Metti una sera a cena col ministro Flick di R. Sii.

Metti una sera a cena col ministro Flick Metti una sera a cena col ministro Flick ROMA. Metti una sera a cena il Guardasigilli del governo dell'Ulivo e i rappresentanti del Polo in commissione Giustizia a Montecitorio. Si può aggiungere un piatto di orecchiette ai frutti di mare (ognuno ha pagato per sé). La cena, in 15, si è svolta l'altra sera alla Taverna Flavia. All'appuntamento, organizzato da Giuliano «amico ed estimatore di Flick dai bei tempi dei tribunali...», non si è presentata la Lega che pure era stata invitata. I 14 del Polo sono pronti a giurare che motivi di imbarazzo politico per la cena in taver¬ na con il Guardasigilli non ve ne è nemmeno uno. «Un incontro informale, fra vecchi amici» dice Saponara. E le ispezioni nelle procure? «Ne abbiamo parlato - risponde Saponara - ma il ministro si rifiuta di intervenire se non vi sono fatti specifici. E' d'accordo, invece, sulla nostra proposta di una commissione parlamentare di inchiesta. E sul pacchetto di Flick che attende l'esame in Parlamento ci sono parecchie cose che non vanno, ma il ministro sembra apertissimo a ridiscuterne con noi». Ir. i.] renzo Necci e sul finanziere italo-svizzero Pierfrancesco Pacini Battaglia, entrambi agli arresti domiciliari. Castellucci, a conclusione delle sue indagini, aveva chiesto l'archiviazione delle posizioni di due alti funzionari del¬ le Fs, indagati per concorso in abuso d'ufficio. La richiesta però, il 26 ottobre scorso, non era stata accolta prima dal gip Augusta Iannini e poi dal vicepresidente dei gip di Roma, Carlo Sarzana, che aveva invece sollecitato nuove indagini, anche sulla scorta delle novità emerse dall'inchiesta spezzina sulla Tangentopoli 2. Proprio nell'ambito di quel procedimento, passato ora per competenza alla Procura di Perugia, Castellucci e l'amministratore della Tav Ercole Incalza risul¬ tano indagati con l'accusa di corruzione. Nell'intercettazione di una conversazione di gennaio tra Pacini Battaglia ed Emo Danesi si parla infatti dell'inchiesta sull'Alta velocità. Danesi dice: «Sembra che questa Iannini proprio abbia detto: ee... li... vogliono salvaguardare Prodi... perché hanno dato a Nomisma un miliardo e sei, roba del genere». Pacini replica: «Tre miliardi e otto...». E Danesi: «Lei sa uno e sei...» Sarzana aveva fissato in novanta giorni il tempo massimo per le conclusioni: è in questo quadro che il pm Geremia sta muovendosi. Il magistrato ha spiegato che attualmente, prima di prendere qualsiasi decisione, deve avere una visione completa sullAlta Velocità. Da qui gli ordini di perquisizione e di sequestro delegati, per l'esecuzione, al nucleo centrale di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Le perquisizioni avrebbero riguardato anche le abitazioni e gli uffici di alcuni funzionari (attuali ed ex) delle Ferrovie e delle società legate alle Fs: è stata infatti controllata la stanza dell'attuale amministratore delegato Cimoli e del suo braccio destro Conti, già direttore finanziario eli Montedison. Perquisiti anche gli uffici di Vaciago, ex direttore generale dellt; Ferrovie e oggi addetto al trasporto locale, e di numerosi ex finanzieri: come Rigoni, ex braccio destro di Ramponi al Sismi, attualmente responsabile del settore di controllo conti e finanze. Il blitz ò proseguito nello abitazioni di altri dirigenti delle Ferrovie, Incalza, Troia e lo stesso Rigoni. Allo stato attuale, per tutti è ipotizzato il reato di corruzione, [r. sii.]

Luoghi citati: Roma, Sarzana