La Spagna libera il golpista

Ha scontato solo la metà della condanna a 30 anni. Nell'81 occupò a mano armata il Parlamento Ha scontato solo la metà della condanna a 30 anni. Nell'81 occupò a mano armata il Parlamento La Spagna libera il golpista Perdonato l'ex colonnello Tejero MADRID. La Spagna perdona. Antonio Tejero Molila, il tenente colonnello golpista della «guardia civil» che il 23 febbraio del 1981 occupò per 18 ore a mano armata le «Cortes» di Madrid, è stato scarcerato dopo aver scontato nella fortezza di Figueres, nella città settentrionale di Gerona, e nel penitenziario di Alcala de Henares, fuori Madrid, poco più di metà dei 30 anni di galera ai quali era stato condannato. Tejero, che ha 64 anni, era l'ultimo dei 30 condannati per il fallito golpe denominato «23-f» ancora in carcere, anche se da due anni - e precisamente dal 16 febbraio 1993 beneficiava di un regime di detenzione aperto. La sua definitiva scarcerazione era stata chiesta più volte da sostenitori e nostalgici del franchismo, ma ogni richiesta di amnistia era stata respinta causa il mancato pentimento di Tejero. Nel 1993, in particolare, un'associazione di mogli di militari richiese l'indulto per lui, ma il publico ministero militare si oppose proprio perché questi non aveva mai mostralo alcuna forma di penti¬ mento per il suo clamoroso gesto. La sua liberazione - dopo 15 anni e nove mesi di prigione - è stata invece resa possibile dalle decurtazioni di due anni della pena ottenute tramite gli studi di giurisprudenza fatti in carcere (140 giorni) e le donazioni di sangue (15 giorni di sconto ciascuna: Tejero era solito presentarsi sovente in infermeria per i prelievi e vantava un credito di oltre due anni), oltre ad altri cinque anni e 57 giorni per diversi lavori fatti in carcere. La sua scarcerazione, decisa lo scorso 19 novembre dal giudice di vigilanza penitenziaria, è stata quindi motivata con il decorso dei due terzi di ciò che restava della pena originaria. Tejero, baffi bianchi e testa calva, aveva accolto la notizia della scarcerazione com'è nel suo stile: in silenzio. Aveva invece parlato, in modo provocatorio e sfrontato, il suo avvocato difensore: «E' vero, il suo rilascio è una grazia camuffata; è l'inevitabile contraltare all'indulto di comodo che il Tribunale supremo ha concesso a Gonzàlez proscio¬ gliendolo dalle accuse per lo scandalo Gal». Il tentativo di putsch di Tejero avvenne «in diretta». Il 23 febbraio del 1981, alla testa di un gruppo di agenti, occupò il Congresso dei deputati mentre era in corso la seduta di investitura del nuovo primo ministro, Leopoldo Calvo Sotelo. I deputati e i membri del governo furono costretti a rimanere nell'emiciclo per 18 ore, mentre le telecamere riprendevano le immagini del tentativo di golpe. Non ci fu violenza, e il momento più drammatico fu vissuto dagl ostaggi quando Tejero esplose dei colpi contro il soffitto. All'indomani re Juan Carlos si presentò in televisione per rassicurare l'opinione pubblica e per invitare i golpisti a deporre le armi, cosa che avvenne di lì a qualche ora. Il deciso intervento del re Juan Carlos fini anche con l'avere un'importanza politica alle elezioni dell' anno successivo: allora i socialisti prevalsero sullo schieramento di centro destra, anche perché quest'ultimo non si era mostrato una garanzia contro un golpe militare. [e. st.] Il colonnello Tejero, pistola in pugno, alle Cortes il 23 febbraio dell'81 LA PAX SIRIANA IN LIBANO Con la riapertura, a sera, dei vecchi saloni del «Casino du Liban», se ne va via l'ultima polvere della guerra civile che in 15 anni di sangue e di morte (dal '75 all'89) aveva distrutto un Paese e una società. Sui panni verdi, lassù, nella mezza collina di Jounieh, tornano ora a scivolare silenziosamente le carte del black jack, e la roulette riprende a fare andare i suoi giri. La cesura del tempo appare ricucita, il Libano capitalista di Ralik Hariri punta grosso sul tavolo della speranza. Ma il mondo di oggi stenta a riconoscere il vecchio Casino. Beirut, a quel tempo, era un verminaio strafottente, un porto delle nebbie u mezzo tra Tangeri e Casablanca dove approdavano sceicchi e puttane, e petrolieri, spie, trafficanti dalla faccia di bronzo, vecchi industriali malati d'esotismo. Miami Beacb doveva ancora nascere; a fare concorrenza a Beirut poteva esserci soltanto Acapulco. Ma il Messico era lontano, nelle nuvole, mentre Beirut sta sull'altra sponda del Mediterraneo e Felirino Riva ci veniva facile. Anche Philby, con i suoi Fino al 75 passerella per sceicchi, petrolieri, spie, industriali e trafficanti