Muore un paracadutista

Muore un paracadutista Muore un paracadutista LUCCA. Un paracadutista in servizio di leva, Claudio Capellini, 19 anni, di Cesena, è morto ieri durante un'esercitazione nella zona di lancio di Altopascio (Lucca). Il giovane militare, in forza alla brigata paracadutisti «Folgore», aveva effettuato un lancio insieme con altri commilitoni ma, al momento di toccare terra, non dava più segni di vita. Il paracadutista è morto all' ospedale Santa Chiara di Pisa. Sulle cause dell'incidente di Capellini il comando della Regione militare tosco-emiliana ha nominato una commissione d'inchiesta. L'associazione nazionale genitori soldati in servizio di leva chiede le dimissioni del ministro Andreatta, dei presidenti delle commissioni difesa di Camera e Senato e del generale Loi, «perché ha messo a punto la nuova tecnica di lancio sperimentale a uscita rapida». [d. b.] Nei giorni scorsi il Parlamento ha votato la riduzione del servizio di leva e di quello civile per gli obiettori di coscienza a 10 mesi chi, a suo tempo, fece un servizio militare più lungo e, ora, si chiede: "Come vi organizzerete?"». Tranquilli: nessun messaggio in bottiglia, nessun dissenso del Colle rassicura il sottosegretario del pds: «Lo stesso problema posso pormelo io che, pur essendo più giovane del Capo dello Stato, ho, comunque, fatto 15 mesi di servizio militare». Poi passa dai ricordi di caserma ai nodi dell'attualità: «Trattandosi di un arco di 10 mesi bisogna rendere l'addestramento più breve e più in¬ tenso perché, per noi, il periodo di leva serve a costituire una forza operativa». Sono valutazioni che ripercorrono quelle recentemente espresse anche dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Incisa di Camerana, il quale, tra l'altro, aveva posto un «paletto» insuperabile: sotto i 10 mesi di naja, come vagheggiava qualche esponente della Quercia, sarebbe insensato scendere: «E' assurdo che qualcuno si svegli al mattino e proponga continui sconti sul periodo della ferma». Brutti, in questa mattina, non deve, invece, compiere faticose arrampicate per mostrare la sua totale consonanza su un altro tema proposto dal Presidente: l'illiceità delle mine antiuomo. «Noi abbiamo colpe sostiene Scalfaro - perché tali ordigni sono stati fabbricati anche nel nostro Paese. Dobbiamo chiedere perdono per aver fatto ciò e prendere una più netta posizione per la messa al bando di questi strumenti di morte». Renato Rizzo Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro IL LEADER DEI VERDI ROMA EVO dire che mi viene da apprezzare di più il vecchio presidente Sandro Pertini che, quando parlò di questo tema, fece ricorso a quella saggissima invocazione sapienziale: "Svuotate gli arsenali, riempite i granai"». Il portavoce dei Verdi, il senatore Luigi Manconi, non lesina critiche al presidente Scalfaro. All'area ambientalista, che per vocazione è anche pacifista e da sempre sospettosa nei confronti della gerarchia militare, non è piaciuta la difesa dell'obbligo di leva da parte del Quirinale. Senatore Luigi Manconi, perché lei e i Verdi non siete d'accordo con il Presidente?

Luoghi citati: Altopascio, Camerana, Cesena, Lucca, Pisa, Roma