«L'ha vista come un 'offesa»

«L'ha vista come un 'offesa» «L'ha vista come un 'offesa» ROMA. Per l'antropologo Alfonso Di Nola la tradizione di battezzare i figli con i nomi degli avi «prende origine tra il 1100 e il 1200, ed è ancora salda soprattutto nel Meridione, dove sottrarsi a questa regola è considerata offesa gravissima nei confronti del capostipite». Una consuetudine particolarmente salda proprio in Campania. «Qui imporre il nome del nonno ai nipoti maschi - spiega - è considerato come un voler continuare la specie. E' comprensibile dunque perché sia giudicato grave non seguire la tradizione». E lo studioso ha ricordato come in altri Paesi europei esista «questa costumanza» sottolineando, invece, che «la cultura ebraica vieta di dare a un neonato il nome di un antenato morto». [e. 1. p.] di sua moglie: Elisa. La questione era stata fonte di forti contrasti tra i due nuclei, con il «clan» paterno che parteggiava per Elisa, e i familiari di Adelaide che «facevano il tifo» per Angela, nome della nonna materna. Tanto che alla fine fu individuata una soluzione di compromesso che, nelle intenzioni di Adelaide, era l'unica a poter assicurare un ritorno alla pace domestica. La bimba venne infatti registrata all'anagrafe del Comune di Arpaia con il nome di Elisa, ma a casa i genitori avevano deciso di chiamarla comunque Angela. L'escamotage, giunto al termine di accese discussioni, sembrò funzionare: anche il marito di Adelaide, Giuseppe MILOSEVIC ALLA RESA DEI CONTI zista; la nuova teoria della «pulizia etnica» sostituiva la retorica, già indebolita da Tito, della «pulizia anticapitalista». Diventava cosi dogma, e poi pratica bellica, l'impulso espansionistico della nazione etnocentrica ai danni delle altre comunità nazionali e religiose jugoslave. Gli unici a ribellarsi, per un attimo sfortunato, alla svolta razzista, liberticida e guerrafondaia di Milosevic, furono gli studenti di Belgrado. Si rivoltarono nel 1991 all'inizio delle aggressioni militari serbe contro le popolazioni slave vicine, dopo che il Kosovo era stato già invaso da un esercito ancora nominalmente «jugoslavo:.. Fu un tragico fuoco di paglia. La «piccola Tienanmen belgradese» del '91 vide i carri armati soffocare nel sangue quell'incipiente ma inconcludente ribellione giovanile. Oggi, il secondo ritorno in piazza degli studenti non è più solitario. Li seguono cinque discordi partiti d'opposizione, ma una massa crescente di operai, di impiegati, di professionisti, di derelitti del ceto medio impoverito e sbrindellato da una guerra perduta e da una bancarotta fraudolenta che non conosce eguali nell'Europa odierna. Il conto che la massa chiede a un Milosevic isolato, confortato unicamente dal fanatismo della moglie marxista e dagli ottantamila poliziotti specializzati nell'antisommossa, è il conto della sconfitta militare, politica ed economica in cui egli, con la sua folle megalomania panserbista, ha trascinato e rovinato il Paese. Le ragioni che muovono il popolo di Belgrado alla rivolta e al rendiconto sono sotto gli occhi di tutti. La Jugoslavia insanguinata, frantumata e dissolta. La Slovenia pero avviata al benessere e all'Europa. La Croazia, vanamente aggredita e mortificata nel '92, rinata sovrana, vittoriosa e militarmente forte nel '95 grazie alla protezione e agli aiuti americani. I croati, anche se insoddisfatti dall'attuale regime semiautoritario di Tudjman, hanno costituito comunque le basi d'indipendenza e di omogeneità nazionale da cui sarà possibile avviare le necessarie riforme democratiche, anche con contenute proteste di piazza. Ogni riforma ed ogni moderazione paiono invece drasticamente escluse dalla crisi serba. La folla da un lato cresce e non molla, Milosevic, dall'altro, resiste e indurisce il pugno con arresti notturni, perquisizioni brutali, censure e sabotaggio dei pochi giornali indipendenti