«Tonino pensava alla Sicilia»

«Tonino pensava alla Sicilia» «Tonino pensava alla Sicilia» Lucibello: «Disse che si dimetteva per combattere contro la mafia» BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Arrivano gli amici di Antonio Di Pietro. Più il Gabibbo di «Striscia la notizia» che insegue l'avvocato Giuseppe Lucibello fino alla porta del tribunale, via Moretto, ennesima udienza del processo sul «complotto» per far dimettere l'allora magistrato. Gli uomini della vigilanza alla porta bloccano il pupazzo rosso e fanno passare l'avvocato amico di Di Pietro. Che si accomoda sulla poltrona dei testimoni. E rivela l'ennesima versione sull'addio alla toga: «Nella primavera del '94 Di Pietro mi disse che voleva dimettersi dal pool. Era convinto, voleva ottenere un trasferimento in Sicilia». E' una nuova verità sugli addii di Di Pietro, quella che emerge dalle parole dell'avvocato. Che pure davanti a un caffè ripete: «Mi sa che aveva preparato pure la domanda per andare in Sicilia, voleva mettere a fratto la sua esperienza. Altro che dimissioni per le accuse di Gorrini, non c'entrano niente. Se voleva gli piantava una querela, e con la popolarità che aveva...». Ma qui, davanti al pubblico ministero Raimondo Giustozzi e al presidente del Tribunale Francesco Maddalo, Giuseppe Lucibello deve raccontare pure la storia della Mercedes. Quella che arriva dalla Maa, che Di Pietro poi rivende a Lucibello. Pm: «Ci parli della Mercedes». Lucibello: «Un giorno Di Pietro mi disse che aveva biosogno di una nuova auto, perché la sua si era fusa in autostrada. Mi disse di aver visto una Mercedes della Maa. Poi, per motivi suoi, dopo pochi giorni me la vendette. Gli diedi 20 milioni e io, a mia volta, la rivendetti per 32». Pm: «Quei 20 milioni che lei diede a Di Pietro andarono alla Maa?». Lucibello: «Nel '94 mi arrivò una lettera della Maa, mi si chiedeva di saldare il conto. Chiesi a Di Pietro che fine avevano fatto quei 20 milioni e lui mi disse che li aveva versati su un libretto». Avvocato Renzo Nardin, per Domenico De Biase: «Ma lei quando diede i soldi a Di Pietro?». Lucibello: «In due mesi». Nardin: «Sì, ma quando?». Lucibello: «A gennaio». Nardin: «Di che anno?». Lucibello: «Era il '90». Giuseppe Lucib o Inevitabilmente il discorso scivola poi sulle dimissioni di Antonio Di Pietro, sui veri motivi. E l'avvocato Lucibello aggiunge: «Le indagini che stava conducendo sulla Guardia di finanza lo avevano depresso. Per lui erano dolorose, non gli faceva piacere combattere le istituzioni». E ancora: «Poi mi disse che era stanco, che si sentiva spiato anche dall'interno del palazzo di giustizia. E si scoprì che aveva ragione quando venne fuori la storia di Paolo Simonetti, il collaboratore di Tiziana Parenti». La presenza di Giuseppe Lucibello in aula, al processo contro Paolo Berlusconi, Cesare Previti, più gli ispettori ministeriali Ugo Dinacci e Domenico De Biase, scatena la curiosità del difensore di quest'ultimo, l'avvocato Paolo Maruzzo. Che cerca di infilarsi in una questione spinosa. Maruzzo: «Non vorrei sembrare provocatorio, ma cosa voleva dire Pacini Battaglia quando di lei e Di Pietro disse: "Quei due mi hanno sbancato"». Pm: «La domanda non c'entra con questo processo». Giudice: «Obiezione fondata, domanda respinta». Via Lucibello che se ne va al bar scortato da Renato Betinzioli, pensionato e fan di Di Pietro, che non perde nemmeno una udienza e che ieri è stato obiettivo del lancio di un uovo da non si sa chi, tocca deporre agli altri amici dell'ex magistrato. Il comandante dei vigili urbani Eleuterio Rea si avvale della facoltà di non rispondere, il poliziotto Rocco Stragapede racconta le modalità di restituzione a Gorrini dei 100 milioni dati a Di Pietro. Mentre il giornalista Piero Colaprico conferma il contenuto di ima telefonata con l'ex magistrato: «Di Pietro mi disse che dopo aver arrestato Giorgio Tradati, il presunto prestanome di Craxi, craxiani e berlusconiani si misero d'accordo per far partire l'operazione Gorrini». Chiude l'udienza Aldo Molino, il docente universitario in carcere a Brescia per la condanna definitiva per la vicenda Eni-Sai: «So che Di Pietro parla di un certo Molino che avrebbe cercato di far figurare un versamento di 600 milioni a suo favore. Se sono io quel Molino, chiedetelo a Di Pietro. Lo escludo, è una cosa folle e menzognera». Fabio Potetti Giuseppe Lucibello

Luoghi citati: Brescia, Sicilia