Veleni sul pg della Cassazione
Veleni sul pg della Cassazione Veleni sul pg della Cassazione Un pentito lo accusa, Flick lo difende PERUGIA DAL NOSTRO INVIATO Il ministro della Giustizia lo difende, ma il pentito fa di nuovo il suo nome. E così si riaccendono polemiche e veleni intorno al procuratore generale della Cassazione Ferdinando Zucconi Galli Fonseca, il massimo rappresentante della pubblica accusa, il magistrato che, come il Guardasigilli, può mettere i suoi colleghi sotto inchiesta disciplinare. Chiamato in causa da alcune interrogazioni parlamentari, Zucconi ha incassato ieri mattina «la piena, incondizionata stima, e la totale solidarietà» del rninistro Flick. Ma poco dopo sono arrivate le notizie sulla deposizione, nel processo perugino per l'omicidio Pecorelli, di Antonio Mancini, exkiller della banda della Magliana, uno dei pentiti che hanno tirato in ballo, in quel processo, l'ex senatore andreottiano Claudio Vitalone. Rispunta il nome del procuratore generale, al quale seguono smentite, precisazioni e chiarimenti. Nell'aula-bunker della periferia perugina, Mancini detto ^«accattone» parla martedì, poco prima delle nove di sera. Sollecitato dall'avvocato Naso - difensore di Massimo Carminati, accusato di aver assassinato Pecorelli - Mancini ricorda un processo a suo carico all'Aquila, del 1979, «aggiustato» e conclusosi con una sostanziale assoluzione nonostante, dice Mancini, «c'erano le accuse in pieno di uno dei miei complici». In appello, continua il pentito, «mi venne indicata una certa mossa da fare per far cambiare il presidente, io la feci, e con il cambiamento di presidente fui assolto... Abbruciati si fece dei meriti per questa assoluzio-
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