come Bliz e Nasa Borba, chiusura di quelle radio indipendenti che dal 1956 ungherese costituiscono la valvola di libertà contro le oppressioni totalitarie dei regimi comunisti. La rigida prova di forza in atto non sembra potersi avviare alla catarsi idillica delle «tavole rotonde» e dei compromessi alla polacca. Le opposizioni citano una frase terribile pronunciata, sembra, dalla pasionaria nera del regime, Mirjana Markovic, l'influente consorte di Milosevic e dirigente del raggruppamento «Sinistra jugoslava unita»: «Noi comunisti siamo arrivati col sangue al potere; e soltanto nel sangue possiamo perderlo». Lo scenario della tragedia senza scampo è già allestito, e, anche se non si dovesse consumare sino in fondo, esso rivela quanto labili e improbabili appaiano a tutti in questo momento le possibilità di un'uscita indolore dalla crisi. A rendere lo scenario duro ancora più credibile è anche il desolato paesaggio generale: il crollo militare, la cacciata di quasi tutte le minoranze serbe LA PIOVRA SCOMPARSA na di disimpegno che finirà per svuotarla di importanza. «Ergo» si potrebbe concludere che il problema non esiste più, la piovra è finita bollita in pentola. Tutti, invece, almeno quelli di buon senso, sanno che non è così. Tutti sanno che il polpo nuota sott'acqua e che farà riaffiorare la testa solo quando sarà certo di non trovare l'arpione pronto a colpire. Tutti, tranne - pare a giudicare da quanto accade - i protagonisti della controversa vicenda dell'elezione della presidenza della commissione parlamentare Antimafia. Una storia cominciata male e finita peggio, cioè con una soluzione pasticciata, per nulla chiara (politicamente) e per nulla rassicurante - malgrado le dichiarazioni formali di esponenti della maggioranza sul futuro funzionamento dell'organismo parlamentare. Ci sono almeno due sintomi allarmanti che inducono al pessimismo, argomenti validi per Di Maio, si era convinto che quella fosse la via d'uscita più giusta. Chi invece non aveva saputo rassegnarsi era Aniello Di Maio, che aveva continuato a litigare con la nuora e sempre per lo stesso motivo. Nella decisione vedeva un insulto personale e un affronto alle tradizioni. La sua versione dell'incidente fatale non aveva convinto i carabinieri, ma soltanto i risultati della perizia balistica (un proiettile esploso in linea diretta e non dal basso, come sostenuto da Di Maio) hanno indotto gli inquirenti a ordinare l'arresto. Il pensionato è stato portato in carcere in seguito a una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Benevento, Vincenzo Beatrice, L'antropologo Alfonso Di Nola su richiesta del pubblico ministero Giacomo Iannella. Omicidio premeditato, con l'aggravante del motivo futile, e porto abusivo di pistola: queste le accuse formulate dal giudice. Una vicenda simile avvenne, sempre in provincia di Benevento, alcuni mesi fa. E solo per miracolo anche allora non ci scappò il morto: Raffaele Pascale, di 61 anni, accoltellò il figlio che si era rifiutato di dare al nipote il suo nome. Il richiamo ai valori della tradizione sembrano da queste parti assumere caratteri di fondamentalismo, ma la spiegazione del fenomeno la possono fornire soltanto gli studiosi. Enzo La Penna dalla Croazia, la restituzione secondo Dayton della Slavonia orientale ai croati, i barcollamenti della repubblica serba di Bosnia dove i due eroi nazionali, Karadzic e Mladic, esecutori materiali della strategia genocida orchestrata da Milosevic, sono sotto verdetto internazionale per crimini di guerra contro l'umanità. Il quadro è completato dalla miseria economica. Il salario medio mensile, che valeva mille dollari prima della guerra, oggi ne vale appena cento. Decine di migliaia di pensionati che aspettano l'elemosina che non arriva. Ospedali chiusi. Fabbriche paralizzate. Scuole senza riscaldamento ed elettricità. Più di un milione