Napoli, il provveditore: gonfiate le cifre sui disoccupati

Napoli, il provveditore: gonfiate le cifre sui disoccupati Napoli, il provveditore: gonfiate le cifre sui disoccupati ONAPOLI TTOMILA «no» ad un posto, un esercito di docenti che all'offerta di una cattedra non si sono precipitati ad accendere un cero alla Madonna, ma hanno risposto con il silenzio. Possibile che proprio qui, nella città considerata da anni la capitale dei senzalavoro, c'è chi si permette il lusso di snobbare stipendio fisso e sicurezza economica? Il quesito alimenta i dubbi del provveditore agli studi di Napoli, Gennaro Fenizia, che ieri ha lanciato l'allarme e invitato ad una «profonda riflessione» sul fenomeno della disoccupazione «probabilmente ingigantito da cifre imprecise ed elenchi che non vengono mai aggiornati». Il coro di no nasconde inghippi burocratici? Oppure è il segnale che qualcosa non quadra nei dati che preoccupano governo e istituzioni locali? Di sicuro, a scorrere le cifre diffuse dal provveditore, la valanga di rinunce registrate quest'anno sembra andare molto al di là delle percentuali fisiologiche (intorno al 10-15 per cento) del passato. Su 1444 insegnanti convocati per l'immissione in ruolo nelle scuole medie e nelle superiori, ovvero per la conquista dell'agognata cattedra, ben 598 non hanno risposto ai telegrammi inviati a casa, né si sono fatti vivi dopo gli avvisi pubblicati sui giornali. Stessa storia per le supplenze annuali: per conferire 1590 incarichi, è stato necessario chiamare 7133 candidati. Per non parlare delle supplenze nelle elementari e nelle materne: finora su 3400 convocati, i no sono stati 860. «In definitiva - tira le somme Fenizia - più di ottomila persone, a cui abbiamo offerto un lavoro annuale o definitivo, lo hanno rifiutato. Il che sembra quasi incredibile se rapportato ai dati ufficiali della disoccupazione». Il provveditore azzarda anche una possibile spiegazione: «Può verificarsi - spiega - che una persona in cerca di lavoro segua più strade e faccia più domande d'impiego. Poi, però, dopo aver ottenuto un posto resta iscritta nelle graduatorie o nelle liste di chi è ancora in attesa. Soltanto così, oppure con la diffusione del lavoro sommerso, si possono spiegare le rinunce così massicce a posti pubblici sicuri come quelli della scuola». Per fare chiarezza, però, Gennaro Fenizia ha una proposta: di fronte al dato ufficiale di 528.701 disoccupati a Napoli e in provincia, occorre promuovere lo scambio di notizie tra uffici pubblici per cancellare dalle graduatorie chi non ha più diritto. Lui comincerà con il dare l'esempio, inviando al collocamento l'elenco dei 6mila docenti che hanno trovato occupazione nella scuola. Ma non mancano gli scettici. Angela Cortese, insegnante e sindacalista della Cgil-Scuola di Napoli, trova qualche motivo a quella sfilza di no: «Siamo d'accordo, i dati sulla disoccupazione si modificano e un buon nu¬ mero di candidati ha forse trovato collocazione fuori dalla scuola. C'è da dire, però, che qui non si fanno concorsi di abilitazione dal 92. E quindi l'esercito di disoccupati intellettuali resta fuori, non arriva neppure a concorrere alla cattedra». E c'è un altro problema: «Dall'89, se un insegnante ha determinati requisiti, può fare domande per una cattedra anche in due province. Può accadere così che venga chiamato, per esempio, a Bologna senza per questo essere cancellato a Napoli». Mariella Cirillo Il provveditore agli studi di Napoli, Gennaro Fenizia

Persone citate: Angela Cortese, Gennaro Fenizia, Mariella Cirillo

Luoghi citati: Bologna, Napoli