Verifica? Prodi a Dini: non serve di F. M.

Il ministro degli Esteri: il punto della situazione lo faremo con la maggioranza Il ministro degli Esteri: il punto della situazione lo faremo con la maggioranza Verifica? Prodi a Pini: non serve Sul governo D'Alema si schiera con Romano ROMA.Prodi snobba Dini c Dini di tutta risposta snobba Prodi. Il ministro degli Esteri chiede una «verifica» sullo stato di salute del governo, il presidente del Consiglio gli risponde che non serve e a breve giro di posta Dini contro-repLica: caro Prodi, la verifica possiamo tranquillamente farla anche senza di te. Un pepatissimo scambio di «complimenti» che con un singolare ribaltamento dei ruoii, fa trovare sulla stessa lunghezza d'onda Massimo D'Alema e Romano Prodi e su un'altra il ministro degli Esteri Lamberto Dim e il segretario del ppi Gerardo Bianco. A «sparigliare» le consuete alleanze della politica italiana, la necessità o mono di un solenne incontro tra i leader della maggioranza per rilanciare l'azione del governo. A Dini che due sere fa aveva chiesto «di fare il punto della situazione dopo l'approvazione della Finanziaria», il premier ha risposto da Bruxelles: «Non c'ò nessuna richiesta urgente di verifica - dice Prodi le verifiche le facciamo continuamente». Prodi sa benissimo che la richiesta eh verifica è stata avanzata poche ore prima da Dini e, facendo finta di nulla, di fatto boccia una proposta nei giorni scorsi fatta propria anche dai popolari. Ma ieri sera Lamberto Dini si è fatto risentire. Rientrato da Londra, il ministro degh Esteri ha diffuso ima dichiarazione pepata: «Il punto della situazione lo faremo con la maggioranza e non con il governo e quindi non c'è bisogno del presidente Prodi in questa riunione». Come dire: caro Prodi, ce la vediamo io, D'Alema, Bianco, Bertinotti e Manconi e tu quel giorno puoi anche restartene a palazzo Chigi. Uno scambio al vetriolo destinato a inasprire i rapporti, già tesi, tra i due. Ma la richiesta di verifica non è mai piaciuta e continua a non piacere a D'Alema: «Non cre¬ do ci siano problemi di verifiche, anche perché queste maggioranze si sono formate davanti agli elettori, non fra partiti». E D'Alema per il dopo-Finanziaria propone qualcosa di diverso: «Sarà utile a quel punto avere una discussione sul futuro e ho proposto che la discussione avvenga pure in un'assemblea generale degh eletti dell'Ulivo, non solo nel rapporto ristretto tra segreterie». E se D'Alema vede con favore per i primi di gennaio una assemblea di tutti i parlamentari dell'Ulivo per rilanciare l'azione del governo, negli stessi giorni si deciderà il destino della commissione Bicamerale per le riforme. A Berlusconi che invocava da D'Alema uno «scatto di reni», «un po' più di coraggio», il leader del pds risponde che «l'unico scatto che c'è da fare è che ognuno faccia la sua parte, quella che gli è stata assegnata dagli elettori. E insieme dobbiamo fare le riforme costituzionali e questo non prevede nessun pasticcio. E neanche un particolare coraggio». Ma in vista della stretta sulla Bicamerale, Forza Italia sta cercando di stringere il pds perché assieme alla legge istitutiva della Bicamerale sia approvata anche la «leggina» Rebuffa sui «tempi morti» tra una riforma elettorale e l'altra che, una volta varata, impedirebbe alla Consulta di bocciare il referendum Pannella sull'abolizione della quota proporzionale. [f. m.]

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