SE IN TIVÙ' ARRIVA IL REPLICANTE

SE IN TIVÙ' ARRIVA IL REPLICANTE SE IN TIVÙ' ARRIVA IL REPLICANTE FINALMENTE, dopo una decina di cognati e portavoce più o meno presunti e rissosi, il convitato Di Pietro si è fatto rappresentare in tv da un imitatore. Cosa non si fa, ormai, per non apparire. Doveva succedere, prima o poi. E' successo ieri sera, durante il perdibile esordio del digestivo «Moby Dick», che se non fosse così noioso sembrerebbe «Diade Runner», con Santoro-Harrison Ford che pone in diretta le domande, ovviamente serissime, e il replicante di Tonino, un giovane cabarettista abbastanza bravo, che seriamente risponde in registrata, contraffacendo la ben nota voce mentre sul video scorrono le immagini patinate del Di Pietro originale. La satira muore anche per questo: le rubano le armi. Dopo Vendita che interroga D'Alcma e Anna Falchi che confessa Berlusconi, l'imitazione era l'unico angolo del varietà, insieme al balletto, a non essere ancora stato risucchiato dal cabaret politico. Quando, due domeniche fa, un'intervista di Costanzo a Bertinotti venne interrotta dal biascichici gutturale di un Prodi splendidamente imitato da Massimo Lopez, tutti compresero che quella voce strozzata che ripeteva «Voglio andare in Europaaah» non poteva essere altro che una caricatura. Santoro e il replicante di Tonino invece hanno fatto sul serio, e l'effetto, finché non ci faremo l'abitudine, appare un po' inquietante. Tecnicamente, siamo di fronte alla versione televisiva di quella che nella stampa scritta si chiama «intervista rubata»: il giornalista chiacchiera con il peritassimo Grameilini CONTINUA A PAG. 5 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Anna Falchi, Berlusconi, Bertinotti, Di Pietro, Harrison Ford, Massimo Lopez, Santoro