'ondata di proteste in corso, ha commentato, non è un fatto episodico ma «una prova dell'odio della gente per l'illegittimo regime della repubblica islamica». Una prova di questa «volontà» di lotta sarebbe anche l'uccisione di un alto ufficiale della polizia, il colonnello Akbar Najafi. L'interpretazione delle fonti ufficiali è naturalmente di segno opposto. Radio Teheran ha parlato di un «complotto» innescato da «provocatori» infiltratisi nel corteo funebre in onore di Rabii che gridavano slogan «devianti». La gente presente ai funerali - secondo Radio Teheran ha risposto con grida di condanna, e in particolare «morte agli ipocriti», l'appellativo usato per indicare i simpatizzanti di Rajavi. Ha poi isolato i facinorosi e ne ha facilitato l'arresto. [Ansa]

Persone citate: Akbar Najafi, Massoud Rajavi, Rajavi

Luoghi citati: Iran, Iraq, Teheran