di disoccupati su dieci milioni di abitanti. Un poliziotto vigile ostile ogni 125 cittadini. Una massa disillusa e incattivita di seicentomila profughi l'uggiti dalle regioni croate e bosniache. La Felix Serbia titoista, che di fatto comandava da Belgrado una Jugoslavia rispettata nel mondo, ridotta a paria della comunità internazionale. Eppure, nonostante tutto questo, Milosevic ha continuato per lunghi anni a riscuotere il tacito e contrastante appoggio delle sinistre pacifiste, dei partiti postcomunisti occidentali, dei liberali e nazionalisti russi nonché delle conservatrici diplomazie occidentali. L'im¬ munità generalizzata di cui, nonostante le sanzioni economiche, ha finora goduto il Tirannosauro dei Balcani ha qualcosa d'incredibile. Mentre distruggeva la Jugoslavia, americani ed europei lo appoggiavano vedendo in lui e nella sua Serbia il mastice della Jugoslavia. Mentre faceva radere al suolo Vukovar, bombardare Dubrovnik, raccomandare il genocidio in Bosnia, conservatori e progressisti europei, italiani inclusi dicevano che bisognava sostenere Milosevic perché senza di lui mai sarebbe tornata la pace fra i presunti «contendenti» di una supposta «guerra civile». Gli accordi di Dayton hanno infine consacrato, in Milosevic, l'uomo della pace intervenuto in extremis a sostituire il mostro della guerra. Il dottor Jekyll al posto di mister Hyde. Ma Dayton è, di fatto, lettera morta in Bosnia e all'interno della Serbia stessa. La parte essenziale degli accordi, la consegna dei criminali alla giustizia internazionale e il ripristino delle libertà democratiche, è rimasta nel limbo delle pie intenzioni. A nessuno dei maggiori operatori occidentali è mai venuto in mente che, con un opportunista cinico come Milosevic, si poteva fare soltanto una giusta guerra e mai una falsa pace. Enzo Bettiza dubitare legittimamente della bontà della soluzione adottata. Innanzitutto il ritardo (sette mesi) con cui si è giunti ad un chiarimento all'interno della stessa maggioranza: non è un mistero che la paralisi sia stata provocata in massima parte dalle frizioni interne al pds (diviso tra neogarantisti e vetero giustizialisti) e dal conseguente «ondeggiamento» dovuto al recente revisionismo sul problema della giustizia. In secondo luogo: la scelta di uscire dalla paralisi facendo della commissione Antimafia terreno di trattativa politica, se non addirittura merce di scambio con l'opposizione. Il metro di valutazione non doveva essere di questo tenore: non si trattava di considerare nomi, ma «attitudini» e competenze specifiche. Con tutta la considerazione per il rispettabile passato del movimento sindacale, i martiri evocati da Del Turco (da Salvatore Carnevale in poi) si saldano al passato remoto della lotta alla mafia. Nel recente è apparso chiaro come siano divenute indispensabili forze altamente specializzate e competenti. Né si può dire che il presunto «ritrovato clima disteso» fra maggioranza e opposizioni pos¬ sa da solo rappresentare garanzia di sopravvivenza per la Commissione e per il duro lavoro che aspetta i parlamentari. La storia ci insegna che raramente in passato - sul terreno dell'analisi del fenomeno mafioso, caratterizzato da alta politicizzazione e forte concentrazione di interessi di parte - si è riusciti a trovare unanimismi, specialmente al momento di tirare le conclusioni. Non si spiegherebbero altrimenti le frequenti relazioni separate, quelle di maggioranza e quelle di minoranza. Provate ora ad immaginare una convergenza di visione tra Niki Vendola e Filippo Mancuso quando si tratti, per esempio, di intervenire sul problema delle amministrazioni locali inquinate dalla mafia. I primi sintomi arrivano già con le dichiarazioni a caldo: i fautori della ragion politica (tutto pur di ottenere le larghe intese) entusiasti di come si è conclusa la vicenda, meno euforici quelli che con la lotta alla mafia hanno qualche dimestichezza. E il polpo se la ride, sott'acqua. Sente che il problema da lui rappresentato non è più in cima alle emergenze del governo. Ne danno il doloroso annuncio la figlia Enza, le sorelle con i familiari, la cognata Avvertirà, nipoti, pronipoti, cugini. Si ringraziano il prof. Francesco Paolo Rossini per l'affetto e la professionalità dimostrati, il dott. Fausto Fantò, la Fondazione Faro, suor Teresa Ferrara, madame Dallo. Funerali presso la parrocchia S. Maria del Salice in Fossano il 5 novembre ore 10,30. Eventuali offerte alla Faro. — Torino, 5 dicembre 1996. Partecipano: mons. Marcello Camisassa Leila Roseo Maria Baruffi Cecilia Wyrall Unda Andreoll. — Roma, 5 dicembre 1996. Siamo vicine con tanto affetto ad Enza. Ornella e Pllar. Francesco e Patrizia Bullo sono vicini a Enza. Il Personale dipendente dell'Istituto San Giuseppe di Orbassano porge le più vive condoglianze alla dott.ssa Vincenzina Menano per la perdita della MAMMA. Cara Enza, ti sono vicino. Sergio. Paolo e Fernanda partecipano al dolore di Enza. Sono vicine ad Enza le amiche: Rlnuccia Damllano Maria Teresa Grasso Maria Teresa Romita Ida Pia Bertola Nuccla Mellano Maria Teresa Melgratl. — Fossano, 4 dicembre 1996. Carla, mamma e Laura partecipano al grande dolore di Enza. Sono vicini a Enza: Adriana e Ugo Zatterin Loredana e Marco Zatterin Maria Teresa e Luigi Stlllaccl. E' mancato Felice Vigni Chitti artigiano edile anni 86 Ne danno il doloroso annuncio: figli, nuore, nipoti. Funerali in Giaveno giovedì 5 dicembre alle ore 15,15 dall'abitazione via IV Novembre 23. — Giaveno, 5 dicembre 1996. E' mancato Vittorio Lantelme anni 61 t'annunciano con immenso dolore: la moglie, figli, nuore, nipoti e parenti tutti. Funerali giovedì ore 15 Parrocchia S. Ippolito, Bardonecchia. — Bardonecchla, 4 dicembre 1996. Silenziosamente come è vissuta ci ha la¬ sciati Angela Negro Affranti lo annunciano: Jole, Rita con il figlio Samuele, Vittorio e Monica con Ettore e Francesco. Funerali in Santena sabato 7 ore 15 chiesa parrocchiale. — Santena, 4 dicembre 1996. Dopo una vita dedicata con discrezione al bene degli altri è mancata all'affetto dei suoi cari Elena Vallora Brancaleon ta ricordano Luca e Ernesta, con Renzo, France e Bianca Edgar Marco e parenti tutti. A funerali avvenuti per sua volontà. La riconoscenza dei Vallora a Ernesta e alla famiglia Magistroni per la loro dedizione. — Torino, 5 dicembre 1996. Egle, Filippo, Malù, Catarina, Giova.ini partecipano al dolore per la scomparsa dell) cara ELENA. E' mancata in Pietra tigure Elisa Bottazzi ved. Calvino di anni 89 Ne danno il doloroso annuncio: i nipoti e parenti tutti. I funerali avranno luogo venerdì 6 corrente alle ore 9,30 nell'abbazia benedetti na di Finalpia. ta cara salma sarà tumulata nel cimitero di Sagliano Micca (Biella). — Finale Ligure. 4 dicembre 1996. E' mancata all'affetto dei suoi cari Francesco La Licata prof. Aurelia Mautino in Delleani Ne danno addolorati il triste annuncio il ma rito Lorenzo, il figlio Giorgio con Cristina Benedetta e i parenti tutti. Il funerale avrà luogo il 5 dicembre presso la Parrocchia della Trasfigurazione del Signore via Spoleto 12 (TO) alle ore 10 quindi la cara salma sarà tu mulata nella tomba di Agliè. — Torino, 3 dicembre 1996. Umberto e Bianca Bay partecipano senti lamento al dolore che ha colpito la famiglia Delleani. ta famiglia Lobefalo partecipa commossa al dolore di Enza. Anna Silva commossa partecipa affettuosamente. Il Condominio di corso Tassoni 69 parte cipa al lutto della famiglia. I Direttori, i Dirigenti e i Collaboratori tutti del Gruppo Hoechst Italia partecipa no con sincero cordoglio al lutto del dr. Gior gio Delleani per la scomparsa della madre PROFESSORESSA Aurelia Mautino in Delleani - Milano, 4 dicembre 1996. I Collaboratori del Complesso di Pero della Hoechst Italia SpA prolondamente colpiti sono vicini al loro direttore dr. Giorgio Delleani per la scomparsa della mamma PROFESSORESSA Aurelia Mautino in Delleani — Milano, 4 dicembre 1996. Improvvisamente è mancata Lina Pentenero in Bocca Lo annunciano il marito Ernesto, la figlia Paola con Darlo e Serena, sorella, cognati, parenti tutti. Funerali venerdì 6 corr. alle ore 14,30 dall'abitazione. — Casalborgone. 5 dicembre 1996. E' mancato all'affetto dei suoi cari Gaspare De Martino Addolorati lo annunciano la moglie Rosa, le figlie: Anna, Enza e Silvana; i generi Carlo, Alessandro, Silvano: i nipoti Erika Paolo, Marco, il piccolo Stefano, parent tutti. Un particolare ringraziamento al perso naie medico e paramedico dell'Usi 4. Per orario funerali telefonare dopo le ore 9 al 6610222. — Torino. 4 dicembre 1996. già Direttore del Dipartimento e si associano al dolore della famiglia. Torino, 4 dicembre 1996. Direttore, Colleghi, Amici, il Personale tutto del Dipartimento di Fisica Generale «A. Avogadro» partecipano commossi al dolore della lamiglia per la scomparsa del prof. Filippo Ferrerò Torino, 4 dicembre 1996. Il Direttore, i Colleglli e il Personale del Dipartimento di Fisica Teorica partecipano costernati al lutto per la scomparsa del prof. Filippo Ferrerò Torino, 4 dicembre 1996. Il Presidente, la Giunta Esecutiva, la Dirigenza ed il Consiglio Direttivo dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare partecipano con sentito rimpianto al dolore della famiglia per la scomparsa del prof. Filippo Ferrerò già Vicepresidente dell'Ente memoii dell'appassionato ed ininterrotto impegno. Torino, 4 dicembre 1996. Il Direttore, i Dipendenti e gli Associati della Sezione di Torino dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare annunciano con dolore l'immatura scomparsa del prof. Filippo Ferrerò già Direttore della Sezione e ne ricordano, con commosso affetto, l'indimenticabile figura di docente e scienziato e l'attività generosamente profusa. Torino, 4 dicembre 1996. Gli Amici ed i Colleghi dell'Istituto di Fisica partecipano al dolore della signora Imola e dei figli: Rita Aimone Wanda Alberico Daniela Allasla Michele Arneodo Ferruccio Balestra Alessandro Ballestrero Giuseppe Barucchl Raimondo Bertlnl Giancarlo e Rosalba Bonazzola Giuseppe Bonino Ezio Borello Giovanni Borreanl Alessandro Bottino Marlapla Bussa Luigi ed Ombretta Busso Daniela Calvo Michele Cerlana Maynerl Alberta ed Emilio Chiavasse Roberto Cirio Sergio, Annamaria Costa Marco Costa Franco Daudo Vittorio de Alfaro Giuseppe Dellacasa Angelo e Aurelia Demarco Nora Demarco Mario Ferrara Livio Ferrerò Marlaltala Ferrerò Pietro Frè Sergio Fubinl Piero Galeotti Roberto Gallino Mauro Gallio Diego Gamba Carola Garelli Raffaello Garfagnini Alberto Giovannini Paolo Glubelllno Ferdinando Gliozzi Francesco Gomez Antonino Grasso Adriana Guerrieri Arnaldo Longhetto Angelo Maggiora Ezio Maina Silvia Maselli Massimo Masera Ezio Menichettl Alfredo Molinari Marco Montano Alfredo Musso Angelo Negro Daniele Panzierl Giampiero Passarlno Anna Plccottl Guido e Mariarosa Piragino Giovanni Pollarolo Cristiana ed Enrico Predazzl Luciano Ramello Giuseppina Rinaudo Alessandra Romero Cesare Rossetti Stefano Scluto Luigi Sartorio Flavio Tosello Ermanno Vercellln Maria Vigono Albert Werbrouck Laboratorio Tecnologico INFN Laboratorio Elettronica INFN Centro Calcolo INFN Collettivo Studenti di Fisica Concetta, Danila, Elena, Elsa, Franca, Giuseppe, Lucia, Luisella, Ivo, Maurizio, Paola, Sergio, Pino, Roberta, Rosina, Romano, Valentina, Sergio. I Titolari della Ccs partecipano al dolore di Marcello e Alberto per la grave perdita del PAPA'. I Colleglli di Marcello prendono parte al suo dolore. La S. Messa in suffragio sarà celebrata il 5 dicembre alle ore 11 presso il 53° Stormo »G. Chiarini" - Aeroporto Cameri (No). Il feretro sarà trasferito ad Ivrea (To). dove sarà tumulato. L'Aeronautica Militare partecipa al dolore dei famigliari. — Cameri, 4 dicembre 1996. E' mancata Maria Galvagno ved. Brusa Ne danno il triste annuncio la nipote Rita, Mario e parenti tutti. Funerali venerdì ore 10 parrocchia S. Pellegrino. - Torino, 3 dicembre 1996. E' serenamente mancata all'affetto dei suoi cari Maria Coggiola ved. Poletti di anni 89 Ne danno il triste annuncio la nipote Sandra con Pier Enzo, Vittorio, Daniela e Claudia; il cugino Giancarlo con Nory, Renata e Giorgio, Silvana con Renato, Eliana e Alberto, parenti ed amici tutti. Un ringraziamento alle signore Isabella e Sabina. Funerali veneidi 6 dicembre ore 8,30 in Duomo. La salma proseguirà per Casale — Torino, 5 dicembre 1996. Cristianamenlo è mancato all'affetto dei suoi cari Giovanni Bertolino di anni 74 Addolorati ne danno il triste annuncio la moglie Angiolina. ì figli Giuseppe con Silvana e Federico, Mario con Julia e Giulia, i fratelli Carolina e Francesco, cognati, cognate, nipoti. I funerali avranno luogo in data odierna alle ore 15 a Cosligliole d'Asti - Frazione Annunziata, con partenza dall'ospedale Maria Vittoria alle ore 13,30. La presente è ringraziamento e partecipazione. - - Torino, 5 dicembre 1996. Ermenegildo, Edoardo, Ezio, Gianni e famiglie partecipano al lutto. Dopo una vita dedicata al lavoro ed alla famiglia cnstianamente è mancato cav. Olimpio Mattea L'annunciano i figli Valeria con Pier Paolo e Bruna, Nanni con Adelina, Cristina e Roberto, la nuora Rosanna con Chiara, il fratello Gino, la sorella Ismelda con Eugenia, Carla, Gaetano rispettive famiglie e parenti tutti. Funerali in Mathi venerdì 6 em. alle ore 15 nella chiesa parrocchiale, partendo dalla Casa di Riposo Massa de Regibus di Corio alle ore 14,15. La presente è partecipazione e ringraziamento. Corio, 4 dicembre 1996. Partecipa al dolore la famiglia Actls Oreglia. La Refrattaria sne partecipa al dolore dell'ing. Giovanni Mattea per la perdita del padre cav. Olimpio Mattea — Torino, 4 dicembre 1996. Dedi, Marco, Giorgio, Danilo, Marinella, Mimmo e Valentino, sono vicini a Nanni c famiglia. RINGRAZIAMENTI Alma, Marcella e Maria, commosse dalle innumerevoli manifestazioni di affetto e di stima rivolte al loro amato Renato Guagliumi nell'impossibilità dì farlo personalmente, ringraziano tutti coloro che le hanno aiutato a sopportare l'angoscioso macigno della disperazione con la presenza, le parole, i pensieri e le preghiere. La S. Messa di Trigesima sarà celebrata sabato 14 dicembre alle 18,30 nella parrocchia S. Giovanni Maria Vianney, corso Benedetto Croce 24 La Prof. abbraccia tutti i suoi ragazzi di oggi e dì ieri. — Torino, 5 dicembre 1996. ANNIVERSARI 1982 1996 GUIDO CROVESIO Quattordici anni vissuti insieme al Tuo nitidissimo, incancellabile Ricordo; parecctii i rimpianti, ma pure tantissimo Amore che il tempo non affievolisce, bensì rafforza. DARIO, GIANCARLA, GUALTIERO, SILVIA. 1995 1996 Gabriele Montalenti nei nostri cuori con infinito amore e rimpianto. S. Messa Collegio San Giuseppe 6 dicembre ore 18. 1984 1996 dott. Luigi Agnés La tua Rosa ti ricorda con immutato affetto e i impianto. — Torino, 5 dicembre 1996. 1994 1996 CONTE dott. Sebastiano Cossu di Saccargia Ricordandoti sempre. M PORO LOG IE NECROLOGIE: nome e cognome del defunto centrati, nonché eventuali titoli accademici . ■ ed onorifici: tariffa doppia. Località e data, obbligatorie in calce alla necrologia, vengono conteggiate per n 4 paol conteggiate per n. 4 parole. ADESIONI: in presenza del nome e cognome centrati (tariffa doppia) sono obbligatori località e data in calce (conteggiati per n. 4 parole). ANNIVERSARI: data e nomi centrati (obbligatori) tariffa doppia. RINGRAZIAMENTI: con nome e cognome centrati (tariffa doppia) sono obbligatori località e data in calce (conteggiati per n. 4 parole). Oltre a spese di trasmissione, Iva 19% per avviso.